FELICE SERINO
POESIE
AFFLATI 2018 – 2019
1
SPERDUTAMENTE ALTROVE (2018)
un intrico di rami fitto a mo' di tetto -quasi a contenere la dolce indolenza d'un meriggiare montaliano
vastità di te solo a spandersi in un infinito galattico
saperti così sperdutamente altrove
2
CALVARIO
(a San Massimiliano Kolbe)
portavo le mie quattr' ossa sul calvario accomunato alle migliaia di sventurati lungo i binari della morte
ti parlo a nome di chi nome non aveva ti parlo dalla regione del dolore con la bocca dei morti
ove germogliano fiori di quel perdono che non è dei vivi
3
SILLABE
pilucca sillabe la mia anima di carta
l'attraversa noetica luce
ammicca la musa nell'azzurro dei miei vaniloqui
epifania di voli
4
LE SCALE DI MONTALE
quante volte ho sceso scale pensando a “quelle” di Montale -ancor giovane ti senti e il braccio non l' hai voluto-
e quella certa luce a flettersi sulla mia dolce indolenza nel sentirmi chiedere che si fà stasera
voglia non ho di uscire -ci assediano gli anni- sediamo sui gradini del tempo sotto una luna menomante
(2018)
5
IN UNA SOSPENSIONE LUCENTE
dormire abbracciati -io che non riprendo sonno- il glu-glu-glu di colombi sul terrazzo-
a inondarci la bianca luce delle stelle che andranno a svanire
una mosca è il verso che mi ronza in una sospensione lucente
sento che creando noi si viva d' infinito
6
COSA VUOI NE SAPPIA
(parla un agnostico)
tu dici il sopra è il sotto citando I King ma cosa vuoi ne sappia di capovolti cieli e dell'essere “rivoltato” a un colpo di vento
erudiscimi allora e dimmi cos' è la verità tu che non la ritieni un optional
io so soltanto di terra e non ho baricentro
lascia perdere l'anima e dimmi se qualcuno mi ha chiesto di nascere
7
IN SOGNO
vedevo di dalì il Cristo pie(a)gato gli orologi molli danzare mutando forma i lunghi colli di modigliani curvarsi e gli uccelli di mantegna invadere il mio studio lasciando deiezioni
ancora intinto nel giallo il pennello di kandinskji
[Opera di Dalì: “Cristo di San Juan de la Cruz”, 1961]
8
GEOGRAFIA DI GRAFFI
dirò di quella volta che l'ondata mi strappò come una gigantesca mano dallo scoglio
pensavo fosse finita mentr'ero sballottato come una cosa
poi mi guardai la geografia di graffi
e mi toccai inebetito
9
COME NUVOLE PIGRE I PENSIERI
di quei momenti che come nuvole pigre i pensieri veleggiavano verso isole di spleen nell'essenza del sogno
e lei tenerezza in sorrisi di rose ad aprirti il cuore nel passare come un arco nel cielo
10
LA SCRITTURA
torna sulla terra pensa alla realtà degli ultimi ai margini
i voli non fanno per noi lasciamoli ai sognatori
la tua penna sia invece un fuoco a trapassare l'essere -voce di chi non ne ha
e la scrittura
-angelo di giustizia- si elevi in luce
11
ORIZZONTI DI PALPITI
il cuore a specchiarsi nel grido di luce mentre stormi d' uccelli disegnano asimmetrici voli
e si mutano in forme d' animali le nuvole
l' urgenza di ricreare orizzonti di palpiti su tela o bianco foglio
l' arte è un viatico per restare immortali
12
L'ASSENTE
è nella natura delle cose -dici quasi rubandomi luce dagli occhi-
che la foglia maceri rinasca sul ramo e allo stesso modo l'assente
ha il suo “posto” etereo e d' un sangue e una voce vive come invisibile radice
13
HIKIKOMORI
stiamo pulendo le strade dai sogni – tutto così asettico e
ora non sappiamo dire i ragazzi dove appenderanno i loro aneliti
senza saper vedere il giallo d' una foglia raccogliere il grido d' un gabbiano
il virtuale li reclude -hikikomori- nelle loro stanze sempre più in tenera età
e il cuore annaspa
senz'aria
14
LUNGOPO'
