Riflessioni di Lorenzo Spurio su LA VITA NASCOSTA
(dalla lettera privata del 31 luglio 2017)
Caro Serino,
ho letto il tuo libro e mi complimento con te per questa estesa e notevole “opera omnia” (lasciami la libertà di usare questo termine, seppure improprio).
[…]
C'è tanto su cui riflettere (come ad esempio le poesie nelle quali rifletti sul potere della scrittura) e l'esigenza che la poesia “respiri”, ma finirei per scrivere un quaderno intero e forse stancare essendo, queste riflessioni, scaturite dalla mia personale lettura e possono anche non ritrovarsi nei tuoi intendimenti.
Tra le poesie più ricche e che tanto mi hanno trasmesso, ci sono
“L'indicibile, “A bocca piena”, la dolorosa lirica su Rigopiano, “Liquida”.
*
Qui di seguito sono trascritti i testi delle poesie menzionate, vi sono aggiunte la prima e l'ultima di cui nella lettera sono citati dei versi.
Conosco le voci
conosco le voci che muoiono
agli angoli delle sere
conosco le braccia appoggiate
sui tavoli nel risucchio
delle ore piccole
l'aria densa e le luci
che lacrimano fumo
e lo sferragliare dell'ultimo tram
la nebbia che mura le strade
conosco
i lampi intermittenti della mente
i singulti che accompagnano
quel salire pesante le scale
la morsa che afferra e non sai
risponderti se la vita ti scava
e il freddo letto poi fuori
dal tunnel
un altro mattino
per risorgere o morire
*
L'indicibile
dove deflagrano
nude parole al di là
della scrittura
ho cercato nel calamaio del cuore
l'inesprimibile
ciò
che non può essere detto
ho cercato stanze
inesplorate
negli anfratti del mare
le voci
trattenute
nella gola del vento
l'indicibile
nella luce della bellezza
*
A bocca piena
trucidata vita
dai lenzuoli di sangue nei telegiornali
un dire assuefatto freddo
che ti sorprende non più di tanto a bocca piena
che non arriva al cuore
-per quei bambini occhi rovesciati
a galleggiare
su un mare di speranza
la cui patria è ora il cielo
violata la sacralità
vita che non è più vita
vilipesa resa
quale fiore a uno strappo feroce
di vento
*
La slavina
perla nel cuore del Gran Sasso
il “quattro stelle” non esiste più
ghermito dalla mostruosa
mano di ghiaccio
meglio la sorte dei sopravvissuti
ti dici
e ancora sperare
sotto la neve una voce udire
pensi ai familiari perduti
deglutendo caffelatte e lacrime
[tragedia del 18 gennaio 2017]
*
Liquida
è striscia di luce verde
la mente
mentre la forma
assumi
dell'involucro-status quo
alchimie del sangue
nel vestire la vita
il chi-sei
serpeggia
si morde la coda
*
L'essenza
inadeguati noi
gettati nel mare-mondo
legati ad una stella di sangue
noi siamo l'alfabeto del corpo
che grida
il suo esserci
noi essenza degli elementi
appendici della terra
labbra del cielo