La Casa Di Ermete

Credendo vides

Le rune Il nome runa deriva dalla radice germanica run che significa segreto o sussurro, ma la parola ha significati simili nelle lingue celtiche, come il gaelico irlandese antico, nel gallese e nell'inglese antico, a volte con il significato di “miracolo”. In lituano può significare “parlare” e in finlandese “poesia”. È probabile la radice della parola da cui derivano le rune celtiche si riferisca effettivamente a “segreti”, poiché all'inizio le rune erano sviluppate e conosciute solo da sacerdoti e capi di famiglie in vista, motivo per cui sono arrivate fino a noi più come strumento per interpretare gli eventi e prendere decisioni ispirate alla volontà degli dèi, che come sistema di scrittura. Utilizzate per scrivere varie lingue germaniche, le rune celtiche sono state sostituite dall'alfabeto latino quando in popoli germanici e scandinavi sono stati cristianizzati, all'incirca dal 700 d.C. in Europa centrale e dal 1100 in Europa settentrionale. Le varianti scandinave sono note anche come futhark o fuþark (derivate dalle prime sei lettere della scrittura: F, U, Þ, A, R e K); la variante anglosassone è futhorc o fuþorc (a causa dei cambiamenti di suono subiti nell'inglese antico dai nomi di queste sei lettere). Come detto l’uso del sistema di scrittura con rune celtiche non era quotidiano, altrimenti la storia delle popolazioni di origine germanica stabilitesi nell’Europa settentrionale non avrebbe avuto carattere prevalentemente orale fino all’uso del latino. Le rune celtiche venivano utilizzate solo per registrare momenti di grande importanza, testimonianza ne sono le numerose pietre runiche rimaste in Scandinavia: magnifici monoliti ricoperti di simboli runici che indicano luoghi sacri o grandi insediamenti di popoli. Tacito nel 98 d.C. racconta come le tribù germaniche utilizzavano i simboli runici come sistema per interpretare gli eventi e divinare il futuro. «La loro procedura abituale di divinazione è semplice. Tagliano un ramo da un albero di noce, lo tagliano a strisce che contrassegnano con segni diversi e le gettano a caso su un panno bianco. Poi il sacerdote dello Stato, se si tratta di una consultazione ufficiale, o il padre di famiglia, in una consultazione privata, offre una preghiera agli dèi e alzando lo sguardo verso il cielo prende tre strisce, una alla volta, e, in base al segno con cui sono state precedentemente contrassegnate, fa la sua interpretazione».

Visitate il sito Liberamente News https://liberamente.news

La via dello sciamano Gli insegnamenti di don Juan, Una realtà separata, Viaggio a Ixtlan, L’isola del tonai, Il secondo anello del potere, Il dono dell’aquila, Il fuoco dal profondo, Il potere del silenzio, L’arte di sognare, Tensegrità e La ruota del tempo. Sono le opere create da un antropologo peruviano, Carlos Castaneda nato a Cajamarca il 25 dicembre 1925 e deceduto a Los Angeles il 27 aprile 1998. Le sue opere sono circondate dal mistero: a tutt’oggi non è chiaro quanto vi sia di autobiografico nei suoi racconti e quanta sia la finzione. Professionalmente antropologo ma nel 1968 inizia a scrivere e grazie alla sua scrittura ed ai suoi romanzi ben presto viene acclamato dalla stampa e dalla critica come lo sciamano, colui che sta tra la vita terrena e quella ultra terrena. In effetti quando si trasferì in Brasile a San Paolo iniziò a praticare lo sciamanesimo e forse proprio da quel momento che in lui ebbe inizio il viaggio spirituale. Negli anni Cinquanta si trasferisce negli Stati Uniti, dove potrebbe aver frequentato l’Università della California. Di certo, nel 1957 Castaneda viene adottato da una famiglia di Los Angeles. La sua opera fa ampiamente riferimento a Don Juan, personaggio che sembra essere don Juan Matus, un indiano yaqui incontrato dall’allora antropologo Castaneda nel 1961. Don Juan diventa il maestro di Castaneda e lo inizia alle pratiche sciamaniche. La sua figura è presente in tutti i libri di Castaneda. Il tirocinio di Carlos Castaneda dura ben 13 anni nel corso di questo periodo lo sciamano fa ampio uso di sostanze stupefacenti, come il peyote per far sperimentare allo scrittore stati alterati di coscienza. Le droghe assunte lo liberano dai pregiudizi e lentamente diventa “fluido” un termine sciamanico per indicare la capacità di entrare in contatto con il mondo di don Juan e raggiungere cosi la consapevolezza dell’essere, scopo ultimo della vita terrena. Carlos Castaneda continua a camminare sulla strada della consapevolezza e raggiunge stati sempre piu’ alti ed è ciò che esprime meglio nei suoi romanzi quando parla di paura, lucidità, potere e vecchiaia che non sono altro che ostacoli ma anche mete da raggiungere. “Nella vita è necessario raggiungere la consapevolezza di disporre di poteri che, sviluppati, permettono di arrivare alla “padronanza dell’intento”. La padronanza è il “movimento controllato” del punto di unione, il centro energetico della sfera luminosa di energia dell’uomo in cui si mette insieme la nostra percezione, che risulta il responsabile della nostra percezione sensoriale. Ogni sensazione, sentimento o azione dell’individuo è determinata dalla posizione del punto di unione. Il suo movimento consapevole permette una percezione differente e l’ingresso in mondi diversi dal nostro.“ Contro lo scrittore si muovono critiche che lo accusano pesantemente di aver sostanzialmente ripreso il lavoro di altri antropologi ed è per questo che lo scrittore è additato come un racconta storie che parla e scrive soltanto sotto l’effetto di droghe. Termina la sua esistenza terrena a Los Angeles per un tumore l’eredità letteraria lasciata al mondo è una fonte preziosa per coloro che seguono e praticano lo sciamanesimo e le tecniche annesse per raggiungere gli stati di coscienza alterata, unica via che conduce alla consapevolezza.

