Il mio rapporto coi giochi di guida
Ricordo che dopo il mitico Gran Prix di Geoff Crammond, messa alle spalle una lunga pausa per il mancato aggiornamento del PC, il mio primo simulatore di guida moderno di monoposto sportive fu Racing Simulation 3. Non era male come gioco ma non aveva le squadre originali della Formula 1, anzi, a dire il vero era tutta un altra competizione automobilistica ma le auto erano abbastanza simili a quelle della categoria che miravo a simulare.
Il desiderio di scrivere un post sui giochi di guida prende origine dal fatto che ieri, mentre tornavo a casa dal lavoro, una donna (donna al volante pericolo costante, rammentiamolo) ha fatto una curva sfruttando, come suol dirsi, tutta la pista e per poco non finiva con l'impattare con la mia auto. Questo mi ha fatto venire in mente che talvolta, quando ero alle prime armi, poteva capitarmi di tagliare un po' la curva e addirittura finire con una ruota su un piccolo rialzo a bordo strada. A quel punto mi veniva in mente che “avevo sfruttato il cordolo” .
Questo dava la misura del fatto che, padroneggiando la terminologia e utilizzandola nel quotidiano, dimostravo di essere sicuramente molto più appassionato di automobilismo di quanto lo sia ora. Ero anche più giovane (tema questo che sta tornando a riproporsi un po' troppo frequentemente nei miei post: che stia davvero diventando vecchio?) e guidavo molto di meno. Non è come ai giorni nostri che uno non fa in tempo a farsi crescere i pelucchi sotto il naso che già gli donano una minicar. Voglio tuttavia specificare che l'ultima metafora è solo per i maschi e non anche per le donne baffute sempre piaciute. Rimango dell'idea che “donne al volante pericolo costante”, quindi escludo aprioristicamente il gentil sesso anche da allegorie o altre figure retoriche relative alle quattro ruote.
Dicevo che guidare un'auto dal vero talvolta mi mancava in gioventú. Ebbene, tale distanza dal mezzo automobilistico generava in me tutta una serie di languori che tentavo di sopire con simulazioni di guida, meglio se realistiche al punto che, se alla prima curva si finiva direttamente fuori strada per mancanza di controllo della vettura, si insinuava lieve nell'animo, una sensazione sí frustrante, ma allo stesso tempo appagante.
Diceva un conoscente con la comune passione per i videogiochi, al quale rivelai che mi piacevano i giochi di guida, che lui non li amava molto perché gli bastava il traffico che affrontava ogni giorno per andare al lavoro. Ecco, oggi lo capisco un po' meglio, visto che non gradisco più cosí tanto questa categoria di videogame per lo stesso identico motivo. Non che affronti un traffico particolarmente terribile ma quel senso anticipatorio di testare le mie abilità di automobilista è definitivamente scomparso. Così, prima mi sono buttato sui Need for Speed, poi... basta. Se ci penso, la cosa fa un po' tristezza, perché coi giochi di guida é finita fuori strada anche la mia giovinezza di pilota virtuale e di uomo.
Ah dimenticavo: donna al volante, pericolo costante!
Gippo for Comitato Yamashita