La Carezza Anarchica

Dai socialdemocratici vengo definito radicale, questa cosa mi ha stancato. Apro questo Noblog su Bida per confrontarmi con il mondo Anarchico.

UNA NUOVA SPERANZA? Un primo post di presentazione e anche un pò di sfogo.

Sono qua a scrivere questo blog perché spero di trovare persone che abbiano una vera visione critica sul mondo e che non vedono la lotta politica come una gara a chi trova le risposte tecniche migliori per aggiustare un sistema a mio avviso finito. Sono stanco di sentir parlare compagni e compagne su come si debba trovare la legge o l'articolo che permetta di fare determinate cose affinché il mondo sia un posto più giusto per tutti. Voglio poter credere che ci siano progetti diversi, strade nuove, più concrete e con meno retorica fine a se stessa.

Sono stanco dei rivoluzionari da salotto o quelli da aperitivo pronti ad adattarsi a tutto pur di andare avanti, ognuno di noi ha la propria vita e non ho mai chiesto di rinunciarvi per essere coerente con il proprio pensiero ma se ci si impegna in una cosa almeno chiedo di non rinunciare ai propri principi pur di arrivare al risultato, altrimenti non è lo stesso risultato.

Fino ad oggi ho frequentato luoghi politici tradizionali, dove a parole sono tutti bravi ma poi nei fatti sono tutti dei lecchini che si attaccano a dei “cavalli di razza” per fare carriera politica o semplicemente avere la precedenza quando si tratta di ricevere dei favori. Ne sono disgustato. Ogni volta che sento queste persone parlare della società mi sembrano persone che vivono totalmente al di fuori della realtà, essendo l'unico a ritrovarmi a pensarla cosi mi sono chiesto: forse sono io quello che non ci capisce nulla su come stanno le cose. Succede che ogni giorno vedo persone che si riempiono la bocca di lotta di classe come se fossimo nel 1848, poi si fanno il selfie con Briatore incrociato per strada mentre facevano shopping e passare il tempo durante l'aperitivo a raccontarsi su come il vero male della società siano tutti questi piccoli imprenditori che evadono le tasse.

Sono stanco di tutta questa retorica del cazzo, di qualunquismo spicciolo e badilate d'ipocrisia.

Sono stanco di sentire parlare di rivoluzione dando come unica risposta alla sua fattibilità, la scalata al partito, cercando di creare un elettorato che bisognerà poi convincere che il candidato proposto e il suo programma sono i migliori. Ma come si fa a mettere insieme la parola rivoluzione con quella di candidato? Ma poi perché per fare la rivoluzione bisogna sempre creare una figura mitologica ed inarrivabile, sfruttando il culto dell'individuo perfetto e irraggiungibile che dobbiamo seguire con fede e speranza? è odioso. Perché la prima cosa che viene in mente di fare è quella di mettersi su di un piedistallo per farsi guardare dagli altri?

Perché bisogna sempre sentirsi migliori degli altri e convincerli a delegarci la loro rappresentanza?

Io credo che ognuno di noi abbia le stesse capacità di tutti gli altri, non sto dicendo che siamo tutti uguali e che tutti possiamo fare tutto ma sostengo che ognuno di noi abbia la propria capacità, la propria volontà, questa deve essere lasciata libera cosi da poterla coltivare ed esprimere, al fine che possa raggiungere il suo massimo livello e la si possa mettere in condivisione con tutto il resto delle persone. Bisogna che tutte le persone abbiano la possibilità di comprendere quale sia la propria volontà e lasciarla libera di emergere, liberi di esprimere il proprio potenziale ed essere felici per poi collaborare con chi più gli aggrada per il benessere comune. Obbiettivo che magari non è nemmeno nel progetto di lavoro ma che per rispetto delle altre persone e della propria nella medesima situazione, si lasci il frutto del proprio impegno a beneficio di tutti.

Perché bisogna obbligare le persone a impegnarsi in cose che non piacciono e che rendono infelici?

Ritornando al punto di partenza, io non sopporto più la retorica della rivoluzione socialista che deve passare dalle istituzioni per diventare reale. le istituzioni sono il frutto del potere e le utilizza per conservarsi, perché dobbiamo convincere quelle istituzioni a cambiare e non il popolo? perché continuiamo a metterci in giacca e cravatta affinché ci aprano le porte e pensino bene di noi? io non voglio mettermi la giacca e la cravatta ma soprattutto non me ne frega nulla di cosa pensano gli altri di me se non mi giudicano da quello che dico e faccio ma solo da come mi vesto.

Perché devo adattarmi io al potere per poi conviverci? Perché devo far credere alle persone che io sono la persona giusta a cui affidare la loro rappresentanza? Perché non passiamo il tempo tra le persone a convincerle che si posso rappresentare benissimo da sole e che con le loro forze possono mandare avanti la macchina sociale basandosi sui principi della condivisione e del mutuo appoggio invece che sul egoismo e la concorrenza?

Niente, questo è il mio post introduttivo a questo blog per spiegarvi un pò quali sono i pensieri e le domande che mi affliggono, una minima parte ovviamente. Nei prossimi post vi racconterò altre cose e spero di potermi confrontare con persone che hanno voglia di un dialogo vero su queste cose, non luoghi comuni o discorsi pieni di rabbia e odio ma dialoghi costruttivi, fatti da persone che davvero credono che un mondo diverso sia possibile ma senza dover tenere in vita questo.

Spero che qualcuno legga questo noblog e abbia voglia di scrivermi per scambiare due chiacchiere e qualche parere, io sono un militante e avrei tanta voglia di trovare persone costruttive con cui impegnarmi in un bel progetto che non sia solo volantini e striscioni. Un progetto vero, che abbia come obbiettivo la libertà delle persone, tutte le persone, con la consapevolezza che i frutti del proprio lavoro non saranno visti da noi ma da chi verra dopo di noi. Concludo con una frase di Kroprotkin che mi è sempre piaciuta: io voglio il bene di tutti, anche dei borghesi.

Andrea.