Massy ©

Visitate il sito Liberamente News https://liberamente.news

Il calice dell'immortalità Cercare l’immortalità è sempre stato il leitmotiv di ogni ricercatore; sia esso del passato che del momento presente. Il Santo Graal rappresenta l’emblema storico dell’immortalità che ha quindi scatenato la fantasia popolare fin dal medioevo. L’eco di questo grande ed immenso tesoro nascosto lascia sempre una grande richiamo e incendiano i cuori di alcuni scrittori attraverso poesie e narrazioni. Il Santo Graal è da sempre cercato in ogni parte della terra e mentre i suoi poteri, secondo la leggenda, darebbero vita eterna e conoscenza. Tuttavia non tutti i mortali saranno in grado di raggiungere il Graal, ma solamente coloro che sono puri di cuore. Sfatiamo il mito che il Santo Graal sia solamente una coppa contenente il sangue che l apostolo Giuseppe d’Arimatea raccolse durante la crocifissione di Gesù Cristo, perché il Santo Graal potrebbe anche essere un libro, o un manoscritto o addirittura potrebbe essere solo una parola scritta per confondere le idee e depistarci da una verità più superiore di quest’ultima. Diverse sono state definite le forme con i relativi contenuti inerenti al Sacro Graal a partire dalla coppa fino ad arrivare al calderone celtico del Dio Dagda, alla Cornucopia dei greci e dei romani e alla leggenda di Parsifal dove la cosiddetta “coppa” si trasforma in una pietra purissima, chiamata Lapis exillis, questa pietra dai poteri miracolosi donerebbe perfino l’immortalità. Ma il Graal potrebbe essere anche custodito in una piccola chiesa di campagna o in una grande moschea e rimane sempre il mistero più insondabile di tutti i misteri come misteriosa è l’immortalità che l’essere umano anela come fine ultimo della sua esistenza. L’origine del termine “Graal” infatti si fa risalire al termine latino Gradalis, che significa scodella o vaso, questi oggetti nella mitologia classica rappresentavano la potenza benefica delle forze superiori, basta pensare alla Cornucopia dei Greci e dei Romani. Calice, coppa, piatto, pietra preziosa, ventre di donna, fonte di vita e sorgente di prosperità; reliquia cristiana o amuleto celtico, il Santo Graal è il più mutevole e affascinante prodotto dell’immaginario medievale, capace di sposare il ciclo bretone alla cultura cristiana, suggestioni orientali alle leggende sui templari. Eppure quando fa la sua prima comparsa sulle scene letterarie, il Graal non è ancora un calice né tanto meno è santo. Simbolo stesso della ricerca dell’assoluto, partito dalle isole Britanniche nel corso dei secoli ha attraversato la Francia, l’Italia, la Germania e la Palestina, creando il più grande mito del Medioevo capace ancora oggi di ispirare storici, artisti, scrittori e registi. L’uomo tende però a credere che la morte sia il contrario della vita perché non conosce i misteri in essa contenuti. Lo spirito dell’ uomo esiste da sempre. La sua carne corruttibile perirà, ma il suo spirito vivrà per sempre. Al momento della morte l’inconscio non scompare, si trasforma. L’uomo tende a credere che la morte sia il contrario della vita, ma così non è. Il contrario della vita è la non vita, la non esistenza. La nostra parte più recondita, il nostro io interiore, la nostra ragione, ciò che i greci chiamavano logos è immortale quindi anche noi portiamo dentro il “Santo Graal” dell’immortalità.

