Diario di un pensionato, cose a caso.

Un luogo dove mi ricostruisco.

Quando le cose si fanno difficili

Sono sempre stato un frequentatore di social in special modo di Facebook, si dagli inizi quando le cose erano diverse, avendo la passione per la fotografia era il modo ideale per far vedere le foto e discuterne, anche di parlare di politica, poi le cose pian piano sono cambiate, difficile accorgersi quando, i gruppi tematici con i loro capetti? Non lo sò all'improvviso mi sono reso conto che molti cercavano disperatamente di monetizzare la propria notorietà e di trasformare una passione in soldi: corsi workshop mostre. Pur di mantenere lo status non era più tollerata l'obbiezione il dubbio la differenza. Amo la fotografia è un modo bellissimo di comunicare, una poesia nelle arti figurative, che a differenza della pittura richiede un atto di presenza alla cosa che racconti, anche se usi uno strumento tecnologico è basata su un processo mentale che parte da lontano, dalla tua cultura dal tuo essere, non puoi perdere ore a discutere sulla tecnica. Mi sono ritrovato da solo, perdendo memoria perchè lentamente di gli hd si rompevano con un attrezzatura fotografica sempre più inadeguata ai tempi, spendendo soldi in software proprietari, perdendo tempo in discussioni inutili con altri fotografi e di loro ventisette livelli di correzione per un ritrattino. Ho riaperto i libri, ho capito quali erano le foto che mi piacciono, ho visto le rimanenze di un rotolino che si sono salvate dopo un incidente in camera oscura, 11 foto che si sono salvate da quattro rotolini, Omaha Beach il fotografo era sbarcato con la prima ondata ed aveva due Contax II a telemetro, l'unico che è riuscito a scattare qualcosa in quelle ore ed a essere rimasto vivo. Non mi sono potuto comperare un contax II costa ancora molto è un bel pezzo da collezione ma mi sono preso una kiev III diciamo una contax prodotta in urss dopo la guerra ( è una storia che andrebbe raccontata) ed ho capito cosa è la fotografia per me. Non è la tecnica non è la tecnologia è il cuore gli occhi la mente che ci metti . In pochi hanno compreso questo passo, mi sono allontanato da quel mondo, disturbato ed ho cercato altrove ed ho trovato mastodon.uno e poi parti del fediverso , ho abbandonato anche il software proprietario imparando a sviluppare le pellicole ed usare linux. Adesso ho smesso anche di lavorare . Io ho la Kiev Linux ed il fediverso mi sento libero. Lucio

Rocca d'Orcia,

un pezzetto della mia infanzia e tanti ricordi, i miei genitori abitavano a Torrenieri mentre “alla rocca” i mei nonni materni.
Il mi babbo non aveva la macchina ancora ma solo il motorino un Beta tre marce a mano marrone brutto come la peste bubbonica, quindi l'unico modo per spostarsi era o noleggiare la macchina del Bolgi o il treno o la Sita. La Sita me la ricordo bene, con quel puzzo di nafta che ti strozzava la gola fin da quando si apriva la porta e la mi mamma ebbe la brillante idea di farmi fare il viaggio sul cofano del motore accanto all'autista per evitare che mi venisse il mal d'auto, dopo tre curve verso San Quirico ero belle verde, tra puzzo e rumore riuscivo a mala pena capire i discorsi che mi faceva :” vedi lucino lì ci stà la mi cugina, guarda bellino Celamonti che ci stà un amico di Babbo.“. A Bagno Vignoni si scese per far una pausa e caricare le ceste con le galline del Galletto altro parente alla lontano della mamma

https://goo.gl/maps/1gxeTNUAu6YE3DLcA

#Viaggiare ###oggi si parte È una cosa strana lasciare casa per l incognito soprattutto abbandonare cose che ingombrano tipo il PC settanta macchine fotografiche ecc.... Quindi si farà tutto o quasi da telefono anche il blog e vedremo come và. Intanto aspetto che arrivi mia moglie per partire, lei stamani lavorava, sperava di uscire prima ma si vede che ha incontrato difficoltà. Va bene così visto che la prima tappa è a Follonica beach. Peccato che il CongoBar è chiuso. Mi arrangerò.

Prossimo post da Follonica.

