Il ruolo dei pagani oggi Oggi essere pagano non è molto diverso da come lo era un tempo. Pagani e cristiani se le davano di santa ragione gli uni perseguitavano gli altri poi qualcuno creò la religione cattolica e il ruolo dei “gentili” cosi venivano chiamati i politeisti si affievolì nel tempo dileguandosi tra le varie forme neologistiche ma senza scomparire completamente. Il ruolo dei pagani oggi è ancora ben inquadrato nella cultura italiana ed europea forte di un bagaglio di grandi conoscenze e di tradizioni popolari che si sono tramandate nei secoli grazie soprattutto a cristianesimo che si è divertito arrogantemente a bandire sui ceppi ardenti coloro che sapevano e conoscevano le essenze ed i segreti pensando che una volta bruciati tutti e tutte le cose sarebbero finite nel mucchio di cenere. Invece il paganesimo o neopaganesimo oggi vive, respira, parla, scrive con le stesse motivazioni, anzi motivazioni molto piu’ forti di prima annullando lentamente e sostituendo altrettanto il surrogato religioso del cristianesimo occidentale. Una religione non muore mai. I suoi resti sono recuperati da quel che segue. I primi cristiani si stabilirono in templi pagani, di cui trasformarono i significati. Non ci fu tabula rasa. Tutta la cultura è un palinsesto. Allora saranno i cristiani a ringraziare i pagani di aver posto le basi per le loro cattedrali e saranno ancora i cristiani a ringraziare i pagani per averli illuminati di preghiere e indotti a studiare scritture che già nella notte dei tempi erano intrise di simbologie arcane ed esoteriche, Bibbia in primis (ne riparleremo). La gente comune è abituata a pensare ai dogmi come a delle regole che imprigionano il pensiero e i comportamenti dell’uomo. Il dogma, secondo la logica cristiana, è un atto di fede davanti al quale l’uomo rinuncia alla sua capacità critica perché deve credere. Ma questo appartiene esclusivamente all’ambito cristiano. Sia chi afferma il dogma cristiano sia chi nega il dogma cristiano, è sempre un cristiano. Il dogma cristiano dice ai fedeli cristiani: “Anche se ritenete che Dio non può aver creato il mondo come raccontato dalla Bibbia, lo dovete credere come atto di fede e agire nel mondo come se Dio avesse creato il mondo e, pertanto, fosse padrone del mondo.” Il paganesimo ribatte con molta precisione che il mondo è divenuto per trasformazione in sé e per sé e queste trasformazioni rappresentano l’aspetto divino del mondo. Sono gli Dèi che agiscono e divengono nel mondo di cui i pagani, come gli Dèi, si trasformano e ne fanno parte. Dogma? Certamente, è un dogma. Un principio su cui il paganesimo non può mediare. Pertanto se ragioniamo il pagano è responsabile delle proprie azioni e quindi attraverso le sue scelte costruisce il proprio futuro. Dal lato opposto c’è chi dice che per lavorare bisogna credere in Dio. Per migliorare non devo lavorare, dicono, ma confidare in Dio, nella sua provvidenza, sperare che Dio agisca benevolmente nei loro confronti. Ecco è qui che nasce la disparità secolare tra il pagano politeista o meno e tutte le altre forme di religioni monoteiste laddove tutte le azioni dipendono da Dio ma proviamo nell’esempio a commettere un omicidio, non verrà arrestato Dio e nemmeno verrà processato Dio ma condannato colui che ha commesso il reato. I responsabili del destino sono loro non Dio. Eppure i cristiani vivono questa contraddizioni pensano che Dio sia colui che determina la loro vita, ma vivono in una società civile che li ritiene responsabili per ogni scelta e ogni decisione che fanno. Il paganesimo è responsabilità del proprio essere perché privo di regole costrittive e dettati religiosi quindi liberale nelle scelte e anti-conformista.

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