Sono successe molte cose. Ormai è Settembre innoltrato, il fresco accarezza la pelle, anche nel mezzo del giorno. E’ tempo di fare pulizie, ripulirsi l’animo, ripulire la casa,perchè non lavorare richiede una coscienza di se diversa. Da quando mi sono fatto male, il 24 Maggio, sono stato in una spece di limbo mentale, c’era sempre il rischio di dover rientrare magari per poco ma di dover rientrare e questa cosa mi paralizzava mentalmente. Negli ultimi 20 anni ho lavorato (sono tutt’ora dipendente e lo sarò ancora per un paio d’anni)in un impianto di riciclaggio rifiuti, prima guidando una pala meccanica poi come addetto alla conduzione dell’impianto, un lavoro che poteva essere piacevole se ben impostato, ma invece era ed è ancora una cosa per me terribile. Come sempre le persone sono quelle che fanno la differenza, il capetto dell’impanto è il problema il suo sistema mafioso di mandarlo avanti e di impostare i rapporti con chi gli stà sopra e sotto ha distrutto negli anni la passione che avevo per il lavoro. Nonostante gli sforzi fatti per farlo saltare non solo da parte di qualche operaio ma anche da parte di qualche dirigente lui rimane li a tessere le sue mafiette che infettano l’animo. Chi gli si è opposto se ne è andato in un modo o nell’altro, non c’è posto per l’opposizione, gli aggangi che ha con la dirigenza sono troppi. Il 24 Maggio sono arrivato a lavoro e siccome avevo in macchina dei sacchi con detro degli scarti del giardino di casa , sono andato al monte del organico da macinare in un piazzale all aperto per buttarli via, prima di cambiarmi e prima di timbrare, mentre uscivo di macchina un collega mi e venuto addosso con una pala meccanica da 90 quintali centrando la macchina ed io per evitare di essere investito in pieno mi sono spinto via e mi sono rotto il polso destro. Potevo essere mortopochi centimetri hanno fatto la differenza. Il collega non mi ha visto nonostante i 5 specchietti retrovisori e la telecamera posteriore. Stava telefonando con la nuova amante con cui da due o tre giorni era in crisi, con l’amante mentre la moglie sta in oscedale con un cancro a trentanni. Non hanno chiamato un autoambulanza mi hanno portato al pronto soccorso con un furgone, e lasciato lì poi è arrivata la telefonata “ non denunciare l’infortunio, ti sei fatto male a casa tua, eri nel torto hai sbagliato tu.” In pochi istanti nonostante lo schoc ho compreso, il capetto ha raccontato una sua verità, l’azienda come il solito gli ha creduto, ho fatto due conti, non ho denunciato l’infortunio e sono in malattia da allora in attesa di entrare in cassa integrazione in questi giorni, poi a gennaio inizierà la lotta per lo scivolo pensionistico alla fine della cassa, sono fuori come molti prima di me , si troverà un modo per non farmi rientrare. Ora che sono fuori e me ne rendo conto che grande foruna che ho avuto quel giorno sono vivo e sono fuori da qual manicomio. In 20 anni comprendi a fondo come funzionanano le cose nel luogo dove lavori, le pressioni ed anche i favori fatti in modo di creare un sistema … venti anni sono lunghi delle volte non li fanno nemmeno gli omicidi ed io li ho fatti per la famiglia le figlie e la pensione.