A bocca piena

trucidata vita dai lenzuoli di sangue nei telegiornali un dire assuefatto freddo che ti sorprende non più di tanto a bocca piena che non arriva al cuore

-per quei bambini occhi rovesciati a galleggiare su un mare di speranza la cui patria è ora il cielo

violata la sacralità vita che non è più vita vilipesa resa quale fiore a uno strappo feroce di vento .

Nadine Swan su Assonanze (WP) Questa poesia è un grido potente, un pugno al cuore che ci costringe a guardare dritto negli occhi l’assuefazione al dolore e alla tragedia. Il contrasto tra l’orrore dei “lenzuoli di sangue” e la freddezza di un “dire assuefatto” dipinge con lucidità spietata il distacco emotivo che ci protegge, ma ci rende anche complici di un’umanità che ha perso sensibilità.

L’immagine dei bambini, “occhi rovesciati” su un “mare di speranza”, è struggente: un’immagine poetica che trasforma il dolore in qualcosa di universale, tragico, ma anche luminoso nella sua fuga verso il cielo. La loro patria diventa il cielo, un richiamo amaro alla perdita della dignità terrena.

Il verso finale, quel “fiore a uno strappo feroce di vento”, è lacerante. La violenza che distrugge la sacralità della vita è resa in una metafora delicata e devastante allo stesso tempo. È una poesia che non lascia scampo, che ti obbliga a sentire, a fermarti, a non distogliere lo sguardo. Un dolore che pesa, ma che è necessario portare. ❤️