Lo sciamano della pioggia: un post neutrale e tranquillo
Oggi è un giorno che mi tocca scrivere un post solo per onor di firma e non mi è possibile dilungarmi troppo. E allora vorrei scrivere, come indico nel titolo, un post neutrale e tranquillo, il che è l'obiettivo principale che ho da quando ho ricominciato a scrivere per il blog a cadenza regolare (cioè il martedì, il venerdì e la domenica). Sono partito apposta dalla dittatura sanitaria così potrò andare in calando con la provocazione e l'“engagement”. Perché faccio questo? Perché credo un po' nella magia della scrittura. E perché da qualche parte ho letto il seguente episodio che vi racconto. Lo faccio anche per il fatto che, esattamente sedici anni fa, avevo creato il mio primo blog e scritto la mia prima riflessione destinata ad essere pubblicata in rete. Non conservo il post con le esatte parole ma ricordo perfettamente che mi autoproclamavo uno sciamano e che, attraverso il blog, avrei aiutato tutti (me compreso) a scoprire il senso della vita. Buona lettura allora.
Lo sciamano della pioggia
Un villaggio chiama un sciamano per risolvere un grosso problema che li affligge: la siccità. Sono mesi che non piove e, al tempo in cui sono ambientate le vicende, non c'erano bar o ristoranti attrezzati per l'asporto o la consegna e nemmeno le app tipo Just Eat e i rider che caricano le pietanze come per magia e le portano direttamente a domicilio. Bisognava seguire tutta la filiera produttiva del cibo, cominciando dalla semina e proseguendo con la coltura che aveva, come processo di supporto imprescindibile, l'irrigazione a mezzo acqua piovana. Per questo motivo, capite bene che la mancanza di piogge poteva essere un grosso problema. Lo sciamano convocato per risolvere la questione, quando arriva nel villaggio, viene accolto da gente in preda ad un chiaro esaurimento nervoso. Molti lo vedono disperati come l'ultima spiaggia e un'ansia tremenda aleggia come una cappa opprimente in ogni casa e in ogni via. Nel villaggio poi non si parla d'altro che di siccità, meteo, cumulonembi, rosso di sera bel tempo si spera, rosso di mattina bel tempo si avvicina, cielo a pecorelle pioggia a catinelle. E' quindi con grande sorpresa e un pizzico di sconcerto che gli abitanti constatano come lo sciamano, per risolvere la questione, non faccia assolutamente nulla. Nè una danza, nè un rituale dotato di un minimo di fascino mistico-esoterico. No, semplicemente alloggia nell'abitazione che gli è stata assegnata, si alza la mattina presto, fa una passeggiata, fa quattro chiacchiere qua e là, mangia, rifa una passeggiata, richiacchera, rimangia e va a dormire. Insomma, fa una vita assolutamente normale e tranquilla. La gente comincia a perdere la pazienza e se non lo scaccia come mangiapane a tradimento è solo perché hanno visto Karate Kid e pensano che magari è una roba tipo “Dai la cera, togli la cera” che all'inizio non la capisci ma poi... E infatti, di lì a breve comincia a piovere. Grandi feste, lo sciamano ce l'ha fatta, le ragazze del villaggio gliela danno in segno di riconoscenza e infine lui, dopo un paio di gozzoviglie, se ne riparte solitario verso il tramonto col suo poncho e il suo sombrero.
Non vorrete mica che vi spieghi la morale, vero?
Gippo for Comitato Yamashita