Linux, mi ha sempre affascinato, sopratutto perché mi permette di sbagliare e di imparare senza avere il terrore di gettare via tutto, ho reinstallato decine di volte tutto il sistema operativo perché ho incasinato da shell con comandi immaginari cercando di installare programmi impossibili ecc... ec... Con il tempo ho imparato ad amare anche le sue ristrettezze di software e una certa sua essenzialità, non devo cercare 77mila programmi ma imparare bene ad usare quelli che ho. Su windos invece ero sempre alla ricerca di programmi suite per fare cose, ecco su linux invece mi concentro sulle cose da fare, per molte cose basta l'editor di testo, non un office intero, anche per fare pagine web in htlm basta scrivere testo, ma quello che conta invece sono i contenuti, le cose da raccontare. Insomma linux ti porta verso i contenuti e meno sull'apparenza, ed in questi tempi è una gran cosa. Non essendo un programmatore uscito dal università, ma un ex operaio curioso, ho cercato di capire perché alcune cose mi spaventavano di linux, perché mi lasciavo sempre una partizione windos, ora dopo molto tempo l'ho capito: linux è silenzioso e io devo riempirlo di cose mentre windos è una cacofonia teleguidata è lui che ti riempie e ti guida, come quando ti abitui ad abitare in citta ed al improvviso ti ritrovi in campagna e ti accorgi del silenzio. Ti rendi conto che l'informatica, il web è un mezzo non un fine, come del resto ero arrivato a questa conclusione anche per la fotografia. Unico rimpianto la difficoltà di scansionare i negativi che mi sviluppo da me ma risolverò anche questo. Lucio , oggi è il primo d'ottobre e mi sento ancora più libero da pesi, insieme al non andare più a lavorare è iniziata questa fase di alleggerimento.

Sono successe molte cose. Ormai è Settembre innoltrato, il fresco accarezza la pelle, anche nel mezzo del giorno. E’ tempo di fare pulizie, ripulirsi l’animo, ripulire la casa,perchè non lavorare richiede una coscienza di se diversa. Da quando mi sono fatto male, il 24 Maggio, sono stato in una spece di limbo mentale, c’era sempre il rischio di dover rientrare magari per poco ma di dover rientrare e questa cosa mi paralizzava mentalmente. Negli ultimi 20 anni ho lavorato (sono tutt’ora dipendente e lo sarò ancora per un paio d’anni)in un impianto di riciclaggio rifiuti, prima guidando una pala meccanica poi come addetto alla conduzione dell’impianto, un lavoro che poteva essere piacevole se ben impostato, ma invece era ed è ancora una cosa per me terribile. Come sempre le persone sono quelle che fanno la differenza, il capetto dell’impanto è il problema il suo sistema mafioso di mandarlo avanti e di impostare i rapporti con chi gli stà sopra e sotto ha distrutto negli anni la passione che avevo per il lavoro. Nonostante gli sforzi fatti per farlo saltare non solo da parte di qualche operaio ma anche da parte di qualche dirigente lui rimane li a tessere le sue mafiette che infettano l’animo. Chi gli si è opposto se ne è andato in un modo o nell’altro, non c’è posto per l’opposizione, gli aggangi che ha con la dirigenza sono troppi. Il 24 Maggio sono arrivato a lavoro e siccome avevo in macchina dei sacchi con detro degli scarti del giardino di casa , sono andato al monte del organico da macinare in un piazzale all aperto per buttarli via, prima di cambiarmi e prima di timbrare, mentre uscivo di macchina un collega mi e venuto addosso con una pala meccanica da 90 quintali centrando la macchina ed io per evitare di essere investito in pieno mi sono spinto via e mi sono rotto il polso destro. Potevo essere mortopochi centimetri hanno fatto la differenza. Il collega non mi ha visto nonostante i 5 specchietti retrovisori e la telecamera posteriore. Stava telefonando con la nuova amante con cui da due o tre giorni era in crisi, con l’amante mentre la moglie sta in oscedale con un cancro a trentanni. Non hanno chiamato un autoambulanza mi hanno portato al pronto soccorso con un furgone, e lasciato lì poi è arrivata la telefonata “ non denunciare l’infortunio, ti sei fatto male a casa tua, eri nel torto hai sbagliato tu.” In pochi istanti nonostante lo schoc ho compreso, il capetto ha raccontato una sua verità, l’azienda come il solito gli ha creduto, ho fatto due conti, non ho denunciato l’infortunio e sono in malattia da allora in attesa di entrare in cassa integrazione in questi giorni, poi a gennaio inizierà la lotta per lo scivolo pensionistico alla fine della cassa, sono fuori come molti prima di me , si troverà un modo per non farmi rientrare. Ora che sono fuori e me ne rendo conto che grande foruna che ho avuto quel giorno sono vivo e sono fuori da qual manicomio. In 20 anni comprendi a fondo come funzionanano le cose nel luogo dove lavori, le pressioni ed anche i favori fatti in modo di creare un sistema … venti anni sono lunghi delle volte non li fanno nemmeno gli omicidi ed io li ho fatti per la famiglia le figlie e la pensione.

