e-Evidence. FORZE DELL'ORDINE EUROPEE E RICERCA DELLE PROVE ELETTRONICHE IN AMBITO INTERNAZIONALE

Dal punto di vista delle forze dell'ordine, le piattaforme di social media, le app di messaggistica e gli scambi di criptovaluta sono fondamentali nelle indagini.

Prova elettronica

Il pacchetto legislativo dell’UE sulle prove elettroniche, adottato nel luglio 2023, segna una nuova era nell’ottenimento di prove elettroniche, poiché consentirà alle autorità competenti di emettere ordini giuridicamente vincolanti direttamente ai fornitori di servizi che offrono servizi all’interno dell’UE, indipendentemente dal loro luogo di stabilimento. (cosa sono le prove elettroniche? Leggi sotto la nota 1). In altri termini: una procedura attraverso cui le autorità giudiziarie o di polizia degli Stati membri possono chiedere ai fornitori di servizi internet di accedere alle prove elettroniche archiviate in un altro Stato membro.

Nuovi strumenti giuridici, come il secondo protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Budapest sulla criminalità informatica (vedi nota 2 sottostante), introdurranno nuove basi giuridiche per la cooperazione diretta tra autorità competenti ed enti privati. La legge sui servizi digitali dell’UE, che introduce requisiti minimi standardizzati per gli ordini di fornire informazioni ai sensi delle leggi nazionali degli Stati membri dell’UE, fornisce inoltre ulteriori strumenti e chiarezza per le autorità che hanno necessità di ottenere dati oltre confine.

Sebbene agli agenti sia stata fornita una formazione formale sulle prove elettroniche, permangono lacune nella familiarità con la nuova legislazione, il che sottolinea la necessità di programmi di formazione estesi.

L'edizione 2023 del rapporto SIRIUS sulla situazione delle prove elettroniche dell'Unione europea, pubblicato recentemente (ne abbiamo parlato qui: https://noblogo.org/cooperazione-internazionale-di-polizia/il-progetto-sirius-di-eurojust-e-europol-per-laccesso-alle-prove-elettroniche)  fornisce raccomandazioni per le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie, nonché per i fornitori di servizi, che fanno da tabella di marcia strategica.

Rafforzando la capacità e la fiducia reciproca, le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie possono affrontare con successo le complessità delle prove elettroniche. Gli sforzi di collaborazione e le soluzioni condivise apriranno la strada a un ambiente digitale più sicuro nell’UE, nonché a procedimenti penali efficaci. Per preparare le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie, nonché i fornitori di servizi, a essere pionieri con successo di questa nuova frontiera delle prove elettroniche, sarà necessario sensibilizzare e fornire formazione su questi nuovi strumenti legali così significativi per questo progetto.

Il Rapporto Sirius 2023 (in inglese) è scaricabile qui https://www.eurojust.europa.eu/sites/default/files/assets/sirius-eueesr-2023.pdf

(Nota1) Cosa sono le prove elettroniche?

Le prove elettroniche sono dati digitali utilizzati per indagare e perseguire i reati. Includono, tra l'altro: e‑mail, SMS o contenuti provenienti dalle applicazioni di messaggistica, contenuti audiovisivi, informazioni sull'account online degli utenti. Questi dati possono essere utilizzati per identificare una persona od ottenere maggiori informazioni sulle sue attività. Le prove elettroniche stanno diventando fondamentali nella lotta alla criminalità: attualmente, l'85% delle indagini penali fa ricorso ai dati digitali. Per le autorità, l'accesso alle prove elettroniche può rivelarsi un processo lungo e complicato perché queste ultime spesso sono salvate in un altro paese. I prestatori di servizi online conservano i dati degli utenti in server che possono essere situati in diversi paesi, sia all'interno che all'esterno dell'UE. L'acquisizione delle prove elettroniche è quindi molto più difficile per le autorità giudiziarie, che devono ricorrere a procedure lunghe e complicate per potervi accedere. In oltre il 50% di tutte le indagini penali si effettuano richieste transfrontaliere finalizzate all'ottenimento di prove elettroniche.

(Nota 2) Criminalità informatica

Il 17 novembre 2021 il Consiglio d'Europa ha adottato un secondo protocollo addizionale alla Convenzione di Budapest sulla criminalità informatica. Il protocollo ha lo scopo di stabilire: disposizioni per un regime di assistenza giudiziaria reciproca più efficace, disposizioni sulla cooperazione diretta con i prestatori di servizi in altri paesi parte della Convenzione, un quadro e garanzie per estendere le ricerche oltre frontiera. Il protocollo comprende solide garanzie e requisiti in materia di protezione dei dati. L'accordo ha il vantaggio di poter essere applicato in tutto il mondo. L'UE non può firmare o ratificare il protocollo, in quanto solo gli Stati possono esserne parti. Per questo motivo, l'UE ha autorizzato gli Stati membri a firmare il protocollo (il 5 aprile 2022) e a ratificarlo (il 14 febbraio 2023).



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