Massy ©

Visitate il sito: Liberamente News https://liberamente.news

Il paganesimo oggi Oggi essere pagano non è molto diverso da come lo era un tempo. Pagani e cristiani se le davano di santa ragione gli uni perseguitavano gli altri poi qualcuno creò la religione cattolica e il ruolo dei “gentili” cosi venivano chiamati i politeisti si affievolì nel tempo dileguandosi tra le varie forme neologistiche ma senza scomparire completamente. Il ruolo dei pagani oggi è ancora ben inquadrato nella cultura italiana ed europea forte di un bagaglio di grandi conoscenze e di tradizioni popolari che si sono tramandate nei secoli grazie soprattutto al cristianesimo che si è divertito arrogantemente a bandire sui ceppi ardenti coloro che sapevano e conoscevano le essenze ed i segreti pensando che una volta bruciati tutti e tutte le cose sarebbero finite nel mucchio di cenere. Invece il paganesimo o neopaganesimo oggi vive, respira, parla, scrive con le stesse motivazioni, anzi motivazioni molto piu’ forti di prima annullando lentamente e sostituendo altrettanto il surrogato religioso del cristianesimo occidentale. Una religione non muore mai. I suoi resti sono recuperati da quel che segue. I primi cristiani si stabilirono in templi pagani, di cui trasformarono i significati. Non ci fu tabula rasa. Tutta la cultura è un palinsesto. Allora saranno i cristiani a ringraziare i pagani di aver posto le basi per le loro cattedrali e saranno ancora i cristiani a ringraziare i pagani per averli illuminati di preghiere e indotti a studiare scritture che già nella notte dei tempi erano intrise di simbologie arcane ed esoteriche, Bibbia in primis (ne riparleremo). La gente comune è abituata a pensare ai dogmi come a delle regole che imprigionano il pensiero e i comportamenti dell’uomo. Il dogma, secondo la logica cristiana, è un atto di fede davanti al quale l’uomo rinuncia alla sua capacità critica perché deve credere. Ma questo appartiene esclusivamente all’ambito cristiano. Sia chi afferma il dogma cristiano sia chi nega il dogma cristiano, è sempre un cristiano. Il dogma cristiano dice ai fedeli cristiani: “Anche se ritenete che Dio non può aver creato il mondo come raccontato dalla Bibbia, lo dovete credere come atto di fede e agire nel mondo come se Dio avesse creato il mondo e, pertanto, fosse padrone del mondo.” Il paganesimo ribatte con molta precisione che il mondo è divenuto per trasformazione in sé e per sé e queste trasformazioni rappresentano l’aspetto divino del mondo. Sono gli Dèi che agiscono e divengono nel mondo di cui i pagani, come gli Dèi, si trasformano e ne fanno parte. Dogma? Certamente, è un dogma. Un principio su cui il paganesimo non può mediare. Pertanto se ragioniamo il pagano è responsabile delle proprie azioni e quindi attraverso le sue scelte costruisce il proprio futuro. Dal lato opposto c’è chi dice che per lavorare bisogna credere in Dio. Per migliorare non devo lavorare, dicono, ma confidare in Dio, nella sua provvidenza, sperare che Dio agisca benevolmente nei loro confronti. Ecco è qui che nasce la disparità secolare tra il pagano politeista o meno e tutte le altre forme di religioni monoteiste laddove tutte le azioni dipendono da Dio ma proviamo nell’esempio a commettere un omicidio, non verrà arrestato Dio e nemmeno verrà processato Dio ma condannato colui che ha commesso il reato. I responsabili del destino sono loro non Dio. Eppure i cristiani vivono questa contraddizioni pensano che Dio sia colui che determina la loro vita, ma vivono in una società civile che li ritiene responsabili per ogni scelta e ogni decisione che fanno. Il paganesimo è responsabilità del proprio essere perché privo di regole costrittive e dettati religiosi quindi liberale nelle scelte e anti-conformista.

