Le fasi
Oggi voglio parlare delle fasi. Le fasi sono un'articolazione naturale dell'esistente in divenire, difatti le persone e le situazioni sono sempre in continua evoluzione. In particolare, ogni processo di esplorazione di una nuova tecnologia o di un nuovo filone di interessi , si articola generalmente in più fasi definite. Esse, a mio parere, sono:
1) La fase dell'innamoramento e della scoperta
Qui è tutto bello e nuovo, i campi sono tutti inesplorati e non c'è spazio nè tempo per chiedersi dove si vuole andare a parare. Se non ci fosse questa fase, non faremmo mai nulla e staremmo tutti apatici in un angolo a farci i fatti nostri. Non ci sarebbero le invenzioni, i salti tecnologici, le nuove idee. Ma la fase non dura molto e si passa alla nuova fase in gran fretta.
2) La fase della ricognizione
C'è ancora un processo di scoperta ma anche un piccolo processo di verifica. Cominciano a crearsi nella mente le aspettative e i possibili obiettivi e compare un primo, embrionale approccio mirato al feedback, cioè si provano a testare le possibilità che l'uso del nuovo giocattolo evidenzia. La fase termina quando, come in un videogame, cominciano ad apparire i limiti del mondo di gioco, tipo i muri invisibili di alcuni sparatutto 3D o le frasi ripetute allo sfinimento dai PNG (personaggi non giocanti) dei giochi di ruolo.
3) La fase dell'abitudine
Questa non è una fase necessariamente cattiva, anzi. L'esperienza è, bene o male, chiara e piacevole e c'è la volontà di ripeterla: in breve, assistiamo all'ingresso nella routine. Dicevo che non è una fase cattiva ma, a dispetto del nome, talvolta è una fase instabile perché può sfociare nelle fasi successive. Sarebbe bello se l'esperienza rimanesse una sana, corroborante abitudine ma il deterioramento è in agguato.
4) Var. A: La fase della stanchezza
La stanchezza è uno dei possibili sviluppi. Si crea una sorta di crisi di astinenza da dopamina rispetto a quando tutto era nuovo e bello. Allora si cercano nuove varianti e variazioni, per lo più di carattere cosmetico. Ad esempio, quando avevo un blog su Splinder, sapevo riconoscere la fase della stanchezza per via di un semplice sintomo: avevo voglia di cambiare template. Come si supera in modo costruttivo la fase della stanchezza? Questo attiene alle riflessioni conclusive.
4) Var. B La fase della dipendenza
E' una fase alternativa a quella della stanchezza. Tutti questi psicologi di Facebook e social affini hanno capito che, attraverso l'engagement, la gamification e altre pratiche sataniche (satana = il nemico) si possono rendere dipendenti i propri utenti. L'hanno capito subito i MMORPG e giochi con il ranking. Non importa che l'esperienza non sia più piacevole: importa che chi ne fruisce non riesca più a staccarsene. Ovviamente non vogliamo questo.
5) La fase della fuga
Comunque vada, prima o dopo arriva la fuga. A meno che...
CONCLUSIONI
Superare concettualmente le fasi della dipendenza o quelle della stanchezza e della fuga richiede sempre e soltanto lo sforzo di rispondere una domanda: a che serve ciò che sto facendo? Ed eventualmente: chi paga? Difatti, se c'è una cosa che ho imparato è che non si possono ignorare le regole dell'economia e della corretta gestione del tempo (che è denaro).
Insomma alla fin fine “andare va bene però a volte serve un motivo” e non si ha qualcosa di concreto da promuovere o organizzare o (perché no?) da vendere, tutte le iniziative sono destinate ad esaurirsi per inedia. Amen, alla prossima e scusate il cinismo.
Gippo for Comitato Yamashita