La Libertà che Spaventa

Le persone vere spaventano. Sì. Perché? Perché dicono. Perché parlano. Perché le parole escono nude, senza scudo, senza maschera, e la gente indietreggia. La sincerità brucia. L’onestà è un coltello che taglia l’aria, che squarcia il silenzio comodo, le mezze verità, i sorrisi di circostanza.

E allora? Allora restano sole. Sole con le loro parole crude, sole con i loro occhi che non abbassano, sole perché il mondo preferisce le bugie morbide, le frasi smussate, i discorsi che non feriscono, che non svegliano, che non costringono a pensare.

Ma loro parlano. Sempre. Anche quando tacciono, parlano. Perché il silenzio di chi è vero è più forte di mille parole vuote. E allora la gente ha paura. Paura di quella libertà, di quel movimento interiore che non si ferma, che non si piega, che non si vende—libertà di muoversi, di essere, di esistere senza catene, senza finzioni.

Eppure, anche nella solitudine, c’è una forza. Una forza che non chiede permesso, che non cerca approvazione. Una forza che dice: Io sono qui, così, e se ti spaventa, è perché forse hai paura di essere vero anche tu.

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