[cronache dalla scuola]

Oggi i ragazzi di quarta informatico hanno presentato in classe il loro tentativo di rifare la scena di Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento, usando l'intelligenza artificiale.

Alcuni hanno usato l'AI generativa video creando un frammento di pochi secondi, altri si sono spinti fino al montaggio audio-video di qualche minuto, altri hanno sperimentato cambi narrativi più radicali, mettendo Berlusconi al posto di Cervantes come narratore, altri ancora hanno invece usato i motori che usano le immagini e video stock facendo creare il testo del racconto direttamente alla IA.

È stato interessante vedere i diversi modi di approccio, la diversa passione e tempo speso nel lavoro ma anche i limiti delle AI con prompt generici che creavano – talvolta – video usando le stesse immagini stock, o che generavano narrazioni standardizzate con figure retoriche prevedibili.

In mezzo, il lavoro di Alessandro che – quando un mese fa circa avevo dato la consegna del lavoro – mi aveva chiesto se poteva fare il compito senza usare l'AI, perché lui era contro. L'AI, mi aveva spiegato, è stata addestrata sul lavoro di disegnatori e artisti che erano all'oscuro di quello che stava avvenendo. Al posto dell'avventura di Don Chisciotte con l'AI, avrebbe provato a fare una piccola animazione.

Ecco, oggi abbiamo visto la piccola animazione, e alla fine la classe ha fatto un applauso sentito, spontaneo. Al momento della votazione non c'è stata storia, il premio per il miglior video fatto con l'AI è stato vinto da una animazione fatta a mano.

La cosa mi è stata utile per parlare – appunto – del pericolo della standardizzazione dei prodotti di AI, specie quella di basso profilo e dell'importanza che avrà, nei prossimi anni, la creazione di prodotti di qualità che sappiano andare oltre gli standard.

E – niente – anche questa volta gli studenti salgono in cattedra e si insegnano qualcosa da soli, emozionando anche un po' il sottoscritto.