La lucerna

La lucerna

Io sono abbastanza vecchio da poter dire che ho vissuto alcuni periodi della mia vita in luoghi che non erano raggiunti dell’energia elettrica.

Oggi nel nostro mondo è quasi impensabile, eppure, da bambino, durante le vacanze estive trascorse nella baita dei nonni, non avevamo questo lusso. Devo dire che oggi lo considero una fortuna perché agli occhi di un bambino, vivere senza energia elettrica ha tutto un sentore di fiaba, le sensazioni sono tutte nuove rispetto alle nostre abitudini attuali. come si vive senza luce? L’aspetto più pratico che oggi ci coglierebbe impreparati è la conservazione dei cibi, ma la nonna conosceva tutte le tecniche per sfruttare al meglio la conservazione naturale e, soprattutto, per non lasciare avanzi. Per il resto, quello a cui bisognava adeguarsi, era l’intrattenimento. Senza la possibilità di illuminare adeguatamente le ore notturne, si era costretti ad ottimizzare l’uso della luce diurna, quindi la vita tendeva a prendere un ritmo tutto naturale, dettato dal sole, dalla luna e le stelle. Ci si svegliava molto presto (non all’alba, ma presto) e ci si ritirava al tramonto. Le ore dopo il tramonto erano quelle più affascinanti, tutto diventava misterioso e stimolante per la fantasia. Quando il sole si nascondeva dietro l’orizzonte, ci si ritirava in casa per la cena e l’unica fonte di illuminazione era la lucerna. Passavamo il tempo conversando; la nonna raccontava delle fiabe per intrattenere i bambini, oppure il nonno leggeva ad alta voce degli articoli di giornale (notizie vecchie, ma per noi comunque di prima mano). E fu così che alla luce della lucerna ho preso la passione della lettura, mio nonno era un lettore appassionato, e la baita era sempre provvista di giornali, libri e -soprattutto- vecchi fumetti. Ad un certo punto della sera, quando il fuoco della stufa si faceva brace, ostinarsi a rimanere alzati diventava inutile, quindi ci si preparava per andare a letto; e il rito per chiudere ogni giornata aveva un fascino tutto suo. Il nonno prendeva la lucerna e usciva per andare nella stalla e controllare che le mucche stessero bene; io uscivo con lui, e in quel momento, per pochi minuti, vivevo la mia avventura magica. Mi fermavo sulla soglia e guardavo il buio naturale senza luci artificiali; quel brivido lungo la schiena e la smania di avventura (ispirato dai fumetti). Dietro di me: la stanza in una casetta di pietra illuminata dalla lucerna e riscaldata da una piccola stufa. Davanti a me: l’ignoto! Era tutto buio, ma con gli occhi della mente vedevo i margini del bosco e immaginavo le creature che lo popolavano, sentivo i versi di qualche animale notturno che senza paura correva di qua e di la. con la fantasia mi addentravo nel bosco e, senza essere visto, osservavo creature misteriose, extraterrestri e animali selvatici. poi il nonno, terminato il giro di ispezione nella stalla, mi chiamava per salire finalmente in camera. La lucerna: per illuminare la scaletta fino al piano di sopra. La lucerna: posata sul comodino di nonna per illuminare la camera, mentre ci si infilava il pigiama. Infine: sotto le coperte con un bel giornalino da leggere alla luce della lucerna ancora per qualche minuto, poi… buio, a dormire, in attesa di un nuovo giorno.


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