Vance e l'Europa che potrebbe essere

Copertina andata in onda il 25.02.2025

Il discorso del vicepresidente americano J.D. Vance alla conferenza sulla sicurezza di Monaco dello scorso 14 gennaio è stato accolto da un grande silenzio: forse la consapevolezza tra i dirigenti europei presenti che quelle parole sancivano una rottura storica tra le due sponde dell’Atlantico. Gli Stati Uniti di Trump non sono più amici dell’Europa.

Tra le altre cose Vance ha affermato di essere più preoccupato per la “minaccia che arriva dall’interno stesso dell’Europa” che per la Russia o la Cina, stabilendo gli Stati Uniti come il nuovo avversario dell'Europa, non solo in questioni economiche e geostrategiche (vedi i dazi) ma ora anche in quelle politiche e ideologiche.

Ha poi affermato che i “commissari” dell'Unione Europea stanno reprimendo la “libertà di parola”, ha incolpato il continente per l’eccessiva tolleranza nei confronti dell’immigrazione e ha accusato i suoi leader di aver abbandonato “alcuni dei suoi valori fondamentali”.

Qualche giorno prima il nuovo segretario alla difesa americano Pete Heghseth nel suo primo viaggio in Europa aveva fustigato i Paesi dell’Unione Europea, troppo tiepidi a suo dire nel finanziare le spese militari e nel sostenere lo sforzo dell’Alleanza atlantica. E questo dopo che Trump aveva annunciato di aver contattato direttamente Putin per discutere di un trattato di Pace sull’Ucraina, lasciando fuori sia L’Unione Europea che il presidente Zelensky.

Alla conferenza sull’Intelligenza artificiale di Parigi, pensata dal presidente francese Macron per lanciare la corsa europea all’Intelligenza artificiale, il vicepresidente J. D. Vance aveva già ammonito l’Europa. In un discorso di 20 minuti, il vicepresidente degli Stati Uniti aveva criticato l' “eccesso di regolamentazione” europea, messo in guardia contro la “censura” della libertà di parola e chiesto, anche se velatamente lo smantellamento dei regolamenti più importanti sulla tecnologia dell'UE.

Se questo ci dice bene qual è la direzione nella quale andranno gli Stati Uniti nei prossimi quattro anni, ci dice anche – seppure in negativo – che cosa potrebbe rappresentare l’Europa: l’idea di un mondo multipolare basato sullo stato di diritto, sulla regolamentazione del mercato sull’accoglienza e sullo Stato sociale.

Non lo è stata fino ad ora, mangiata dall’intero dalle sue politiche liberali da privatizzazioni, morti in mare e precarietà. E forse per questo oggi le destre avanzano ovunque sul suo territorio. Potrà esserlo in futuro?

Trovate tutte le cinque interviste del Dossier di Rete Due intitolato “Dove va l'Europa” su questa pagina web.

Fonti: https://www.nytimes.com/2025/02/11/world/europe/vance-speech-paris-ai-summit.html https://www.euractiv.com/section/politics/news/jd-vance-to-eu-deregulate-or-die-trying/ https://www.bbc.com/news/articles/cy0pz3er37jo https://www.theguardian.com/us-news/2025/feb/12/us-no-longer-primarily-focused-on-europes-security-says-pete-hegseth https://foreignpolicy.com/2025/02/19/europe-trump-vance-munich-security-conference-russia-ukraine/

@MattiaPelli@mastodon.uno