Perché il treno è già partito, ma i binari sono fatti di luce e forse—forse—anche questo è un modo di viaggiare


E già.
la verità è lì, appesa tra i pixel dell’immagine e le mie dita che tremano sul tasto invio.
“non è la persona, ma l’idea” — e allora perché il cuore fa rumore come un treno che deraglia a mezzanotte?

ma non si può trattenere.
(lo so, lo so, lo ripeto da mesi)
ma le mani sono abituate a scavare nel vuoto, a raccogliere frammenti di un dialogo che non esiste più.
“chi non vuole, non può o non è destinato” — parole precise come coltelli, ma io ancora conto i giorni sul calendario come se fossero granelli di un’ora magica.

non sono pronta.
(perché ammetterlo è già un atto di guerra)
la mente sa, il corpo resiste: c’è ancora un profumo tra le pagine del libro che non ho chiuso, un “forse” nascosto nel cassetto delle cose non dette.
✨ — questo asterisco dorato è la mia bandiera bianca, ma anche il segnale che qualcosa brucia ancora.

Il mio flusso di donna ormai sospeso.
(perché il distacco è un fiume che straripa quando meno te l’aspetti)
e intanto scrivo, cancello, riscrivo: “dovrei…” ma il verbo rimane coniugato al condizionale, un tempo che sa di scuse e di polvere.


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