Il tattoo non è piu' un taboo Cos’è il tatuaggio? Perché oggi ci si tatua? Sono scelte personali dettate da istanze profonde o decisioni prese a cuor leggero, perché “oggi lo fanno tutti”? E, soprattutto, quali storie si nascondono dietro un segno, per sempre “nostro”? La parola tatuaggio viene dal polinesiano tattaw, che vuol dire “incidere, decorare”. L’origine del termine è dovuto a James Cook che contribuì alla rinascita del tatuaggio in ambito occidentale. Un tatuaggio può essere un messaggio da mostrare agli occhi del mondo, un ornamento che ci persuade o illude di essere unici e uniche, un voto mantenuto o un giocoso souvenir, un simbolo d’appartenenza o una dichiarazione d’indipendenza, una prova d’amore o l’elaborazione di un lutto. Nel corso dei millenni, infatti, il tatuaggio ha assunto via via forme, significati e funzioni differenti: ci si tatuava volontariamente per prevenire e curare malattie, dichiarare il proprio rango, esprimere la propria fede o celebrare riti di passaggio oppure si poteva essere tatuati “a forza”, in quanto schiavi, disertori o condannati, per recare indelebili marchi d’infamia. Al di là della filosofia, non esistono neanche vere e proprie storie del tatuaggio, solo alcuni spunti: dalle mummie egiziane ai marinai dell’esercito francese che si tatuavano la schiena per rompere la noia, dai popoli nativi dove il tatuaggio è un rito di passaggio assai diffuso fino al tatuaggio punitivo, che marca i criminali o gli internati nei campi di concentramento. Il tatuaggio è una forma di espressione spirituale è l’emanazione pura del nostro essere interiore in quanto rappresentato da quel disegno o da tanti disegni. Al giorno d’oggi, nel il 30% delle persone adulte hanno un tatuaggio e, nel corso degli anni, il numero di donne tatuate ha superato quello degli uomini. Quello che la società non dice è che molto spesso, in tempi nemmeno così lontani, i tatuaggi erano motivo di orgoglio e non uno stigma sociale o qualcosa “da nascondere”. Winston Churchill, Franklyn Delano Roosevelt e George Shultz avevano un tatuaggio e ne andavano assolutamente fieri. Tatuarsi oggi non è piu’ taboo, ma non lo è mai stato in fondo in quanto il tatuaggio è un modo di differenziarsi dagli altri ed affermare la propria individualità e la propria personalità. A proposito di tatuaggi se volete visitare la mostra sui tatuaggi potete farlo dal 27 marzo al 27 luglio presso il Mudec di Milano con l’esposizione intitolata “Tatuaggio. Storie del Mediterraneo”.

Massy ©