25 Agosto 2022 Siena Continuo con Torrenieri

Più o meno il paese è questo adesso

25 Agosto 2022 Siena Continuo con Torrenieri

Più o meno il paese è questo adesso

25 Agosto 2022 Siena Continuo con Torrenieri

Non sono di Siena

ci vivo, il che è diverso

sono di Torrenieri

post n°4 24 agosto 2022

Io sono nato sessanta anni fà a Montalcino, nel ospedale di Montalcino, il mi Babbo ed il mi Nonno hanno sempre detto che a Montalcino ci si nasce e delle volte ci si và a morì proprio a causa dell'ospedale, se si può non ci si và anche se c'è il comune. 60 anni fà Torrenieri era un paese fiorente con una forte industria, la ferrovia, il deposito dei monopoli di stato, insomma più che una frazione del comune di Montalcino era il paese economicamente più forte (ancora non era partita la storia del vino). Siena era lontana, 60 chilometri di cassia curve e tutta la val d'arbia da attraversare, col treno dovevi cambiare ad Asciano, i pulman della Sita erano terribili un puzzo di nafta che nemmeno a porto marghera ed il mi Babbo aveva un Beta 48 tre marce a mano e punte a pié che gli serviva per portare le balle dell'erba per i conigli e poco più. Insomma venti case intorno ad un incrocio della cassia una fabbrica ed una stazione. Ora e qui viene li difficile da spiegare, sono cresciuto con la lotta di classe tutto intorno, tra i contadini mezzadri, gli operai della fabbrica e quelli degli uffici i fattori ed i lecca culi del padrone. Tutto è cambiato quando il Crocchi il padrone è fallito, i contadini furbi si sò comprati i poderi dal tribunale, l'operai si sò ricollocati dopo la cassa integrazione in qualche fabbrichetta che poi è durata poco, ma i leccaculo sono sopravvissuti raccomandandosi al vescovo o sbandierando tessere socialiste. Addesso Torrenieri è morto anche le ultime attività sono finite i paesi vicini prosperano, gli hanno tolto anche le curve della cassia e la ferrovia. Me ne sono andato molti anni fà quando avevo poco più di vent'anni, sposandomi con una che voleva uscire di casa anche lei, non è durata, per salvarmi dalle conseguenze mi sono rifugiato ai confini della maremma, piano piano mi sono ripreso risposato riprodotto e sono arrivato ad una parapensione . Mi è rimasto l'occhio vigile del paesano, quello che serve per pararsi il culo da quelli con le scarpe alla moda, quelli che sembrano boni ma che sò come i serpi, l'amore per quelli schietti brutti .

#Non sono di Siena#

##ci vivo, il che è diverso##

###sono di Torrenieri###

post n°4 24 agosto 2022

Io sono nato sessanta anni fà a Montalcino, nel ospedale di Montalcino, il mi Babbo ed il mi Nonno hanno sempre detto che a Montalcino ci si nasce e delle volte ci si và a morì proprio a causa dell'ospedale, se si può non ci si và anche se c'è il comune. 60 anni fà Torrenieri era un paese fiorente con una forte industria, la ferrovia, il deposito dei monopoli di stato, insomma più che una frazione del comune di Montalcino era il paese economicamente più forte (ancora non era partita la storia del vino). Siena era lontana, 60 chilometri di cassia curve e tutta la val d'arbia da attraversare, col treno dovevi cambiare ad Asciano, i pulman della Sita erano terribili un puzzo di nafta che nemmeno a porto marghera ed il mi Babbo aveva un Beta 48 tre marce a mano e punte a pié che gli serviva per portare le balle dell'erba per i conigli e poco più. Insomma venti case intorno ad un incrocio della cassia una fabbrica ed una stazione. Ora e qui viene li difficile da spiegare, sono cresciuto con la lotta di classe tutto intorno, tra i contadini mezzadri, gli operai della fabbrica e quelli degli uffici i fattori ed i lecca culi del padrone. Tutto è cambiato quando il Crocchi il padrone è fallito, i contadini furbi si sò comprati i poderi dal tribunale, l'operai si sò ricollocati dopo la cassa integrazione in qualche fabbrichetta che poi è durata poco, ma i leccaculo sono sopravvissuti raccomandandosi al vescovo o sbandierando tessere socialiste. Addesso Torrenieri è morto anche le ultime attività sono finite i paesi vicini prosperano, gli hanno tolto anche le curve della cassia e la ferrovia. Me ne sono andato molti anni fà quando avevo poco più di vent'anni, sposandomi con una che voleva uscire di casa anche lei, non è durata, per salvarmi dalle conseguenze mi sono rifugiato ai confini della maremma, piano piano mi sono ripreso risposato riprodotto e sono arrivato ad una parapensione . Mi è rimasto l'occhio vigile del paesano, quello che serve per pararsi il culo da quelli con le scarpe alla moda, quelli che sembrano boni ma che sò come i serpi, l'amore per quelli schietti brutti .