noi due mi dici siamo della stessa pasta -quanto a me non so dire i difetti la trave nel mio occhio
le anatre abboccano le nostre briciole tra dorati riflessi e giochi d'acqua
tu ti mantieni bella e gli anni non sciupano questa luminosità del viso
mi chiedo quanti inverni ancora nelle ossa che gemono nelle giunture
15
AUTUNNO
amore vagabondo dicevi di smemorate carezze nei primi versi giovanili
perché poi vagabondo oggi non te lo spieghi
tempo uggioso diresti uguale mestizia a ottenebrare il cuore
ripensi con nostalgia alle corse tra sciabolate di sole nella verde età fuggitiva
autunno è la stagione dei morti
17
ULISSIDE
occhi di terra e di cielo e oceani occhi ove vive noetica luce a sognare procelle e bompressi
e un'itaca lontana
esce dalla coda dell'occhio il tuo vascello a circumnavigare terre di mistero
ed è casa di mare aperto l'anima del viaggio
18
I PASSI IN CADENZA
sei la mia spina Rosa pelle di pesca
ti elevi e danzi sopra le nuvole a corteggiarti le stelle
invidiano gli angeli i tuoi passi in cadenza
tra archi di luce
19
LISTA D'ATTESA
e siamo in lista d'attesa dici con un mezzo sorriso -dall'angolo del labbro la stessa sigaretta mai accesa
anche vivere è un vizio che -aggiungi scherzoso- ci dovremo togliere un giorno
ed è umano chiedere se possibile una dilazione al Pantocrator
spiralante il pensiero – navigano gli occhi in un mare d'aria
20
IL COMPROMESSO
(divertissement)
l'hai adocchiata da tempo la bella villetta in cima alla collina col suo bel giardino e tanto verde intorno dove possa correre felice la tua cagnetta e tu a fare footing
non vorresti fosse un sogno
hai anche studiato la planimetria sei pronto per il compromesso e accendere un mutuo
ma di': non corri troppo dentro il tuo sogno e ti comprometti?
21
IN QUESTA VITA CHE VIVI
l'angelo veste una parabola di carne
egli la tua entità lucente la tua statura
luce della vita messa negli occhi
22
SENZA TITOLO
un'alba cadmio apre spazi inusitati nel cuore
usciti dal sogno beccano sillabe gli uccelli di maeterlinck in un cielo di vetro
da un luogo non-luogo le uve dei tuoi occhi chiamano il mio nome genuflesso nella luce
23
NELL'OLTRE
[Parla il ragazzo che ha perso la sua amata in un incidente.]
il tuo sangue spanto -Nina- che intinge di deliranti arabeschi le mie notti bianche
e quell' albero con i cuori incisi a sopravviverti – le radici impregnate del nostro amore
ma tu anima di stella sei nell'Oltre
24
NEI CIELI DI TORINO
nei cieli di Torino promette pioggia livida luce
uno sguardo di sottecchi al vicino di panchina mentre leggo Kavafis
-le dà fastidio il fumo?- al mio cenno spegne garbato come ne trovi pochi
la metro e sei al centro Porta Nuova la trovi intasata di affaristi ed extra- comunitari un cappotto liso fa da coperta ad un barbone e il suo cane
ad uno sputo è in sosta una testarossa fiammante
tra i morti e i viventi il mondo ha denti aguzzi
25
IL ROVESCIO
spossato sono dal mio sogno non mi sovviene per quale ragione nell'ondivago moto del cuore mi disperavo e come un agnellino piangevo
il sogno dicono è il negativo del reale il pianto è gioia e lo stesso sarà entrando nell'orbita di cieli dell'Oltre?
il rovescio dunque di questa realtà che ci appare per speculum in aenigmate?
mi aspetto buone nuove prosit!
26
SOGNO DALINIANO
(splendenza rubata da un non-dove -mi dico- questo
piccolo universo racchiuso nel profondo di noi piccoli universi)
mi ero annullato in pensieri allucinati e
in un abbaglio di figure
Gala e Mae West mi sorridevano sdentate
[Tra i famosi dipinti di Dalì: Gala, di origine russa, sua moglie e musa; Mae West, attrice, New York 1893 – Los Angeles 1980.]
