RIFLESSIONI SULLA RACCOLTA “LA DIFFICILE LUCE” , 2005

di Felice Serino

Nostalgia immemore

Io penso che le nostalgie che trapelano dai tuoi scritti non sono nostalgie terrene.

Si tratta unicamente di una nostalgia che sfugge alla memoria, infatti non possiamo avere flash visivi, odori, suoni, gusti, sensazioni tattili se non in questo mondo. Non c'è un ricordo che inchioda il tempo, che languisce, che rimpiange e che rende amaro il quotidiano. Non c'è un ricordo bello e non c'è un ricordo brutto che infantilizza o rende immaturo il nostro vivere. Non c'è… non c'è, non c'è. Non ci sono regole nel mondo assoluto dell'amore da cui proveniamo, non ci sono schemi, non ci sono segni di riconoscimento, Dio si riconosce in tutto e in tutti e noi ci riconosciamo in lui. Nei cieli, per intenderci, non ci sono paletti che delimitano spazi né orologi che scandiscono tempi, l'eternità è fatta di ben altra pasta e noi non sappiamo quale. Avvertiamo solo un senso di appartenenza, un afflato, un desiderio d'infinito di quando siamo stati intessuti nel seno materno di Dio dalla Sapienza e dalla Parola che, nell'atto del creare, han separato Creatore e creatura. E' questo distacco – a me sembra – che porta, causa in te il pathos nostalgico, immenso, senza paragoni.

E' facile e naturale che un immigrato senta il richiamo delle sue radici; tutti noi siamo immigrati e mandiamo smisurate lettere al cielo:

preghiere o imprecazioni in attesa dell'immancabile ritorno.

Proveniamo da una dimensione celeste e quello che ce lo fa riconoscere è che Dio non ha mai tolto il suo amore da noi.

Siamo concittadini dei Santi e familiari di Dio catapultati su questo globo di creta per riconquistarci, nella prova, la Gerusalemme liberata, la Gerusalemme celeste e il volto di nostro Padre che bramiamo di vedere per poterci rispecchiare in lui. Già il Paradiso ce l'ha conquistato Gesù ma noi dobbiamo metterci del nostro e un giorno comprenderemo pienamente chi siamo. Per ora, nell'estasi, possiamo fare solo piccoli assaggi dell'Eden, come una goccia d'acqua che evaporando sale ma che presto ridiscende rientrando nel suo corpo.

Andrea Crostelli [lettera privata]