La forza non nasce solo dalla sofferenza
L’idea che le anime più forti siano necessariamente temprate dal dolore e che i caratteri più solidi debbano essere segnati da cicatrici è una visione riduttiva e, a tratti, romantica della resilienza. La sofferenza può certamente insegnare, ma non è l’unica maestra della vita, e soprattutto non è una condizione obbligatoria per sviluppare forza interiore.
Esistono persone che hanno costruito la propria solidità attraverso l’amore, la serenità, l’esempio positivo di chi le ha circondate. La vera forza non si misura dalle ferite subite, ma dalla capacità di crescere, adattarsi e resistere alle avversità indipendentemente dalla loro presenza. Anzi, a volte è più difficile mantenere un carattere equilibrato e compassionevole quando non si è stati logorati dalle difficoltà, perché significa aver scelto la forza volontariamente, non per obbligo.
Inoltre, glorificare la sofferenza come unico percorso verso la maturità rischia di normalizzare il dolore come inevitabile, quasi auspicabile, e può portare a sottovalutare l’importanza di prevenire ingiustizie e traumi evitabili. La resilienza è ammirevole, ma non dovremmo confonderla con l’idea che sia giusto o necessario soffrire per diventare migliori.
Infine, le cicatrici non sono sempre simbolo di saggezza: a volte sono semplicemente segni di un passato che avremmo preferito non vivere. E va bene così. La vera grandezza sta nel trovare luce anche senza dover prima attraversare il buio.