27
DI LUCE DI SANGUE
sostanza sei di luce e di sangue
le cellule cambiano di continuo e non sei più lo stesso di prima -com' è ogni ciclo in natura
ma eco insopprimibile in te risuona d'immortalità:
sempre a superarti
a superare d'un passo la morte
28
ANGELO
angelo icona della volta che mi vedevi da lassù la testa all' indietro a contemplare i lineamenti perfetti
nei tuoi occhi vedevo palpitare il cuore della Bellezza e m' incantavo
poi per paura del male del mondo la sera mi rifugiavo nel sogno di te e toccavo il cielo
quando dopo la mia accorata preghiera venivi a visitarmi
29
ANSE D'OMBRE
anse d' ombre notte bevuta sudata notte un grumo di sangue la parola nel bailamme l'anima dissolta
sogno sputato l'essere svuotato di forme
ad un cielo muto appeso il grido
30
L'EGO
non è che fumo il tuo riflettere se al tuo (d)io t' inchini
l' interpellarti cade nel vuoto come un assordare di cristalli
inutile imbiancarle le pareti pregne d' insormontabili retaggi
31
TUTTO E' ANCORA POSSIBILE
ti senti altrove e il più delle volte fuori dal coro
ti chiedi se -nell'ordito della vita dove si spezza la parola- ti sei perso qualcosa – vorresti allora rovesciarti come un guanto
riconoscerti come il fuori del tuo dentro
aprirti a un' alba che diradi questa corolla di tenebre
e sai che tutto è ancora possibile
32
COSI' ESISTE LA PAROLA
così esiste la parola nutrita del sangue degli dei
prende il largo quello che si dice afflato o musa ispiratrice alla scoperta di fonèmi
fa cerchi concentrici nel lago fondo dello spirito
33
ALLUCINOGENI
stato d' incantesimo inventarsi un cielo delirio che sanguina luce
l' anima travestita a farsi pseudo- incarnazione di un sogno
breve estasi – amara al “risveglio”
34
LATITANTE LA MUSA
sillabe cadute dagli occhi l'ingoio di stelle a svanire
“credi resistere ai piaceri della tavola ma dai che hai -fidati- il colesterolo buono”:
questo salvi dal tuo dormiveglia – relitti a galleggiare sul mare ipnagogico
tenti trarne una poesia giri in tondo con le parole – latitante la musa
35
MIGRANTI
segni indecifrabili lasciano lungo il percorso come orme sulla sabbia
è stato un miraggio la terra promessa
negli occhi pezzi di cielo a dire l' avverso destino
resta un muto grido di scatole nere sepolte nel cuore
36
DI GIORNI A PERDERE
nel bailamme di giorni a perdere in virtuale ti giochi la vita testa e croce all'altezza di precipizi ti avvolge il manto del vento cogliere il fiore-essenza del tempo dirti se l'esistere sia quasi finzione o sogno
37
IN BILICO
giungeremo nell'Oltre dove le ombre parlano col vento
increduli e colmi di lucente meraviglia – noi resi impalpabili essenze e vieppiù reali
tanto che ci parrà un sogno l'aver attraversato nella carne la morte
nel circolo del sangue noi in bilico
un piede nel mistero
38
ALLO SPECCHIO
ho un rospo-invettiva mi sta lì lo raccolgo in un foglio intanto lascio gridino le pietre
per la bellezza deturpata e il suo esse-o-esse per i figli del progresso dio-boomerang dai chiusi orizzonti e una vita di passi perduti
per l'uomo e il suo specchio dai mille rebus irrisolti dove confluisce la sua storia
intanto la luna non più ispira rime e sogni
divorano topi famelici la polpa del mondo
39 INDIVISA SOSTANZA
sono indivisa sostanza dimora delle origini porto il respiro di voci tra ramate ombre
nelle trame del vento lascio si dilegui la morte mi vivono nella carne illimitati cieli
mi ustiono di rosacea luce
40
QUANDO L'ANGELO
quando l'angelo verrà a chiamarti discreto senza tromba e avrai lasciato questo corpo frale -burattino senza fili-
aleggerà nel cosmo la tua essenza col bagaglio di esperienze e sogni (quei sogni che non muoiono mai)
sarà un capriolare di dolce vertigine
come immergerti in una pace amniotica
41
LA DOMANDA
l'abisso capovolto della croce
duemila anni e il grido vano lacera l'aria
“Padre perché”
sasso gettato nel lago del mistero la domanda
a toccare una impercettibile morte apparente
42
A DARE SMALTO A UN SOGNO
silenzio allagato di luna – una silhouette nella mente ondeggia e gli arzigogoli a dirmi vano il ricordo sgualcito dal tempo
dalla foto color seppia mi guardano i suoi occhi velati di mestizia
-ah l'assedio degli anni e il cuore a dare smalto a un sogno sbiadito