Gli inaspettati vantaggi della chiavetta Linux

Una cosa che ho fatto mesi fa e che, fino ad ora, si è rivelata una scelta vincente, è stata l'installare un sistema operativo basato su Linux, in modalità persistente, su una piccola pennina USB. I motivi per cui ho voluto farlo inizialmente sono forse semplici e banali, ma la cosa mi ha fatto avere, in attenta analisi, alcuni vantaggi inaspettati e molto più che graditi.

Perché serviva la pennetta?

La necessità iniziale della chiavina scaturì mesi fa dal fatto che, in aula di informatica a scuola dovevo, come tutti, accedere al mio account GSuite per accedere alla classe virtuale di informatica. Questa cosa, apparentemente semplice, celava nel mio caso due ostacoli:

Avrei potuto usare una pennetta qualunque, con su scaricato un browser per Windows in versione portatile, contenente la mia sessione di Google salvata da casa con l'accesso fatto con il mio IP, e avrei risolto il problema. Avrei potuto, ma non sarebbe stato divertente. Ed è qui che è saltata fuori l'idea della chiave con su un intero sistema operativo, avviabile su qualsiasi PC x86_64 in modo totalmente indipendente dal disco interno del PC in questione.

Scelta dell'hardware

Per prima cosa, ho pensato alla memoria che avrei utilizzato.

Come capacità, mi piacerebbe dire che l'ho fatto solo per la sfida, ma la verità è che sulle poche pennette molto capienti che ho ci tengo altri file, che devo tenere su pennetta, e spostarli su tante chiavette piccole è seccante e porta a confusione futura. Quindi, ho preso una delle mie pennine da 2GB, e ho detto che me la sarei fatta bastare (e, SPOILER, avevo ragione, anche se non è stato semplice). Per la velocità, ho pensato solo ad evitare roba di livelli inferiori a quelli di USB 2.0, perché in ogni caso non ho alcuna chiavetta veloce a disposizione. La mia unica chiavettina con BUS USB 3.0 (rilevata da Linux correttamente come USB 3.0), è veloce quanto una 2.0... Maledetta Kingston. Di schede microSD veloci ne avrei, ma i miei adattatori USB per quelle schedine sono tutti lenti.

Insomma, prendo la fidata pennina USB 2.0 2GB color menta (sarebbe perfetta come media di installazione di Linux Mint), anche questa di Kingston, e parto.

La chiavina USB che ho dedicato a Linux

Scelta del software

Una volta scelta la chiavettina, rimane la scelta della distribuzione Linux, forse anche più importante. Qui, non solo le distro gettonate (Ubuntu, Fedora, Mint, Pop!_OS Manjaro, ...) sono troppo grosse per entrare lasciando spazio per una partizione persistente, ma sarebbero inutilizzabili per via della lentezza della chiavetta. Fortunatamente, avevo in mente una strada da poter percorrere, perché nei mesi per curiosità avevo imparato qualcosa sul mondo delle distro Linux leggere.

Era un periodo in cui mi ero appena interessata ad Alpine Linux, per i suoi ideali di leggerezza e minimalismo, e l'ho persino usato sul desktop per qualche settimana. Era reattivo e scattante, grazie anche all'uso della musl libc anziché l'ormai obsoleta GNU libc, ma la necessità di configurare a volte minime cose a mano, anche dopo l'installazione iniziale, mi ha portata ad allontanarmene; ho comunque pensato che sarebbe stato adatto per un sistema installato su una memoria di archiviazione piccola e lenta, con poche applicazioni. L'ho quindi installato, mettendo tra i software essenziali (oltre a server video e audio): GNUstep (gestore di finestre leggero), Firefox, un emulatore terminale, e un gestore file ed editor di testo GUI.

Tutto sommato, funzionava bene e velocemente ma, nonostante le poche app installate, la memoria era strapiena. Questa cosa mi avrebbe dato alcuni problemi successivamente: ad esempio, non c'era spazio per mettere Minecraft e giocare a SpaccCraft. Questo, assieme al fatto che più tardi ho pensato che, forse, cifrare la pennetta sarebbe necessario per proteggere i miei dati contro furto o smarrimento di questa, ma i miei tentativi di cifrare il sistema già installato sono falliti, mi ha fatto un attimo fermare a riflettere.

Visto che in ogni caso avrei quindi dovuto reinstallare il sistema, ne ho approfittato per cambiare distribuzione. Nonostante in passato, provando qualcosina, mi avesse dato qualche rogna come sistema persistente, ho deciso di dare una possibilità a Puppy Linux in modo serio. L'immagine base dell'ultima versione di Puppy (9.5) è appena 400MB, ma è un sistema desktop di per sé abbastanza completo, con decine di applicazioni precaricate per le necessità più varie. Come fa ad essere allo stesso tempo così compatto ma pieno di roba? Grazie all'uso di squashfs, un filesystem compresso di sola lettura, che supporta algoritmi di compressione estremamente efficienti come LZ4 e ZSTD. Se fosse completamente decompressa, infatti, l'immagine peserebbe sui 2.5GB. Anche la scelta di includere applicazioni più minimali, però, contribuisce molto, se si considera che praticamente tutti i live CD Linux usano squashfs, eppure quelli di distribuzioni più tradizionali pesano diversi GB.

Ad oggi

Puppy è la distribuzione che tutt’ora ho sulla chiavetta. Eccetto che per qualche problema minore (come cavolo faccio a collegare una tastiera Bluetooth??? e boh, tanto ora non mi serve più), funziona molto bene ed è veloce in tutto. Avendo provveduto ad impostare la cifratura LUKS sulla partizione scrivibile, adesso i miei dati (file personali e sessioni del browser) sono protetti contro eventuali incidenti. Anche il gestore di finestre integrato, JWM, è molto pulito e mi piace abbastanza, anche se mi piacerebbe avesse qualche funzione di allineamento delle finestre (sembra non abbia nulla, o mi sbaglio?). E ora, infine, di spazio libero ne ho abbastanza, e ho anche Minecraft.

Il desktop del mio Puppy Linux, con neofetch aperto sull'emulatore terminale Crediti sfondo: pixelartmaker.com/art/becdd8955dc57eb

Vantaggi importanti

Bene, con questa magica pennettina quindi ho risolto il problema dell’accesso a Google, ma continuerei ad usarla anche se non mi servisse più a questo. I motivi, tutti vantaggi di importanza, sono i seguenti; alcuni riguardano le live Linux in generale (anche quelle amnesiche), altri si applicano solo ai sistemi persistenti come il mio, ma tutti sono rilevanti per praticamente qualsiasi PC pubblico:

Alcuni approfondimenti

Posso concludere dicendo: adottate anche voi una pennettina Linux persistente, se a volte utilizzate PC non vostri, non ve ne pentirete! In verità, vi dico, fatelo anche solo per lo sfizio, se avete qualche penna USB in disuso in un cassetto.

Riporto qui i siti web delle distribuzioni che ho già menzionato, assieme a qualche altro consiglio che credo valga ugualmente la pena controllare:


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