[nove]

farsi i selfie registrarsi mentre si cammina per strada ragionare a voce alta mostrare quello che gli occhi vedono trascrivere la lingua che lecca non rendersi conto degli spazi trascurare gli oggetti tralasciare gli affetti restare a fissare un punto impreciso – mettere fuori fuoco – non vedere che macchie – certe età dell'uomo lo rendono simile ad alcuni organismi policellulari – muoversi seguendo i colori o le luci seguire gli odori della casa – qualcosa deve essere marcito da qualche parte – forse sotto un mobile c'è vita – che disperazione trascinare le proprie cose nel buio – sotto il canapè – non riuscire a vedere il proprio futuro – pensare che potrebbe finire tutto lì quella sera tra poco giusto dopo il carosello – un ultimo aggiornamento del profilo – prima o poi succederà – smembreranno tutto quello che è stato andranno ad aprire le cose cercare i piccoli segnali i pezzi di carta i piccoli sassi che teneva nelle tasche – la natura animale di tenere memoria dei suoi mutamenti di stato – un osso levigato una pietra con dei quarzi viola una marina comprata sulle coste della dalmazia un fascio di carte con stampate cifre e rapporti di calcolo ora senza energia algebrica dei capelli chiusi in una busta ingiallita dal tempo una foto che era già vecchia quando era stata scattata un aggeggio tecnologico orientale che non si accende più e che non si sa cosa sia un paio di pantofole di feltro con motivi geometrici lillà – decine di buste di analisi e spettrografie delle ossa delle cartillagini degli organi interni – alla fine nessun inventario solo mucchi di materiale che vengono spostati e scissi – una progressiva deframmentazione della consistenza delle cose un ritorno degli oggetti alla loro insensibilità – tornare cose anonime e generiche – perdere i legami di appartenenza e di senso – trovarsi circondati da residui prenderli in mano – infilarli in grossi sacchetti di plastica nera