Massy ©

La Wicca Spesso, quando sentiamo o leggiamo il termine “wicca”, siamo portati a pensare che si tratti di un qualche culto misterioso, legato per lo più a pratiche occulte oscure e al satanismo. Niente di piu’ sbagliato e di piu’ lontano dalla realtà. Il fraintendimento è legato ad un retaggio che si è tramandato secoli dopo la grande inquisizione con la caccia alle streghe perché la Chiesa cattolica perseguitava coloro che professavano culti pagani associandoli al culto del male. La Wicca è solo ed esclusivamente un percorso di spiritualità incentrato sul culto della natura. dei suoi cicli e della vita stessa, dove non esistono regole imposte dalla divinità. È estremamente importante sapere che i wiccan non adorano né riconoscono il concetto di “Satana”, “diavolo” o altre entità simili. I wiccan vedono “Satana” come un simbolo contrario alle tradizioni ebraiche e cristiane. Sebbene i wiccan non utilizzino la Bibbia, considerano il cristianesimo e l’ebraismo come un sistema di miti mondiali che merita lo stesso rispetto di qualsiasi religione. Ognuno è libero di seguire i propri sogni e aspirazioni, con l’unica e inscindibile clausola di non fare del male al prossimo. Si basa principalmente su antichi culti sciamanici, sulle antiche religioni animiste e sulle credenze druidiche, con alcuni richiami alle filosofie e alle religioni orientali. Splendido vero? Il male non c’entra assolutamente niente è fuori contesto perlomeno non nella Wicca legata alla natura. Gerald Gardner ex funzionario inglese, che nella metà degli anni ’50 pubblicò una serie di libri dove esponeva i principi fondamentali di questa religione e fu proprio Gardner a fondare la “religione” della Wicca moderna. Le congreghe in cui i wiccan si riuniscono si chiamano coven e non sono riunite e strutturate secondo una gerarchia, ma indipendenti le une dalle altre, anche se collegate tra loro. Tutto ciò che esiste è formato dai cinque fondamenta (aria, acqua, fuoco, terra, spirito), che sono rappresentati attraverso il simbolo del pentacolo all’interno di un cerchio. Per quanto riguarda i riti, invece, ogni coven può decidere quali svolgere, anche in base alla corrente che viene seguita. Alcuni rituali vengono svolti solo all’interno delle coven, per cui chi pratica a livello individuale può conoscere la parte dei riti pubblici, ma non la parte iniziatica della religione. Il calendario della Wicca si divide in due feste: Sabbat dedicato a Dio sono 8 feste legate ai movimenti del Sole. Tra i più importanti ci sono Samhain (31 ottobre), il capodanno celtico che segna la morte del vecchio anno, e il suo opposto Beltaine (1 maggio), dove si festeggia la natura e la fertilità. Gli esbat, dedicati alla Dea, sono feste legate al ciclo lunare. Possono essere 12 o 13 a seconda di quante lunazioni ci sono in un determinato anno. Ogni corrente Wicca festeggia l’esbat in un momento diverso del ciclo lunare ed è un rituale più intimo e raccolto rispetto al sabbat. Spesso si festeggia da soli. Chi pratica la Wicca non fa alcun sortilegio o incantesimo, non invoca il male, non pratica rituali negativi perché la regola base del movimento wicca di tutto il mondo è proprio il rispetto di tutti gli esseri viventi, umani ed animali. La consapevolezza della responsabilità che queste persone hanno nei confronti di tutto il creato è altissima e concepiscono che il potere creativo dell’ Universo si manifesta sia nell’uomo quanto nella donna dando valore alla sessualità come piacere e come incarnazione della Vita. In sintesi possiamo dire che le streghe pagane della Wicca considerano la magia il mezzo più efficace per assumere il controllo della loro vita, per fare in modo che gli avvenimenti esterni prendano un corso che sia conforme ai loro desideri, per migliorare lo stato energetico del nostro pianeta e per entrare in contatto con la Dea. Le streghe della Wicca hanno elaborato una serie di regole che devono essere rispettate da quanti praticano la magia: tale serie di regole prende il nome di “Legge del Potere”. Le streghe della Wicca sostengono di non praticare la magia al fine di distruggere altri individui anche se in caso di necessità i poteri magici possono essere utilizzati per proteggere se stessi e per ottenere vantaggi personali.

