[cronache dalla scuola]
Attività in quarta, due ore per rifare gli Stati Generali. Un gioco di ruolo, la classe divisa in tre parti, clero, nobiltà, terzo stato, più il re e i suoi funzionari. Attività che avevo già fatto in passato con due altre classi.
Due ore di divertimento, in alcuni momenti avevo le lacrime agli occhi. Il re che aveva ricevuto via mail nei giorni precedenti i cahier de doleances di tutti i suoi compagni, si è preparato un discorso scritto di sette pagine.
Fa uscire i nobili dalla sala e poi fa un discorso a clero e terzo stato e propone loro un sistema per fare giustizia in Francia, senza però perdere il potere. Piccole riforme sociali, sgravi fiscali da una parte, ma poi altre incombenze dall'altra. Offre soldi a tutti (si è portato da casa delle monete di cioccolata) poi li fa uscire e fa entrare i nobili.
Ai nobili spiega che al terzo stato e al clero ha proposto un piano farlocco che dà pochissimi benefici e non toglie nessun privilegio reale alla nobilità. Solo, nella discussione che seguirà, dovranno stare zitti e supportarlo. Ai nobili dà il doppio di monete al cioccolato che aveva dato agli altri.
Poi fa rientrare tutti e inizia il dibattito, dove tutti interpretano il loro personaggio: un commerciante che tratta male il re viene sbattuto fuori dalla classe, i ragazzi si sfottono a seconda della classe sociale a cui appartengono. Fanno domande, contestano. Alla fine si vota: il terzo stato e il clero vengono fregati dal re che vede approvato il suo piano fiscale. Niente rivoluzione. Il tutto in clima di attenzione, libertà e interazione impensabile in una lezione tradizionale.
Fine gioco, il re rivela di aver fregato terzo stato e clero. Poi tutti autovalutano l'attività, loro stessi e i loro compagni con un modulo che andiamo a vedere subito e commentare.
Io, in tutto questo, non ho fatto letteralmente niente se non ascoltare e segnarmi i nomi di chi ha fatto gli interventi migliori.
La differenza – quando possono – la fanno gli studenti.