FELICE SERINO
POESIE
LO SGUARDO VELATO
2016
LA VITA NASCOSTA
285 L'ESISTERE SPECCHIATO
con lo stillicidio del tempo a subire questa piaga dalle nove porte
ma a te presente il Sé -il celeste- l'esistere specchiato: vita che si guarda vivere
un mondo in un altro
Le nove porte: gli orifizi del corpo secondo la Bhagavadgita
286 UN DIO CIBERNETICO?
vita asettica: grado zero del divino Onniforme -ma la notte del sangue conserva memoria di volo
vita sovrapposta alla sfera celeste regno d'immagini epifaniche
emozioni elettroniche
eclissi dell'occhio-pensiero
287 NEL PAESE INTERIORE
nel paese interiore eiaculo i miei sogni - vivo una stagione rubata al tempo -mimesi icariana sul vetro del cielo-
nel paese interiore brucia il mio daimon di febbre e di luce
288 DELL'INDICIBILE ESSENZA
dell' indicibile essenza
noi sostanza e pienezza
solleva l'angelo un lembo di cielo:
in questa vastità soli non siamo: miriadi di mondi-entità ognuno in una goccia di luce
289 ANGELI CADUTI
fuori dal cielo bevvero l'acqua del Lete
ora non sanno più chi sono
presi nella ruota del tempo mendicano avanzi di luce – curano le ali spezzate
per risalire nell'azzurro
290 PRESENTIRE
finirà qui tutto il visibile -col panorama dei sensi
a sopravviverci voce di sangue in un non-tempo inconoscibile
l'astronave-di-luce tra cirri e nembi e corpi celesti
291 L'ALBERO
di Te il dito la saliva il fiato:
ri-fiorire vita in cuore disabitato
e gli esecrandi crimini? non ricordi
dal sacrificio estremo l'Albero di sangue si è ingemmato
sopra uno sconquasso di secoli
292 EPIFANIE
vita che si guarda vivere e ci guarda vita che si pensa ed è
-riflessa vita che apre la fronte del mattino
ed è esistere nel suo ricrearsi
epifanie
293 FARSI INFINITO
in apparente spaziotempo un infinito sospeso
-sogno fatto carne
la vita è alfabeto del tempo da sillabare vuoto di forme – ombre
nel bianco respiro dalle labbra quest'anima s'invola
294 L'ABBRACCIO
(in dormiveglia)
si concentra ed espande l'amore in quel vivere-morire delle prensili braccia sospensione apparente carne e cielo
295 IL SOGNO DI TE
in una sospensione lucente ride la tua immagine d'aria
nella fodera del cuore ho intagliato il sogno di te
sulle ali del vento le parole che ti dedico
296 LA CASA DELLE NUVOLE
ha bisogno di manutenzione -sai per produrre versi come miele -vanno oliati gl'ingranaggi verificata la tenuta perfetta dell'ossatura l'efficienza della struttura
tenerla in ordine come un condominio
ma tu la ritieni come fosse di proprietà esclusiva:
contenitore di sogni è risorsa a cui chiunque può accedere -ti basta?
297 DI QUA DEL VELO
(non qui né altrove: semplicemente essere nel Tutto -porta della conoscenza)
di qua del velo di maya trottola del tempo consuma il suo perno
nella palpebra del sole un embolo d'ombra dimora che insanguina il vento
298 MOMENTI
di cos'è fatta la vita-energia se non di momenti rallentati -per cui è un girare in tondo su te stesso
o forse di virgole di sangue e amore rapprese in un grido sul vetro del cielo
299 NELL'UNO
dal Tutto ritrovarsi nell'uno a vivere il sogno della carne
il sangue che cavalca il vento dove crescono i passi
lacerato dalle lancette d'un orologio interiore un Lazzaro a sollevarsi da cento morti
300 IL SOGNO DI DIO
in seno a cieli di cui non è memoria assai prima del corpo quando già da sempre era la Parola
il sogno di Dio
il Suo soffio
poi la fatidica domanda “dove sei Adamo”
e furono i cieli capovolti
301 BRANDELLI D'AMORE
falesie di pensieri tesse ragno di luce
vertigine: come sarà senza il corpo -serbata la vita nella Pietà del sangue
solo espanso pensiero saremo?
ci consoli certezza di portare in salvo brandelli d'amore
302 GL'INTOCCABILI
sì onorarli i morti che ci perdonano con un velo di pietà
quelli che sognarono il loro eldorado ragazzi degli anta presto dipartiti
ora di qualcuno d'essi verrà detto era un pezzo di pane -anche se di certo avrà portato con sé i suoi scheletri
o si saranno nell'altra dimensione dissolti
303 INFINITUDINE
parabole di carne
siamo archi tesi nella mano dell'eterno presente
noi nel divenire appoggiati ad una spalliera d'aria
304 DISTACCO
giungere dove ogni linea s'annulla un brivido bianco e sei altro
fiume che perde nel mare il suo nome
..................................................
