Forse è il fatto di usare un device a inchiostro elettronico per navigare, viene meno una parte di “intontimento” da luce che i normali monitor mi danno, ma mi rendo conto quante volte la mia navigazione si allunghi nel tempo perché una parte di me sta cercando una notizia in rete che non esiste
giro sui giornali, vado nei forum, salto da una piattaforma all'altra, apro e richiudo i post, gli articoli con un senso sempre più crescente di inappagamento, come se da qualche parte, nascosta su internet, ci fosse la notizia risolutiva, l'informazione che cambierebbe davvero qualcosa, ma io non riuscissi a trovarla
è una sensazione di fastidio e di debolezza: scorro centinaia e centinaia di titoli civetta che mi promettono frammenti di informazione su questo o quell'argomento, ma il loro scopo è quello di intrattenermi per un po', non di darmi qualcosa di sostanziale, capace di cambiare la mia visione del mondo
giro in una rete che è rimpinzata di conoscenze, ma queste conoscenze sono progettate per non disturbarmi, non richiedono – in genere – da parte mia un impegno eccessivo per essere assorbite o – quando lo fanno – non mi interessano
non è soltanto l'annichilimento da troppa informazione, è come il modo di comunicare sta cambiando per adattarsi a soglie di attenzione sempre più basse e a un ciclo di rinnovo dell'informazione spasmodico e irragionevole
dopo un po' mi rendo conto di questo, prendo consapevolezza di essere in rete a consultare un menù di cibi senza fine, dove i cibi sono poco nutrienti, poco dietetici e soprattutto che il ristorante è progettato per non darmi mai il senso di sazietà, che lo scopo del ristorante è ridurmi a un senso di appetito inestinguibile