oggi ero in moto e pensavo che sono un ateo materialista con una visione del mondo meccanicistica con una spruzzata di scientismo e pessimismo cosmico e ci sto proprio bene

e ho accelerato sorridendo con il mio scooter elettrico nel mezzo di via Piacenza, piena di auto e di gente, case popolari e pensavo guarda l'uomo, che curiosa efflorescenza del mondo è venuta fuori

alberi, natura, umidità, lampi nella notte e questo qua ora gira con un casco rosa, corre frenetico mosso dal capitale, fa lampeggiare microcircuiti e correre l'elettricità a migliaia di chilometri per scorrere via il porno e minare soldi

eppure tutto questo è solo quello che abbiamo, la contemporaneità, un albume fragilissimo e morbido che non dura niente, cari

mia madre oggi mi chiedeva a pranzo, ma tu venerandi non balbetti più? e io la guardavo e le rispondevo, certo che balbetto, cosa ti credi?

brutto a dirsi ma in queste sere in cui sono solo in cucina, con mio figlio davanti che mangia e guarda lo smartphone, la cagna che mangia rumorosa, la gatta che miagola impazzita in calore, io sono qua e penso che il reale è lì e non mi sopravviverà

ecco, ora mi ricordo, sullo scooter ho pensato: peccato che da morto non potrò più sentire i nuovi dischi di Prince, questo è davvero un rammarico

ho immaginato un mondo dove un motore immobile genera musica partendo dalla musica presistente e questa musica si distrugge nel momento in cui qualcuno l'ascolta

non potere più riascoltare una canzone ma solo nuove generazioni da canoni che si nutrono delle loro stesse invenzioni

suzie q. mi chiede come mi viene in mente certa roba e ci mette un sacco di smile e io le dico che è nella mia natura e sono curioso di vedere cosa succede, come va a finire

oggi ho raccontato a terzogenita di quando una volta ho spezzato il cuore a una ragazza, migliaia di anni fa, le ho spiegato che da ragazzino ero molto immaturo e spaventato e mia figlia non ha detto niente, ha continuato a guardare oltre il vetro del parabrezza

ma quello che non le ho detto è che ero immaturo e spaventato, vero, ma non tanto diverso da come lo sono adesso

a saggiare il vaso con l'unghia sotto la carne si trovano gli stessi guerrieri che ci accompagnavano nelle notti preadolescenzali, gli stessi tamburi e la voglia di distruggere e essere annientati