La paura di morire come base per un sistema di controllo
Da quando si parla di #GreenPass è nato il movimento contro il green pass. Ci sta.
Il problema di questo movimento è la sua incredibile capacità di darsi in pasto ai giornali, come quando si nomina inutilmente Liliala Segre o ci si veste da prigionieri dei campi di concetramento, cose su cui la stampa mette subito i riflettori, o affrontare il tema dal punto di vista scientifico arrivando a parlare anche di possibili complotti. Inutile, totalmente inutile.
Dentro questo movimento c'è un pò di tutto e quando c'è un pò di tutto c'è anche qualcosa di buono. Ci sono persone che predicano una società diversa, una società più umana e meno tecnica, una società dove la libertà di vivere la propria vita è al centro di tutto. Alcuni di queste persone hanno un notevole seguito e io sono convinto che li ci possiamo trovare tutta quella fetta di elettori che non vota più, non perché gli stiano antipatici i partiti o i politici ma perché questi non hanno nulla da offrire a chi vuole una società diversa.
Si predica la vita per dire che il green pass la limita come limita la #libertà, è un discorso che a mio avviso ha un senso però manca un tassello fondamentale nella narrazione per evitare che tutte queste belle parole perdano di senso, quel tassello è la #morte.
Perché ok che vogliamo vivere e vogliamo farlo da persone libere ma se lo si vuole fare durante una pandemia allora bisogna parlare anche della morte.
Quando si vuole parlare di come il GP sia uno strumento di controllo bisogna capire il perché le persone (la maggioranza) lo ha accettato senza battere ciglio anche quando si sono andati a colpire pesantemente diritti fondamentali come quello del lavoro. Queste persone lo accettano non perché siano contrarie alle libertà e pronte a farsi controllare in tutto quello che fanno ma lo accettano perché le persone hanno #paura di morire e per evitarlo solo disposte a rinunciare alla libertà in cambio della #sicurezza (si dice che chi rinuncia alla prima per la seconda non meriti né l'una né l'altra ma andiamo avanti).
Come si fa a dire che queste persone stanno sbagliando? Come le si può convincere che in nome della sicurezza di vivere stanno rinunciando a altre cose altrettanto importanti come la libertà?
Bisogna smetterla di parlare di libertà se non si vuole cominciare a parlare di morte, di come la si debba accettare e sapete perché? Perché tutte le strade della vita portano lì e nessuno può evitarlo. Nemmeno lo Stato, anche se fa di tutto per far credere alle persone che grazie alla scienza potrà far vivere le persone il più a lungo possibile.
La morte spaventa da sempre le persone e i poteri moderni si sono tutti costruiti sulla morte, come la chiesa cattolica che per prima ha offerto una vita dopo la morte in cambio di comportamenti di un certo tipo durante la vita sulla terra, comportamenti che dettava la religione e chi non li seguiva aveva una vita dannata dopo la morte (cosi chi non aveva paura di morire almeno poteva avere paura di passare un' eternità tra le torture degli inferi) e la teologia era lo strumento che la chiesa utilizzava per giustificare il suo comportamento.
La chiesa cattolica ha dimostrato che sulla morte si può costruire un sistema di controllo molto efficace anche se non ha senso per nessuno temerla, perché tutti moriamo.
Oggi stiamo assistendo a questo, si usa la paura della morte per giustificare tutto ciò che un sistema di potere può fare senza che il popolo si ribelli, quando si ha paura di morire si è disposti a tutto pur di avere la sicurezza che ciò non accada.
Lo stato oggi si fa aiutare dalla #scienza, la chiesa una volta si faceva aiutare dalla teologia. La scienza è la teologia dello stato laico.
Non si può però andare contro la scienza perché al contrario della teologia ha fondamenta concrete, la scienza salva davvero le persone ma adesso che la scienza è lo strumento che ci limita la libertà in nome della sicurezza quindi ci dobbiamo chiedere se ne valga davvero la pena.
Siamo disposti a rinunciare alle nostre libertà per paura di morire?
La morte è un destino che aspetta tutti noi.
La pandemia si può affrontare solo nel modo in cui la stiamo affrontando adesso o sono possibili altre vie come ad esempio una forte critica al sistema capitalista estrattivo che sta distruggendo il nostro pianeta? Sistema che molti del movimento no green pass criticano da molto prima dell' avvento del green pass anche se con termini non marxisti.
Siamo davvero disposti a rinunciare alla libertà e alla #lotta per un mondo più giusto in nome della scienza che ci assicura di farci vivere? Vivere per cosa poi? Per stare in un sistema dove il controllo delle persone avviene regolarmente in favore del dio mercato e non abbiamo altre prospettive che lavorare tutta la vita cercando di difendere quel poco che riusciamo a costruire e che basta una folata di vento per rendere tutto precario se non proprio per perderlo?
Trovo assolutamente inutile vedere il movimento contro il GP toccare argomenti come i campi di concentramento in nome di un nazismo che nessuno può vedere fuori dalla propria porta come un tempo, trovo inutile dire alle persone che si vaccinano che sono delle pecore e trovo ancora più inutile dire che dietro a tutto questo c'è un disegno ben preciso che ci porterà lungo la via della società del controllo. Il controllo del futuro non è non sarà mai (o almeno ancora per molto tempo) realmente percepito dalle persone quindi non ci crederanno mai. Guardate cosa succede con il controllo digitale, vedete rivolte? io no. Vedo forse il 10% della popolazione che prova a fare resistenza, come con il GP.
Per predicare oggi la lotta bisogna andare a toccare il tassello principale su cui si è costruito tutto questo castello del GP e cioè la paura di morire.
Si muore signore e signori, si muore tutti anche i più ricchi, i più potenti e i più sani. La domanda che tutti ci dovremmo fare è: Per paura di morire siamo tutti disposti a farci controllare e a sacrificare su l'altare della sanità il diritto al lavoro e tanti altri che potrebbero venire a mancare in futuro?
Chi predica la lotta di oggi, chi predica una società diversa da quella che si sta costruendo, dovrebbe mettere al centro dei discorsi la paura di morire delle persone in questo momento, perché la paura di perdere ciò che si ha è il più grande freno dell'evoluzione sociale, Bakunin lo diceva dentro il suo libro “Stato e Anarchia” per quanto riguardava l'invasione tedesca della Francia e l'immobilismo del popolo più rivoluzionario del mondo.
Quindi quello che voglio dire a chi predica una società diversa è che se volete riuscirci dovete mettere al primo punto di ogni dibattito questa domanda: La paura di morire vale veramente il prezzo della vostra libertà cosi da poter continuare a vivere in questa società?
Io credo di no.