“Adamo” di Ted Dekker

Bene e male esistono e sono in eterna lotta. Non è superstizione, non è fede: ciascuno di noi, credente o ateo che sia, riconosce e distingue ciò che è bene da ciò che è male. Il problema è che la visione è soggettiva.

Anno 1964. I fratellini Alex e Jessica Price vengono rapiti dalla loro casa nel cuore della notte e, nonostante le incessanti ricerche da parte dei genitori e della polizia, di loro si perdono le tracce. California, oggi. Daniel Clark, profiler dell’FBI, non ha dubbi circa Eva: si tratta di un serial killer, uomo, bianco, estremamente lucido e organizzato, la cui mente è devastata da manie mistico-religiose e che ha scelto di farsi chiamare così. Ogni mese, al sorgere della luna nuova, Eva uccide una donna al culmine di un allucinato rituale; le vittime, tutte rinvenute in rifugi sotterranei o caverne, non presentano segni di violenza né fisica né sessuale, sembrano tutte essere state uccise da una malattia dai sintomi simili alla meningite e, nonostante siano già oltre quindici le donne rapite e uccise, né Daniel né la sua nuova collega, l’anatomopatologa Lori Ames, sono riusciti a capire come siano state infettate dal misterioso e letale morbo. In questi mesi Clark ha sacrificato tutto alla ricerca di Eva, incluso il suo matrimonio con la giovane avvocato Heather, ma questa notte tutto potrebbe cambiare. Lui, Lori e una squadra dell’FBI sono sulle tracce di Eva, sanno dove si trova, qual è il rifugio che ha scelto, in una grotta tra i monti della California, e sono certi di poterlo finalmente arrestare: Clark e Ames hanno trovato la sua ultima vittima ancora viva, l’hanno caricata sul sedile posteriore dell’auto e sono pronti a partire quando dall’oscurità, del tutto inatteso, ecco apparire Eva che esplode diversi colpi di pistola contro Daniel. Tutto si fa buio. Dunque, è così che si muore. Silenzio. Il tempo non esiste. Nessuna luce abbagliante. Tic. Tac. Tic. Tac. Buio. Tic. Tac. Il tempo esiste. Venti minuti. Luce. Un miracolo. Rianimare qualcuno dopo venti minuti è al limite delle possibilità umane, è sul labile confine tra scienza e mistero, eppure Lori non si è arresa, Daniel ha lottato. Ed è tornato. Non ricorda, però, il viso di Eva, che nonostante tutto è riuscito nuovamente a beffare gli inseguitori, e non c’è stato modo di salvare la sua ultima vittima. Le indagini tornano, ancora una volta, a un punto morto. O forse no. Da qualche parte, nella sua mente, c’è il ricordo di Eva. Lui l’ha visto, un attimo prima che esplodesse i colpi. Tutto ciò che occorre è farlo riemergere. Ad ogni costo. E mentre le ricerche dell’FBI si intrecciano ai tentativi più folli messi in campo da Daniel e Lori ed Eva continua instancabile il suo lavoro, il lettore ha modo di leggere del rapimento dei piccoli Alex e Jessica Price, del loro isolamento e delle violenze inflitte dai fanatici religiosi Alice e Cyril, sedicenti membri dell’autoproclamata Sacra Congrega di Eva: gli articoli di giornale, che raccontano la storia di un serial killer divisa in nove puntate, si inframezzano alla narrazione delle indagini e delle esperienze vissute da Daniel, Lori e Heather, originando un corpus unico.

La lotta tra bene e male è antica quanto il mondo e non è facile scriverne in modo originale e coinvolgente, ma Dekker ci riesce, creando un thriller in cui ateismo e fede si incontrano, una storia a tratti davvero inquietante in cui le profondità della mente umana scivolano nell’ignoto dell’essenza trascendentale e culminano in un finale da togliere il fiato. Purtroppo, però, la trama presenta delle falle impossibili da ignorare, delle imperdonabili illogicità, prima fra tutte quella che ha per protagonista Heather.

Attenzione – possibile spoiler!

Nonostante l’amore che li lega, il suo matrimonio con Daniel è fallito perché lui era ossessionato dal lavoro, dalla caccia a Eva, tanto da non trovare più tempo per loro due, per la loro vita di coppia, e lei cosa fa? Organizza nel seminterrato una stanza segreta in cui, in modo maniacale, segue i crimini di Eva, cerca di prevederne le mosse, lavora parallelamente all’FBI. Ma allora, visto che tanto siete ossessionati tutti e due, non vi conveniva restare sposati e fare squadra? L’FBI è il meglio-del-meglio (o almeno così viene venduto dalla stampa e dalla cinematografia), eppure una squadra super specializzata, incluso un profiler di prima grandezza che ha tenuto conferenze e pubblicato libri in tutti gli Stati Uniti, non solo riescono a lasciarsi scappare da sotto il naso un serial killer braccato in una grotta, ma fanno anche in modo che si riprenda l’unica vittima sopravvissuta e spari diversi colpi al profiler stesso, il quale, nonostante il rigoroso addestramento, non riesce neppure a estrarre la pistola? Una curiosità che mi tormenta, poi, in quanto italiana, è: ma davvero è così facile, negli Stati Uniti, cambiare nome? Cioè, poniamo che io sia Kate Adams, nata in Minnesota, domani prendo un aereo, volo in California, decido di farmi chiamare Patricia Sloane e nessuno fa domande? Mi rilasciano documenti, patente, mi aprono un conto corrente, mi assumono come Patricia Sloane senza che nessuno si prenda la briga di verificare chi caspita sia, quando e dove sia nata, chi fossero i miei genitori eccetera eccetera?

Fine possibile spoiler.

Scrittura fluida, ritmo incalzante, storia coinvolgente, “Adamo” parte dal passato per introdurre la storia dei fratelli Price e prosegue miscelando le vicende di Alex con quelle di Eva, portando il lettore a capirne le motivazioni e persino a empatizzare con lui. Allo stesso modo, la malattia mentale si mescola e amalgama con il male spirituale, il Male che cerca di farsi largo nell’esistenza degli esseri umani e nel mondo. Eva e Adamo ci portano a una nuova lettura del peccato originale, alla perdita dell’innocenza, a una riscoperta sotto un’altra luce del bene e del male.

Titolo: Adamo (Adam) Autore: Ted Dekker Traduttrice: Annamaria Raffo Editore: Mondadori Anno di pubblicazione: 2010

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Viviana B.