A cosa servono i social network

Ricordo che mi ero tuffato nel Fediverse qualche mese fa dopo aver letto un post di Kein Pfusch aka Uriel Fanelli. Ne ho riletto uno recentemente in cui dice che non è necessario mettersi a fare concorrenza ai social network principali inseguendo i numeri, anzi, piccolo è bello. E' un'opinone che allo stesso tempo mi lascia perplesso e suscita in me una serie di domande che possono ricondursi e riassumersi tutte in questa: A cosa servono i social network?

Io credo che i social network servono per interagire, talvolta in forma narcisistica o morbosa, talvolta più costruttiva, con una platea di persone affini che abbiano voglia di trattare in modo molto superficiale certi argomenti. Scrivo “molto superficiale” perché ho ben presente il ruolo passato dei forum, i quali sono stati (ahimé, il loro declino è inesorabile a causa dei vari discord + chat di messaggistica varie) lo strumento migliore per approfondire in modo interattivo e quasi professionale certe questioni senza per questo rinunciare anche alla chiacchiera scanzonata (come ben sanno i frequentatori delle sezioni Off-topic).

Però riconosco che il giudizio di superficialità che riservo ai social network non è del tutto colpa loro ma dello spazio che è stato lasciato loro. Mi spiego meglio: a metà del 2020 ormai tutto quello che poteva essere scritto sugli argomenti 'statici' (la storia mondiale, le zucchine, come riparare la bicicletta, come allungare il pene ecc.) è già stato messo su server, pixel nero su pixel bianco, sparso su blog, wiki, forum, siti dedicati, portali Supereva e via discorrendo. Solo il resto, cioè quello che non è statico, cioè il calciomercato, il gossip sui vip, le esternazioni dei politici, l'attualità propinata dall'agenda massonica può essere oggetto di strumenti nuovi o alternativi. Però gli argomenti sopra descritti sono cadùchi, effimeri, leggeri e poco importanti per la loro stessa natura. Una volta che impari come coltivare le zucchine o allungare il pene, beh, quello è per sempre. Se Salvini e Renzi oggi dicono qualcosa non è detto che domani non ne dicano un'altra di segno opposto. Se il Milan vuole comprare Messi, magari domani si scopre che non è vero.

Questo, a lungo andare, dà al social network un senso di inutilità che si estende, oltre che alle altre forme comunicative di internet «socializzate» tipo i blog e i portali di informazione, anche alle persone con cui interagiamo. Cioè, hanno l'effetto opposto: anzichè avvicinarci, ci allontanano per inedia. Ad esempio, mi sono reso conto che, col passare del tempo, anch'io trovo le persone sempre più noiose e meno interessanti. E che il mio problema coi social è proprio questo: è completamente scomparso il senso di curiosità nei confronti degli altri, quello che provavo agli albori di internet, quando leggevo avidamente i post di una ragazza adolescente e mi sembrava di stare lì a spiare il suo diario segreto, con quel misto di scoperta e senso del proibito. Il blog invece è diverso: qui non è importante l'interazione con gli altri ma solo l'espressione personale. In effetti potrebbe essere una forma alternativa di narcisismo allo stato puro ma, pur se è questo il caso, la trovo comunque più accettabile.

Mi rendo conto che la mia non è solo una riflessione sui social network, sui blog, su internet, quanto piuttosto sul rapporto problematico con l'altro-da-sè. Però, come dicono negli editoriali di Donna Moderna? La tecnologia è uno strumento e gli strumenti non sono buoni o cattivi, conta solo come li si utilizza e il coltello può uccidere un uomo o tagliare il pane e bla, bla, bla gne-gne-gne. Quando ero un adolescente, mi ero ripromesso di seguire mai un consiglio che potesse figurare negli editoriali pieni di buonsenso femminile (ossimoro) di Donna Moderna però dai, questa considerazione secondo me è un po' giusta. Ce n'è una di segno opposto che dice che è il media che fa il messaggio. Ma ormai siamo abituati alle considerazioni di segno opposto che sono entrambe valide e vere.

E i terribili colossi del social mainstream? E i big data? Lo ammetto: non mi interessa più di tanto fare battaglie come una singola molecola di sodio in acqua Lete. I loro social sono invivibili e spero che muoiano al più presto con le chat di messaggistica, che siano le loro o quelle di qualcun altro. Ma temo una cosa: il problema alla fin fine potrebbe essere proprio l'essere umano. Personalmente proverò a recuperare il rapporto con il mio prossimo, chissà...

Detto questo, un breve aggiornamento sullo sviluppo della mia visual novel: non ho scritto un cazzo. Anche qui c'è un problema a monte, una questione sospesa che non si vuole sbloccare nella mia vita privata e professionale. Forse le cose cambieranno dal prossimo post.

Gippo for Comitato Yamashita