Fare le cose così. Che fatica. Pezzo per pezzo. Ancora più fatica. Pagare i propri debiti. Amare i propri oggetti. Perdere gli oggetti, desiderare che vadano a pezzi. Frammenti. Digrignare i denti per la rabbia. Di giorno. Di notte quando si dorme. Pensare di essere stati fregati. Guardarsi attorno e vedere che la fregatura è generalizzata, ma non universale. Digrignare i denti. In fondo – disse la fanciulla – non era ancora chiaro che saremmo stati fregati. C'era un margine di errore. Vero. Eppure. Non sia mai che. La fanciulla è ingenua, ma pratica. Ci sono un sacco di romanzi che potrei leggere per rassicurarmi.

Stare male, ma con un certo benessere. Lo diceva anche il tipo dai cinesi. Non mi sono voltato, non l'ho nemmeno visto in faccia. Ci sono sempre più ricchi da una parte e sempre più poveri dall'altra. E in mezzo quelli dammezzo. Quelli che fingono di essere ricchi. Con disperazione. Non ha detto proprio così, ci ho messo del mio. E quando mai non l'ho fatto? Io bevevo il mio ramen, mangiavo e bevevo il ramen. Digrignavo i denti, pensavo:. Niente in particolare. Ogni cosa che dicevo era fallimentare.

Pile di fogli millenari, decennali, la mia vita tra bollette, multe, richieste di, sanzioni. Libri del malessere, da rilegare. Alla luce li sfoglio, digrigno i denti. Certificati. Chissà – mi chiedo – se ho ancora un organo sessuale da qualche parte. Se non ci pensi non esiste. Che amarezza. Per fortuna che sono una testa di cazzo. Che dimentico tutto. Pronto a rovinare di nuovo. Domani. Meglio. Rovinare meno, rovinare tutti.

Rilegare tutti quei fogli e farne un libro. Aggiungere i certificati medici. I risultati delle analisi. Le anamnesi. Valori dell'emoglobina. Schede personaggio. Dentro sento i blocchi che se ne vanno. Ma fuori sorrido. Faccio una battuta a mio figlio. Mi metto in piedi dal portatile. Faccio uscire i blocchi. Uno a uno. Sono come avvolti nel muco. Li devo pulire, li passo sui pantaloni. È la bava della lingua. Passa anche lì. Non si perde niente. Poi trascrivo. Salvo. Non si perde niente.