Consumismo compulsivo Non sappiamo precisamente quando nasce la società dei consumi così come la conosciamo oggi. È difficile, anche tra gli accademici, trovare un punto di inizio: risalendo a circa un secolo fa, prima degli anni Venti del Novecento, si arriva agli albori della produzione di massa, che è ciò che rende possibile il consumo di massa. Dagli anni Venti del secolo scorso le tecnologie e le tecniche di produzione hanno permesso di creare beni a buon mercato – più o meno – da vendere alla maggioranza della popolazione. L’esempio perfetto è l’automobile. Poi ovviamente è arrivata la Seconda Guerra Mondiale, che ha fatto seguito alla Grande Depressione del ‘29. Il sistema è stato rimesso in piedi con la grande espansione degli anni Cinquanta, in particolare con gli interventi dei governi per stimolare l’edilizia abitativa, la costruzione di strade, l’industria automobilistica e tanti altri settori. Con gli anni '60 e '70 i consumi hanno iniziato ad aumentare esponenzialmente fino a raggiungere gli anni '80 e '90 dove gli indici economici hanno segnato un ulteriore aumento di consumi compulsivi, il frenetico shopping (anche online recentemente), il bisogno assoluto di comprare e di volere a tutti i costi qualcosa di cui magari già avevamo comprato in precedenza e stipato nei cassetti. Lo shopping compulsivo è la versione patologica del normale e sano gesto dell’acquisto: se ne snatura cioè la finalità, sostituendo la necessità dell’oggetto con una spinta emotiva patologica, e la modalità non è più una scelta ma un’ossessione. Parrebbe che in Italia il 5,5% della popolazione soffre di questa patologia compulsiva. La persona sente il bisogno non tanto dell’oggetto che vuole comprare, quanto del gesto stesso dell’acquisto. Coloro che ne soffrono peraltro non descrivono più solo il piacere insito nell’andare a fare shopping, quanto piuttosto la tensione, il disagio, il senso di non potersene privare che vivono, arrivando all’attenzione clinica in una condizione talvolta drammatica, perché magari hanno speso tutti i soldi che avevano, hanno mentito ai loro familiari, utilizzando soldi e risorse di nascosto, omettendo acquisti. Inoltre spesso queste persone hanno una situazione sociale compromessa e stentano a rimanere collegati con la realtà tanto da destabilizzare gli equilibri nelle famiglie. Ansia, fobie, depressione, bassa autostima sono le principali cause che conducono l'individuo alla frenesia di voler a tutti i costi comprare qualcosa. Cure? Praticamente poche se non deglutire qualche anti depressivo che nella storia delle medicina moderna è equivalente a come bere un sorso di acqua fresca quindi senza sortire nessun effetto. La trappola d’oro del consumismo alletta facilmente i meccanismi complessi della nostra mente evoluta, sempre avida di stimoli e alla perenne ricerca di qualcosa in cui tenersi impegnata perché priva di forti stimoli positivi.

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