Capua. Terminato il presidio di protesta degli allevatori bufalini al casello uscita A1 Cosmic radiation La protesta dovuta agli obblighi di abbattere tutte le bufale da latte sane di un allevamento nel caso dai controlli dell'ASL risultino ammalate di brucellosi il 20% dell'allevamento stesso. Questa politica che va avanti da anni e ha praticamente svuotato le stalle delle bufale casertane per la produzione della mozzarella. La conseguenza è che gli allevatori devono chiudere e i caseifici si procurano il latte per altre vie. Già qualche anno fa la trasmissione televisiva Report del servizio pubblico RAI venne in Campania a indagare. Tra gli intervistati anche il direttore generale del Consorzio Pier Maria Saccani di Parma. Il problema della brucellosi è annoso, deriva dai pascoli allo stato brado delle bufale, oggi vietato, e dal conseguente contatto con animali selvatici portatori sani della malattia. La brucellosi e la Tbc possono essere dannosi per la salute umana in caso di consumo di latte infetto. La soluzione non è semplice, nel dubbio si abbattono tutte le bufale; gli allevatori vengono risarciti, ma un nuovo vitello che nasce oggi produce latte tra tre anni. C'è la strada delle vaccinazioni, così come è stato per l'uomo per il Covid. Gli allevatori lamentano i ritardi sui risultati delle indagini di profilassi sulle bufale che se tempestive potrebbero evitare gli abbattimenti gestendo al meglio le quarantene, ma sopratutto lamentano che dalle indagini sugli animali uccisi solo il 2% risulta in media realmente ammalato. Risultano pure numerosi i casi di falsi positivi di bufale ammalate. Questa situazione va avanti più o meno dal 2014 quando si è preferita la politica degli abbattimenti preferendola a quella delle vaccinazioni. Fatto sta che il settore della mozzarella di bufala DOP casertana è in crisi a vantaggio di altre aree del territorio regionale. E' un vero peccato perché il territorio storicamente dove le mandrie di bufale pascolavano è quello tra il fiume Volturno, il torrente Agnena e il Garigliano dove oggi praticamente esce pochissimo latte da bufala destinato alla produzione di mozzarella. In 10 anni si stimano oltre 100mila capi sono stati abbattuti nonostante il consorzio dichiari quantità di latte in aumento. Così col sospetto che il latte provenga da fuori calano anche i consumi dei consumatori locali. Mentre il presidente del consorzio, secondo alcuni allevatori di nomina politica, non può essere in grado di risolvere con la bacchetta magica la situazione, cosa che tra l'altro non gli compete, gli allevatori si organizzano con gruppi o comitati spontanei, talvolta anche in disaccordo sulle azioni di protesta da intraprendere. Certo se non ci fosse stato il blocco alla rotonda di Castel Volturno sull'Agnena con disagi sul traffico la situazione degli allevatori non sarebbe arrivata all'attenzione dei media, ma c'è anche chi teme che troppo clamore intorno alla vicenda potrebbe portare preoccupazioni e un calo della domanda di mozzarella destinata al consumo estero (a cura della redazione cronaca caserta24ore).

La cronaca dai comunicati stampa Cosmic radiation CANCELLO E ARNONE. Il presidio del coordinamento unitario degli allevatori in lotta per la salvaguardia delle bufale ubicato sulla rotatoria della Domitiana bloccata per circa 5 giorni, in accordo con i commercianti del litorale ha concesso un week end di tregua, quindi il transito sulla principale via del litorale Domizio. Nel contempo dopo la notizia che sta circolando sulle piattaforme social degli allevatori, pertinente l'informazione concessa dal Cia Campania, riguardo il secco no incassato in teleconferenza dal prefetto di Caserta Castaldo di tentare l'istituzione di un tavolo regionale di confronto tra le parti in causa, la Domiziana potrebbe tornare ad essere teatro dello sciopero degli allevatori casertani. Proprio per tale motivo alcuni giornalisti e corrispondenti di zona, recependo le istanze di alcuni cittadini residenti a Pescopagano, a Castel Volturno e Mondragone hanno inviato mediante le piattaforme social delle richieste ad alcuni portavoce degli allevatori tese ad agevolare il passaggio dei bus di linea, quali la navetta Atc bus e l'autobus di linea regionale Napoli Mondragone, per consentire ai bambini della frazione di Pescopagano e non solo di giungere a scuola, in quanto i genitori sono sprovvisti di auto e non c'è più da anni la scuola Primaria in zona, nonostante da più parti in campagna elettorale abbiano promesso “mari e monti”. Anche rispetto al silenzio dei rappresentanti politici molti cittadini di Castel Volturno e Mondragone chiedano, mediante i giornalisti e gli organi di informazione locali che il passaggio delle persone che hanno bisogno di cure sanitarie, corsi riabilitativi verso centri specializzati sia garantito mediante una gestione diretta degli agenti del commissariato di Castel Volturno e della Questura, in quanto vi è stata qualche incomprensione con qualche vigile urbano dislocato in loco e con qualche allevatore. A fronte poi dell'odissea vissuta da molti automobilisti locali che sono stati costretti a percorrere strade e ponti inadeguati lungo un percorso alternativo alla Domiziana durante il blocco, si può scrivere tranquillamente che la maggior parte dei pendolari, dei mezzi di locomozione della Domiziana hanno dovuto intraprendere un viaggio scomodo e lungo attraversando il Comune di Cancello ed Arnone e Cappella Reale. Proprio qui, tra Cancello ed Arnone e