Relax!

Un imperativo, rilassarsi. Siamo talmente immersi nella melma del dover raggiungere obiettivi, dover capitalizzare il risultato, dover centrare il target, che anche rilassarsi è diventato un dovere. E allora, per rilassarsi, si fanno cose. Si fa yoga o si va in canoa, si corre per chilometri o si scalano montagne a mani nude. Sempre con un obiettivo da raggiungere. Che sia lo svuotamento della mente o l’abbassare il proprio record personale di qualche decimo di secondo, il relax si ottiene, si raggiunge, si conquista. Anche sui social network. Che, se dessimo credito all’etimologia, dovrebbero essere delle reti fatte per socializzare: scambiare quattro chiacchiere, condividere opinioni, cercare e fornire consigli. E invece eccoci lì, a contare quante visualizzazioni ha avuto un post, quanto è stato ricondiviso, quanti cuoricini ha ricevuto… Perché anche Twitter e, peggio ancora, la Zuckerimmondizia (fessbuk in primis, ma pure tutte le altre mostruose craturine dello Zuckerista monopensiero globalizzato) sono fatte per capitalizzare il risultato. Non tanto il nostro, quanto quello di investitori, realizzatori e, ovviamente, CEO. Ed ecco dunque perché mi sento tanto bene, ora, su Mastodon. Perché qui non devo fare nulla. Scrivo, se mi va. Chiacchiero, condivido, scambio opinioni e pareri in libertà. Senza stress. Senza ansie. In pieno relax. Un relax che qui, finalmente, ha anche perso il punto esclamativo.

[Il mio pensiero dopo due settimane di Mastodon]

Viviana B.