Massy ©

La numerologia È risaputo che la matematica e quindi i numeri di cui essa è composta è un metodo scientifico di calcolo ma non tutti però sanno che gli stessi numeri presi in considerazione da un punto di vista non scientifico ma assolutamente esoterico creano un percorso diverso chiamato numerologia. La numerologia attribuisce un significato ad ogni numero. Le tematiche in fatto di scienze esoteriche esprimono chiaramente il concetto che i numeri sono parte integrante della vita comune di ognuno di noi e che vanno dagli aspetti piu’ fantasiosi ad esempio, quando l’essere umano cerca di attribuire un significato a un numero che incontra ripetutamente in un determinato periodo della sua vita – a quelli più indicativi: la data di nascita è l’esempio più semplice e la composizione numerica più interessante per i numerologi, dato che rappresenta il primo riferimento numerico di una vita umana; anche perché, tenendo presente che i numeri in quanto simboli spaziano da 1 a 9, ogni essere umano è rappresentato da un numero appartenente a questa scala e la data di nascita suggerirebbe la sua indole naturale. Esistono numerose tipologie di calcolo, ma il metodo più condiviso corrisponde alla somma totale del giorno, del mese e delle ultime due cifre dell’anno. Il significato di un simbolo è il riflesso e il risultato di un ragionamento umano, i numeri non sono da meno, infatti, il primo simbolo numerologico che pone fine al vuoto è l’1. I numeri agiscono su quattro piani: 2, 3, 6 sono numeri emotivi; 1 e 8 sono numeri mentali; 4 e 5 sono numeri fisici e 7 e 9 sono numeri spirituali. Constatando che più si ripete un numero e più i significati di quel numero caratterizzano l’individuo, ciò significa che più numeri la persona ha su quel piano e più si comporterà in modo mentale, emotivo, spirituale o fisico. Una persona con tanti 2, 3, 6 che si ripetono dimostrerà maggiore sensibilità e empatia (e sovente anche le lacrime) rispetto ad una persona con una maggiore presenza dei numeri mentali 1 e 8 che, essendo detti numeri dominanti, razionalizzano e cercano di controllare le emozioni, qualità indubbia di fronte a situazioni d’emergenza da affrontare. Mentre chi ha una predominanza di numeri fisici sarà più predisposto ai piaceri sensoriali e alla curiosità delle nuove esperienze: ai viaggi il 5, e alle cose materiali e concrete il 4 che vuole i fatti e detesta i consigli. Nei numeri spirituali invece potremo trovare sia dei mistici 7: studiosi, perfezionisti e distaccati dalla realtà, perché così com’è non gli piace; oppure dei missionari 9, di mentalità e amore universale, nonché lottatori per i diritti umani. I numeri fanno parte della nostra vita spirituale e materiale e non c’è un giorno in cui non leggiamo o non sentiamo parlare di numeri e di cifre. La numerologia è una guida che ci accompagna attraverso il percorso del miglioramento di noi stessi, delle relazioni interpersonali e del nostro lavoro. Possiamo attraverso i numeri dare significato o prendere spunto in merito a dinamiche che stiamo vivendo, a relazioni che non comprendiamo e a schemi che si ripetono nella nostra esistenza. Diamo importanza ai numeri perché sono alla base della nostra vita.

Massy ©

La radiestesia La parola Radiestesia composta dal termine latino radius e da quello greco esthesis ovvero, percezione del raggio, è antica quanto l’uomo. La radioestesia è per metà una pratica esoterica e per metà una disciplina di auto-ascolto, una tecnica che dimostra che si può ascoltare l'ambiente che ci circonda attraverso noi stessi. Questo metodo ci permette di valutare le informazioni che ci vengono trasmesse dal mondo invisibile che sta attorno a noi. Il radiestesista diventa così un vero “allievo” della propria parte divina, che lo collega sempre di più con una realtà di ordine superiore. Il radioestesista utilizza per le sue indagini bacchette, piastre, pendoli di tutti i tipi, tutti strumenti che hanno poteri propri e che servono esclusivamente ad amplificare le reazioni neuromuscolari dello stesso mentre interroga la sua sensibilità. Infatti è possibile anche fare radiestesia usando semplicemente il proprio corpo, tecnica chiamata body-dowsing . Possiamo dire perciò che la radiestesia ha sempre fatto parte del nostro “corredo” sensoriale dai tempi della nascita dell’essere umano. Se ricorriamo alla teoria esoterica ma che in effetti non è solamente una teoria ma una consacrazione delle capacità di ogni essere umano consapevole di poter ascoltare le vibrazioni esterne, il fattore radioestesico è applicabile anche e soprattutto nel campo dello sciamanesimo che interviene in aiuto alle persone nel riappropriarsi della propria vita eliminando tutte le energie negative che bloccano i loro progetti. Interessante è la radioestesia spirituale indaga in profondità blocchi e problemi della nostra vita attuale e passata aiutandone l’ evoluzione. Una radiestesia in grado di dare una vera e propria svolta alla vita di una persona, rendendola consapevole del problema e neutralizzandolo. La radiestesia costituisce una nuova professione e la conoscenza della radiestesia stessa è una chance in più per qualunque professionista e per qualunque persona sia in grado di percepire la consapevolezza che essa richiede.

Massy ©