TRANSITI E SOSPENSIONI (2016)
305 INANELLATI ALEGGIANO PENSIERI
(la fatica dello scrivere)
inanellati aleggiano pensieri si frantumano ri-compongono tu aureolato di fumo a lasciarti corteggiare dal misterico chiarore d'una complice luna
rima sì rima no baciata o interna e che suoni
un corpo-a-corpo con la parola
intanto
di Selene un dardo il foglio trapassa dove ristagna esangue poesia
306 DALL'IMMAGINE INFRANTA
(a Danilo Dolci)
risalire dall'immagine infranta -quella dopo la caduta- dove è voce del sangue la ferita del cielo
limare le parti non combacianti con la figura del divino
innamorato dell'uomo nuovo tu guardi al bambino
che tende le prime radici nell'aria
307 FIORE DI POESIA
'lo gnaolio dei gatti in amore tra gugliate di luce'
belli sti versi che leggo sorseggiando un drink ma dove vai a parare me lo dici?
timore della pagina bianca?
scandagliare devi macerarti immergere le mani nel sangue a far nascere nuovo fiore di poesia
musica che arrivi al cuore
308 CREATURA DI SABBIA
io non io esisto di qua di là dello specchio -una distanza mi separa: vivo mi avviluppo in un sogno lucido
Sogno sono di me
io creatura di sabbia
309 QUELLA SOSPENSIONE
non già l'appagata sorpresa ma in vita tenere l'attesa cullare il desiderio -avrebbe forse sentenziato il saggio de 'I Ching'
sentire nelle vene serpeggiare il prolungarsi d'un'attesa lancinante ma dolce
trattenere quella sospensione lucente simile a stillicidio che scavi la pietra
I Ching – Il Libro dei Mutamenti
310 LIBRO DI POESIE
aspettare per farne -forse- un “mattone”? o subito licenziarlo libercolo smilzo?
alle spalle l'assedio degli anni: mi spingono nella strettoia -o foce- dell'ignoto
gioco col tempo che resta a sfidare la morte
visti non visti i giorni sciabolate di luce
a sfogliare mesi anni
311 MIMESI
icaro e le ore acrobate dove spegnere inconfessati ardori
il “grido” espanso che nell'aria trema
l'angelo è di cenere
312 FAME
tutto relativo non Dio non la fame
ho visto un'ombra aggirarsi tra i rifiuti non era un cane randagio era un uomo
pro(re)gresso?
la giustizia artiglia urla fame di Dio
313 NERO DELLA NOTTE
(a un dissoluto)
punto di non ritorno?
quale sprofondo ad accoglierti
non sai più chi sei dentro giorni perduti
ah ti trapassi una spada di luce ti canti nel sangue un angelo che ti aiuti a grattare il nero della notte
a sollevarti dal tuo sudario di morte
314 VERTIGINE
'donnez moi dammi una scala per il paradiso' dicevo in dormiveglia e ancora quali nonsense aborti di parole frasi sconnesse
strascichi bave
era uno scivolare in me senz'appiglio
come affetto da demenza senile o scoprire in me il bimbo accoccolato nella mente
315 MIGRANTE
il ragazzo lasciato bocconi sull'arenile sembra dormire avvolto dal manto della notte gli lava dalla salsedine la parte del viso un cane randagio
ora non sentirà più i morsi della fame
è sazio di cielo
sul corpo un fremito di stelle
316 DEL SOGNO
linea di divisione -luna del sangue a ricreare ancestrale luogo-non luogo
ectoplasmi
-cerchio del sogno
asimmetrico volo
317 ASSOCIAZIONI
i nasi all'insù contro la luce livida d'un cielo che non promette un rondone rimasto impigliato chissà come sbatte furioso le ali
strana associazione d'idee se va la mente al 'falco alto levato' di Montale
[Le parole virgolettate nell'ultimo verso sono tratte da Ossi di seppia, 1920-1927.]
318 CONOSCO LE VOCI
(a tutte le vittime per la giustizia)
conosco voci che aprono strade di libertà e amore conosco i nemici della luce che aizzano i cani neri della notte lacerando i sogni di nuovi mattini
conosco i nomi dei poeti assassinati che dal sangue han levato la voce -i loro j'accuse come lingue di fuoco
conosco la “fame” dei senzavoce il profondo dove si apre il grido
319 L'ALBERO DI GIUDA
tagliando per la pianura non trovavi più il cuore
sulle punte delle stelle ti volevi trafitto e il sangue quasi ricamasse una scritta ingloriosa
ma il tuo albero ecco venirti incontro
e già il cappio vederlo -sinistro
320 PRIMA DEL GESTO
(altra visione di Giuda)
ti saresti ubriacato col prezzo del sangue soffocando nel vino quella lacerazione infinita
ma avresti solo ritardato la fine
prima del gesto estremo scacciasti via da te quella luce a guisa d'angelo
non potevi saperlo eri scritto nel Libro per un ruolo ingrato -sulle labbra ancora il fuoco del bacio
[Giuda Iscariota, secondo Giuseppe Berto, nel romanzo “La Gloria”, aveva una missione da compiere e non è morto dannato.]
