L'antenata della crittografia La macchina Enigma ha anticipato in tanti aspetti le caratteristiche sia dei computer di oggi che della sicurezza informatica. Una panoramica sul suo funzionamento e sulla storia della decrittazione. La macchina Enigma fu brevettata dall’ingegnere tedesco Arthur Scherbius nel 1918 e che riprese un pò le sembianze, del disco cifrante di Leon Battista Alberti nel 1465. Il brevetto di questa macchina veniva venduto perlopiù a banche e aziende finché non venne prodotto il modello portatile nel 1924, tale modello avrà un successo mondiale durante tutto il secondo conflitto. La macchina Enigma aveva l’aspetto di una macchina per scrivere: possedeva una tastiera inferiore e una parte nella quale delle lampadine si accendevano ogniqualvolta veniva premuto un tasto sulla prima tastiera: la sequenza delle lettere che si illuminavano dava il messaggio cifrato (oppure quello in chiaro, se si batteva il testo cifrato, usando la stessa configurazione del mittente). In buona sostanza l’ Enigma è una macchina simmetrica, nel senso che se la lettera A è cifrata con la G in una certa posizione del testo allora nella stessa posizione la G sarà cifrata con la A. La stessa macchina serve quindi per cifrare e decifrare; una grossa comodità operativa che è però anche una debolezza crittografica. Nel 1939 ci riuscì Alan Turing a decifrare il misterioso codice Enigma. Turing era un matematico inglese con la passione della crittoanalisi (lo studio dei metodi per comprendere messaggi cifrati) che lavorava per il GCCS (Government Code and Cypher School), braccio dei servizi segreti britannici impegnato a trovare il bandolo della matassa dell’ Enigma nazista. Turing, insomma, era dell’idea che si potesse raggiungere la chimera di un’intelligenza davvero artificiale seguendo gli schemi del cervello umano. A questo proposito, scrisse nel 1950 un articolo in cui descriveva quello che attualmente è conosciuto come il “Test di Turing”. Questo test è una sorta di esperimento mentale (dato che nel periodo in cui Turing scriveva non vi erano ancora i mezzi per attuarlo), prevede che una persona, chiusa in una stanza e senza avere alcuna conoscenza dell’interlocutore con cui sta parlando, dialoghi sia con un altro essere umano che con una macchina intelligente. Se il soggetto in questione non riuscisse a distinguere l’uno dall’altra, allora si potrebbe dire che la macchina, in qualche modo, è intelligente. La macchina Enigma determinò un salto di qualità nelle comunicazioni militari dei Tedeschi nel primo dopoguerra fino ai primi anni della Seconda Guerra Mondiale, ma vide anche una controffensiva degli alleati, in primis gli Inglesi, nel trovare contromisure. Terminato il conflitto tutti i pezzi di Enigma prodotti furono requisiti dagli americani e soltanto un esemplare è rimasto in Italia oggi esposto al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

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