Cappella Reale (altezza Agnena) insiste un ponte ristretto dalle barriere di protezione in quanto dal punto di vista strutturale presenta già da qualche anno dei problemi. Il blocco sulla Domitiana per il quale molti automobilisti si lamentano, ha fatto emergere una triste verità, quella che la Provincia di Caserta e la Regione Campania non hanno mai pensato di realizzare un percorso parallelo alla Domitiana che dalla Variante Anas di Castel Volturno si allungasse fino Mondragone. Nonostante qualche tentativo promosso al tempo dall'onorevole Mario Landolfi di Mondragone di proporre il progetto della continuazione della Variante Domiziana, lo stesso poi non è stato più tenuto in considerazione dalla politica locale. Alla fine tutto il traffico della Domitiana è stato dirottato su un percorso da farwest e soprattutto servito da un ponte architettonicamente inadeguato come dimostrano le foto scattate in loco. Alcuni automobilisti, inoltre, hanno forato anche le ruote delle auto. Cosmic radiation MONDRAGONE. Una Domiziana senza auto, a tratti ci è sembrata quasi una strada fantasma. Così è apparso ai nostri occhi il tratto di arteria litoranea che va dal grattacielo dell’ex Idac Food alla rotatoria sull’Agnena dove persiste da 3 giorni il presidio degli allevatori che hanno bloccato la suddetta via di comunicazione al fine di richiamare l’attenzione delle istituzioni regionali e provinciali per ottenere l’apertura di un tavolo di confronto su quello che è il piano anti-brucella della discordia. Non è stato facile giungere al gazebo messo su dal coordinamento unitario degli allevatori, in quanto l’area è presidiata da meticolosi controlli delle forze dell’ordine. Nel contempo dopo una serie di verifiche da parte dei militari dell’Arma e degli agenti della Questura si è riusciti a passare. Giunti alla rotatoria della Domitiana sull’Agnena abbiamo trovato Gianni Fabbris, portavoce degli allevatori e del movimento Agricoltura, seduto sotto il gazebo, attorniato dagli imprenditori di questo comparto. Con l’aria un po’ stanca, ma non per questo arrendevole, non si è tirato indietro rispetto alla proposta di un’intervista per fare il punto della situazione. In effetti gli allevatori casertani hanno bisogno dello spazio mediatico e di chi gli dà voce, in quanto nelle ultime ore il gruppo facebook degli allevatori è stato “limitato”. Attraverso una diretta video di cui pubblichiamo in calce il link è possibile apprendere quanto esplicitato da Fabbris. Nel contempo si può scrivere tranquillamente che i presidi di protesta degli allevatori stanno aumentando in provincia di Caserta (ieri erano 4 ma potrebbe essere allestito il quinto nelle prossime ore) e che il coordinamento unitario degli allevatori non intende mollare assolutamente, nonostante il fatto che dalla Prefettura di Caserta non siano giunte, ancora, notizie positive riguardo la volontà da parte di Palazzo Santa Lucia di avviare il tavolo di confronto con gli esponenti di tale categoria. Pertanto i presidi continueranno a sussistere anche nei prossimi giorni e ce lo ha fatto capire Fabbris quando ha sottolineato con un sorriso: “Non ti preoccupare per le mie condizioni di salute, io riesco a resistere anche per 14 giorni di sciopero della fame”. Subito dopo: “Non ci muoviamo di qui e non molleremo finché le istituzioni non risponderanno alla nostra precisa richiesta, quello del tavolo tecnico-istituzionale”. Poi alla domanda specifica sul commissariamento con un paventato intervento del Governo e del ministero delle politiche agricole, lo stesso Fabbris ha precisato: “Noi chiediamo il commissariamento. Chiariamo, la Regione Campania, quando noi proponemmo l’apertura di un tavolo di confronto, diede, invece, mandato ad un commissario ad Acta per imporre ed attuare l’attuale piano anti-brucella. Costui non può cambiare il suddetto programma di radicazione della brucellosi, ma ha solo la facoltà, concessa sempre dalla Regione, di attuarlo. Il piano – a detta di Fabbris – comunque crea danni e problemi. Noi, invece abbiamo chiesto un commissariamento come avvenne nel 2007 ad opera del Governo Prodi e 2 mesi dopo Berlusconi, secondo la legge di Protezione Civile, in base alle regole internazionali dell’Oie e comunitarie. Quel piano fu un grande successo”. Nel contempo sempre Fabbris ha rilanciato, pure l’istanza che la Task Force nominata dalla Regione per l’attuazione del piano antibrucella “deve dare conto e rispondere di ciò che ha fatto. È arrivato il tempo che la politica, la società e le istituzioni chiedano il conto a questi signori che hanno ideato e gestito il piano”. Sul fronte disagi vissuti dagli automobilisti e dai residenti del litorale Domizio, poi: “Gli allevatori chiedono scusa ai cittadini essendo consapevoli che creiamo disagio. La mobilitazione non è contro di loro. Comunque, chiunque ha avuto o ha un problema di qualsiasi tipo, soprattutto a livello sanitario, può passare. Basta chiedere agli uomini delle forze dell’ordine disposte lungo il perimetro del presidio. Anzi invito i residenti di Mondragone, Castel Volturno e del litorale a scrivere ai sindaci, ai politici locali e fare arrivare messaggi alla Regione Campania per chiedere l’apertura di questo tavolo con gli allevatori. Se poi non si vogliono sedere con noi cominciamo a preoccuparci e a sospettare. A noi non piace trasformare il nostro sciopero in una bagarre politica. Ma Governo e Regione devono ragionare sulle problematiche del nostro settore”.

Buy Me a Coffee at ko-fi.com