“Il ponte Invisibile della comunicazione: precisione, sintesi ed equilibrio”

Precisione... una parola che scivola sulla lingua come se portasse con sé un'eco di ordine e preparazione. Comunicazione pronta, reattiva, eppure così distante. Sembra il nome di un meccanismo ben oliato, ma dietro quella facciata di efficienza mi chiedo: cosa significa davvero essere pronti a comunicare? Forse non si tratta solo di avere le parole giuste, ma di ascoltare il silenzio tra le parole, di cogliere quel ritmo che non si impara nei manuali.

E poi, sintesi... non è anche questo un atto di comunicazione? Spremere l'essenza delle cose, estrarre il succo di un pensiero e offrirlo agli altri. Mi piace pensare che vi sia una continuità tra queste due parole: un ponte invisibile fatto di atti di creazione e trasmissione. Come un alchimista che prende il caos grezzo e lo distilla in una forma pura e comprensibile. Ma quanto possiamo spremere da noi stessi prima di essere noi stessi spremuti? Il confine tra esprimere e consumarsi è sottile, un filo teso sul vuoto.

Forse equilibrio è solo la preparazione a quel salto, un allenamento al trapezio per chi si avventura a creare senza paura di cadere.

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