mentre sono qua che penso a come potrei chiedere scusa ai miei figli per avere sostituito la polveriera balcanica con quella israelo-palestinese e per aver permesso guerre sanguinarie nel golfo e missili europei in terra russa, nel caso tutto vada in merda, c'è gente che è pagata per fotografare una ragazza chiusa in auto, che si copre il volto, ragazza che ha sepolto i cadaveri dei suoi due neonati nel giardino di casa e penso che da questa barbarie non usciremo mai
la barbarie è la fame dei nostri occhi, che masticano tanto quelle poche parole che restano incastrate da qualche parte dentro di noi, tanto il junk food della comunicazione e dell'informazione, c'è poco da fare, la dieta occidentale prevede entrambe le cose – tanto poi vomiteremo tutto
sono invecchiato cinquantaquattro anni per essere qua seduto con un calice in mano che scrivo, sbagliando, con una tastiera meccanica e ascolto del pop francese uscito oggi di cui non capisco una parola e ho frammenti di me e dei miei figli sparsi per tutta la casa e fuori per il mondo, ho due genitori nascosti nel loro piccolo appartamento che mi sorridono ancora ogni volta che mi vedono, mi offrono dolci e acqua tonica e io li tratto come se fossero immortali, non so se sia la cosa giusta, come se avessimo davanti ancora tutto il tempo del mondo
se so che il mondo è una mezza schifezza, e lo è indubbiamente, mi salva l'altra metà, la meraviglia di questo sforzo improbabile, l'erezione tutta scoordinata di questo muscolo gonfio dove dentro c'è la speranza, il sogno, la gloria, la protezione e l'empatia, quella animale e quella non, quella ragionata e razionale, la più cattiva e necessaria però
stanotte ho sognato che non ero amato, che venivo lasciato così sul letto come un ravatto qualsiasi e mi alzavo allora, dicevo, ravatto per ravatto mi metto a fare qualcosa, che pena
e che energia quella di essere comunque, dopo il desiderio, una volta finita tutta l'energia essere lì in ogni caso e quindi muoversi ancora e fare cose, dare identità a quello che si è e che si sta facendo, che energia incomprensibile è quella che ci muove ogni giorno a fare
le nostre piccole cose, i piccoli rapimenti, i graffi sulla pelle dei vicini, i segni dei morsi sui figli, le impronte sudate delle mani sui muri a cui si siamo appoggiati per un attimo, nel corridoio centrale, per riprendere fiato, ricaricare l'energia