Il Capodanno italiano ed i suoi riti. Noi italiani siamo un popolo con una lunga storia di rituali scaramantici e superstizioni legati al cibo e alla tavola. Secondo le tradizioni di Capodanno in Italia, per l’ultimo dell’anno sulla tavola non devono mai mancare cotechino e lenticchie, meglio se mangiate con le mani. Non solo, devono esserci anche uva, da mangiare allo scoccare della mezzanotte, frutta secca, melagrana, frutta rossa e una candela rossa. Per allontanare la malasorte il peperoncino rosso deve essere sempre presente. Un divertente rituale da fare è il bacio sotto il vischio in segno di buon auspicio, rituale di origine celtica e sassone. Gli antichi romani usavano regalare alle persone care una borsa piena di lenticchie in segno di buona sorte. Inoltre le lenticchie ricordavano agli antichi romani la forma di una moneta. E il cotechino? Il cotechino è un insaccato molto grasso e speziato ed è il simbolo del benessere. In passato erano in pochi a permettersi di mangiare la carne di maiale, da qui nasce l’usanza di consumarlo come augurio di prosperità. Anche l'uva trova spazio nelle tavole italiane. Fin dall’antichità l‘uva è sempre stato simbolo di abbondanza. Da questo pensiero nasce il famoso proverbio: «chi mangia uva per Capodanno conta i quattrini tutto l’anno»… E ce lo auguriamo. Anche per scoprire il significato di questo frutto e la sua importanza sul tavolo del cenone di capodanno, dobbiamo andare indietro nel tempo. Secondo la mitologia greca e romana, il melograno era la pianta sacra a Giunone e a Venere. Era quindi simbolo di fertilità e ricchezza per i loro gustosi chicchi rossi. Un cesto con frutta secca mista rappresenta sicurezza, prosperità ed è un buon antidoto contro la cattiva sorte. Ed infine parliamo dei tanto amati e “odiati” datteri. Conservate gelosamente il nocciolo del primo dattero che mangerete, sarà il vostro portafortuna segreto per tutto il nuovo anno secondo un antichissimo rituale scaramantico arabo. L' Italia è un Paese ricco di tradizioni e di grandi usanze che fortunatamente qualcuno ancora ricorda ma è essenziale tenerle in “vita” per non dimenticare mai ciò che siamo stati e le nostre radici. Largo ai posteri... Mah...Speriamo. Buon anno!

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