Quali sono le priorità per affrontare la crisi climatica? L’innalzamento della temperatura terrestre è riscontrabile anche nelle zone più fredde del pianeta, basti pensare che in Groenlandia è caduta la pioggia, fenomeno mai sperimentato nel passato. In questo territorio gli scienziati possono andare “indietro nel tempo” e, attraverso le analisi dei carotaggi prelevati nelle profondità dei ghiacci, possono ricostruire l’andamento delle temperature dell’area durante l’ultimo millennio.
[Modern temperatures in central–north Greenland warmest in past millennium | Nature]
Da questi studi si ricava che nel decennio 2001-2011 la Groenlandia era già 1.5 C più calda rispetto alla media del 20-esimo secolo, raggiungendo quindi la soglia di incremento della temperatura definita dagli accordi di Parigi, dove i paesi firmatari si impegnavano a contenere il riscaldamento globale entro 2 C dai livelli preindustriali, e possibilmente entro 1,5 C. Lo scioglimento di masse enormi di ghiaccio deriva da questo aumento di temperatura, con tutte le conseguenze globali che ne derivano.
Le regioni prossime ai poli sono quindi indicatori della situazione complessiva della terra. Luoghi cioè dove misurare la febbre del pianeta.
Mentre tutte le nazioni cercano, più o meno convintamente, di attuare gli accordi presi durante le varie conferenze sul clima (posto che queste misure si rivelino efficaci), in Italia siamo molto preoccupati per gli attivisti di “Ultima generazione”. Le loro azioni hanno fatto talmente arrabbiare cittadini e amministratori, che il governo ha inasprito le pene per chi imbratta le opere d’arte.
Come sempre è una questione di priorità. Si punta maggiormente l’attenzione sulla salvaguardia delle opere d’arte messe in pericolo dalla vernice, non perché sia la cosa più urgente da affrontare, ma perché è realizzabile con poco sforzo. Invece, tenere fede agli impegni di Kioto, Parigi, Glasgow, ecc. è decisamente più complicato.
È un atteggiamento che mi ricorda la barzelletta del tizio che cercava il suo orologio nei pressi di un lampione, non perché lo avesse smarrito lì, ma perché in quel luogo c’era un po’ di luce.
Non salveremo il mondo ma almeno i monumenti rimarranno puliti.