Ritengo che la storia dei “Ragazzi di via Panisperna” sia unica al mondo. Riguarda un gruppo di giovani fisici italiani guidati da Enrico Fermi e diventati famosi con uno pseudonimo legato all'indirizzo, via Panisperna n. 90, presso il quale era ubicato l'istituto di fisica dell'Università di Roma. 

La loro è una storia di amici e di scienziati, di maestri e discepoli, di ricercatori particolarmente attivi, in un periodo costellato da scoperte basilari per la fisica dei decenni successivi. Fu grazie ai loro studi pionieristici sull'interazione tra neutroni e nuclei atomici che ottennero un posto di rilievo nell'elite mondiale della fisica del tempo, fatto ancora più eccezionale se si pensa che la scienza nel nostro paese ha sempre sofferto della carenza di investimenti e di considerazione politica e sociale.

I riconoscimenti per il loro lavoro non sono mancati. Enrico Fermi, fondatore e leader del gruppo, fu insignito del premio Nobel nel 1938 e lo stesso traguardo fu raggiunto da Emilio Segrè nel 1959. Anche altri componenti del team furono decisamente prolifici. Edoardo Amaldi fu tra i fondatori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), del CERN di Ginevra e dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Franco Rasetti, braccio destro di Fermi e suo grande amico dagli anni dell'università, dopo gli anni romani cambiò completamente carriera accademica diventando uno stimato naturalista. Bruno Pontecorvo diede un contributo importantissimo nello studio dei neutrini e del decadimento del muone e, secondo alcuni, avrebbe meritato un premio Nobel. Il chimico Oscar D'Agostino lavorò al CNR, dove fondò l'istituto di radiochimica, e all'Istituto Superiore di Sanità. Il gruppo era poi completato da Ettore Majorana, una figura quasi leggendaria per genialità e mistero.

Questi giovani scienziati si dedicarono con passione alle loro ricerche, dovendo però intrecciare le loro vicende con gli eventi drammatici della storia, tra ventennio fascista, secondo conflitto mondiale e guerra fredda. Furono infatti le persecuzioni contro gli ebrei che spinsero Fermi (sposato con Laura Capon di famiglia ebraica) e Segrè a rifugiarsi negli Stati Uniti, dove vennero coinvolti nel progetto Manhattan per la costruzione della prima bomba atomica. 

Le storie di altri componenti il gruppo di via Panisperna sono storie di fughe. Anche Rasetti, profondamente antifascista e pacifista, lasciò l'Italia con destinazione America ma non partecipò mai a ricerche in ambito bellico preferendo dedicarsi alla botanica e alla paleontologia presso l'università canadese di Laval (Quebec). Majorana scomparve misteriosamente nel 1938, forse a seguito dei grandi turbamenti che gli procurava l'evoluzione della fisica in chiave bellica. Clamorosa fu poi la vicenda di Pontecorvo. Nel 1950 lo scienziato era impiegato presso l'Atomic Energy Research Establishment in Inghilterra e scomparve dopo una vacanza in Italia, per poi riapparire in Unione Sovietica. Una decisione volontaria, di carattere ideologico, decisione assunta in un periodo di forte contrapposizione tra est e ovest e con la fisica che giocava un ruolo primario per la supremazia in ambito militare.

Mentre durante la seconda guerra mondiale anche Albert Einstein esortò il governo americano perché finanziasse le ricerche per arrivare prima di Adolf Hitler ad ottenere ordigni nucleari, durante la guerra fredda, col rischio di una catastrofe nucleare imminente, gli scienziati di tutto il mondo furono messi di fronte a interrogativi morali sulle finalità della scienza. Più in generale si può affermare che la “big science” come la conosciamo oggi è nata proprio negli anni del dopoguerra, indirizzando la ricerca scientifica verso progetti con investimenti economici importanti e con la costituzione di gruppi di ricerca formati da centinaia se non migliaia di persone.

Le vicende dei ragazzi di via Panisperna si sono svolte tra scenari geopolitici drammatici, dubbi morali, ideologie contrapposte. Tutti temi che sembrano concentrarsi nella sceneggiatura di una moderna odissea in chiave scientifica che non avrà mai più eguali.