[cronache dalla scuola]

In pratica sono le ultime due ore del venerdì e in terza ho preparato questo esperimento: siccome la settimana prossima sono in pcto e quindi mi era saltata la verifica finale di storia, ho pensato di fare questa cosa.

Li porto tutti nell'aula cooperative learning, gli chiedo di posare i cellulari sulla cattedra e di dividersi in gruppi di cinque persone. E poi gli dico che facciamo una verifica sulla riforma protestante. Che noi, in classe, non abbiamo mai fatto.

Gli do un foglio con una ventina di domande piuttosto complesse sulla riforma protestante e una serie di fonti. Una mappa logica della riforma protestante, una pagina di un libro di storia internazionale che cita la riforma protestante (Una storia globale dell'umanità), quattro pagine A4 di un libro di storia generalista (Storia del mondo) e altre nove A4 fitti fitti di un testo di storia universitario (Storia moderna), sempre sulla riforma protestante.

“Avete due ore” gli dico. “Le risposte alle domande che vi ho fatto sono nei fogli che vi ho dato”. Possono lavorare collettivamente con i compagni del tavolo che gli è stato assegnato, non degli altri, possono usare tutti i fogli che gli ho dato. Alla fine darò una valutazione al singolo compito che mi viene restituito.

E qua succede la cosa che mi cambia la giornata. Ci stanno. Si mettono lì e per due ore, le ultime due ore del venerdì, non fanno altro. In alcuni gruppi si dividono i fogli da leggere, in altri uno legge ad alta voce per gli altri, confrontano le diverse fonti, escludono i fogli in cui non ci sono informazioni utili per le domande finali, si autocorreggono nelle risposte, si danno consigli, segnalano gli errori di grammatica dei compagni.

Io giro tra i banchi, osservo quello che fanno, come piano piano compongano le risposte, come tutti aiutino uno a scriverle e poi quell'uno le detti agli altri. Alla fine suona la campanella che alcuni stanno ancora copiando le risposte. Due ore di lavoro ininterrotto.

E io in quel momento sento che è successa quella fortunata alchimia, di quando proponi qualcosa che potrebbe essere un disastro e che invece viene presa bene, è stata ben calibrata: funziona.

E a me della riforma protestante, onestamente, non frega più di tanto: quello che vedo brillare è la capacità dei singoli gruppi di elaborare le strategie per arrivare a un fine, di trovare risorse che prima non c'erano, di riuscire ad aiutarsi l'un l'altro per il raggiungimento di un obiettivo comune.

Mentre io non faccio altro che controllare, dare qualche spiegazione dei termini più complessi quando mi chiamano, godermi lo spettacolo.

Insomma, tutto pur di non lavorare.