NON DI SOLO FARE VIVE L'UOMO
Il verbo fare è il verbo a cui siamo più affezzionati. Lo siamo talmente tanto che siamo disposti a sacrificare per esso anche il verbo essere. Il fare è il nostro modo di non pensare troppo, di non entrare in noi stessi, di non guardare in faccia le cose serie della vita. Il fare ci dà subito soddisfazione, prende sul serio il nostro innato bisogno di conferme, di appagamento.
Ecco allora cos'è il tempo della vacanza. Essa non è semplicemente la trasgressione necessaria a sopportare nuovamente una lunga stagione di lavoro. Il tempo del riposo, come ci ha ricordato di recente Papa Francesco, è il tempo dell' ecologia del cuore, il tempo in cui il riposo, la contemplazione e la compassione diventano gli ingredienti giusti per ridimensionarci. La vacanza è proprio nella sua etimologia la capacità di essere vuoti, di dare cioè spazio a quella fame/mancanza che ognuno si porta nel cuore, e nel cui eco Dio finalmente può parlare.
Udire la parola di Dio dentro le nostre mancanze, dentro il nostro cuore, significa sperimentare una pienezza che nessuna soddisfazione al mondo può darci. Il necessario che ci serve per essere felici è tutto racchiuso nell' ascolto del verbo essere, di chi siamo veramente, di quella immagine e somiglianza con Dio che ognuno si porta dentro.
Il tempo del riposo è così scovare quella parola nascosta nella nostra bocca e nel nostro cuore, e che fa fatica ad emergere quando la vita la trangugiamo e il cuore è solo colmo di affanni e preoccupazioni.
L.M. Epicoco