[cronache dalla scuola]
Faccio di pomeriggio studio assistito e seguo questa ragazza di prima, di origine rumena, che scrive con grande difficoltà, fa un sacco di errori e ogni tanto si blocca, si imbambola per qualche minuto e poi riparte a scrivere e sta scrivendo un compito che le ha dato la professoressa di italiano, se potessi usare una macchina del tempo e andare nel passato, cosa cambieresti?
E lei scrive lì, parola per parola, vedo già degli errori che poi dovrò segnalarle e quando ha finito le chiedo, “posso leggere?” e lei mi fa uno di quei suoi stranissimi e spiazzanti sorrisi e mi dice “certo professore”, con un accento strano e io prendo il foglio e leggo.
E c'è scritto che se lei potesse andare indietro nel tempo e cambiare qualcosa lei non cambierebbe niente, ma spierebbe solo quello ha fatto nel passato, e non cambierebbe niente perché le cose brutte che le sono successe hanno fatto sì che lei sia quello che è, tanto quelle belle.
Lei è fatta di tutti i suoi sbagli e tutti i suoi pregi, in ugual misura. E non ne cancellerebbe nessuno.
“Cazzo” penso mentre leggo e la guardo e lei mi guarda con fare interrogativo. “Gran bel pensiero” dico. “Dove lo ha letto?” e lei si riprende il foglio e mi dice che l'ha pensato lei. “Se io tornassi indietro e correggessi tutti gli errori e gli sbagli, ora penserei che il mondo funziona sempre bene e sia tutto bello. Sarebbe un problema, non trova?” e di nuovo uno di quei sorrisi che guardano oltre me, oltre il muro della scuola, l'esterno dell'aria, non so dove ci sia poi la consistenza del pensiero umano.