Un'ossessione per la formazione.

Mi interesso di formazione da quando ho iniziato a cercare lavoro.

Una foto di mucche trovata su Unsplash

È andata così: diploma liceale acquisito in ritardo, partenza immediata per una località lontana ma non lontanissima dove studiare una materia a cui ero molto interessato ma solo vagamente preparato, (mi piacerebbe dire sia stata la matematica, ma appunto, mi trovo nel 202* ad aprire un blog anonimo) scoperta di un mondo che non pensavo potesse essere così vasto, arrivo della fatidica estate, momento in cui ho capito che toccava mettere in pratica le nuove competenze, per evitare di dover gravare sull'affitto estivo, perché credevo di essere bravo abbastanza da trovare lavoro in un attimo.

Si apre una porta si chiude un portone.

Così mi dicevano, prendendomi per il culo, i miei amici più grandi quando un tentativo amoroso non andava a buon fine. La ricerca di un lavoro si è trasformata nella possibilità di partecipare a un corso, di incontrare persone nuove, di appassionarmi e di farmi conoscere in un contesto diverso. Il corso non era granché, ma era molto diversa l'attitudine con cui ho partecipato. Il punto non era imparare qualcosa, fine a sé stessa, ma era imparare come utilizzare tutto quello che avrei appreso la per evitare di trovarmi nello stesso brodo l'estate successiva. Il corso era focalizzato sulla ricerca del lavoro, la lotteria della fortuna ha dato ad ognuno una certa dose di talenti e di vocazioni, devi innanzitutto capire in che cosa sei capace, quindi capire come questa tua capacità si adatti al mercato del lavoro (questa era la lezione 1) le successive 10 lezioni erano concentrate su far conoscere e frequentare responsabili di risorse umane, tagliatori di teste, selezionatori che coinvolgevano gli studenti in colloqui di gruppo, colloqui singoli. Tutto il corso altro non era che un luogo sicuro dove esprimersi. Un luogo dove il partecipante era stimolato a provare. Perché fare e imparare utilizzano la medesima area del cervello. Non puoi imparare a cercare lavoro fino a che non lo cerchi. (Tautologia, verissima). Partecipare a quelle lunghe lezioni, diventare successivamente assistente di un professore visionario ma assolutamente inadeguato al lavoro di ufficio, mi ha aiutato tantissimo. Ho imparato una delle lezioni più importanti del mio curriculum: la comunicazione significa cercare di creare terreno comune. Che significa sicuramente compra i miei servizi, sono in vendita. Ma anche, sopratutto, fammi capire quali sono le tue difficoltà, che troviamo insieme la soluzione migliore.

Quindi internet.

Internet quindi ha cambiato tutto, perché se cerco un servizio di qualunque genere, sui vari marketplace lo trovo a meno. Posso scegliere di rivolgermi a un concittadino, ad un amico, a qualcuno che ha un negozio nel centro storico della mia città e che quindi ne mantiene il decoro. Ma nel momento in cui cerco un servizio ben definito, valutabile secondo dei parametri, la scelta è oggettivamente facile. Da fornitore di servizi ho la consapevolezza che internet ha cambiato le regole del gioco, quindi non ti fornisco solamente un servizio, ti fornisco un terreno comune. Dove entrambi possiamo esprimerci per trovare la soluzione migliore.

Lavoro?

Mica tanto.