321 LUCE E OMBRA
se posso mi cerco un posto all'ombra -non m'ispira il tipo lucertola- ti guardo attraverso gli occhiali scuri mentre leggi per ore distesa su uno scoglio
ha un che d'incantesimo questa sospensione palpabile nell'aria
linea d'ombra e luce a separarci ma metti i tuoi ridicoli puntigli
322 STANZE
le notti inzuppate di sogni quando nonsense veleggiano sulle ondivaghe acque dell'inconscio
o ti vedi seguire una successione di stanze e ti perdi e ti ritrovi in un'altra realtà-sogno o dimensione
323 ISOLE
concatenarsi di sequenze evanescenti sognare di te tu di me ma mai questi mondi paralleli s'incontreranno li inghiottiranno onirici buchineri così le nostre vite trasversali un fondersi di corpi ma isole gli universi dell'anima mondi di celeste fuoco che si sfiorano e mai combaciano
324 UN CIELO BIANCO DI SILENZI
(L'ortografia)
punto sul vivo da strafalcioni anche il foglio sembra aggricciarsi attraversato da una fuga d' immagini
in un bailamme di fonemi -dalle acque del sogno a risalire strambe parole nell'aria di cristallo-
illividisce un cielo bianco di silenzi
325 LO SPAZIO D'UN SOFFIO
schegge di voci di abbandono
il pallore di luna riflette nel bicchiere luce ubriaca
occupi lo spazio d'un soffio
in fine consegnerai il nome
326 POESIA-FINESTRA
dici poesia intendi finestra
affaccio dell'anima bagnata da alfabeti di lune
è finestra su un mare aperto poesia
per l'orecchio del cuore-conchiglia
327 IL TUO VOLARE ALTO
l'anima spando sulla terra a ricambiarmi una solitudine ampia come il cielo
mi appresto a gran passi agli ottanta e ancor più poesia ti canto -del mio sangue azzurra ala
ai confini della sera in quel farneticare che richiama la morte
il tuo volare alto come preghiera
328 IL SALUTO SPEZZATO
[11 settembre: a 15 anni dalla strage]
tutti ricordano dove si trovavano in quei fatali attimi quando il cielo si oscurava ingoiando cenere e odio
tutti ricordano -i superstiti- l'ultimo gesto -uno per tutti la mano levata quel saluto spezzato
come il battito dell'ora in cima alla torre
come il pulsare del cuore straziato
329 ULISSIDE
(l'ispirazione)
prende forma la vela dalle profondità inconsce la governa ulisside o forse si lascia guidare
sull'infinito mare del sogno
speculari all'acqua emergere vede parole
il fonema del canto su curvature di luce
330 NEI MIEI SOGNI
c'è un donnone nei miei sogni mi perdo fra le sue grandi mammelle piccolo piccolo mi faccio e come scricciolo mi c'infilo nel suo caldo grembo
al riparo degli tsunami del mondo
331 UN SECCHIO DI STELLE
un secchio di stelle acqua e pensieri ondivaghi e le stimmate di te nella memoria come sangue rappreso
nel fondo a ravvivarsi ali e venti aquilonari l'ingoio di soli su orizzonti di fuoco
332 L'ACCUMULO
Tu non persegui chi usa bilance false lasci gli si ritorca l'ingiustizia e l'oro diventi capestro o ruggine
ahi l'accumulo cui spezza il cerchio la morte
333 NOMADE D'AMORE
gli occhi luccicanti delle finestre contro la lavagna della notte che disegna arabeschi di mistero
dove ti porta il filo dell'immaginario o del sognare
dove questa strana ma feconda inquietudine serpeggiante nel sangue tutti i libri letti i mari solcati -odisseo tu nello spirito- dove questo cuore nomade d'amore ti porta
334 LA TUA VAGA ESSENZA
tocco in sogno la fiorita riva delle tue braccia: è una dolce pena questo lieve sfiorare la tua vaga essenza a un lunare complice chiarore
335 IL GRIDO
non altro che raccogliere su foglio il Grido l'amaro sangue -morte per acqua-
parole a segnare vergogne
dall'alto spettrale silenzio su vite lacerate
336 CASA DI RIPOSO 2
-nella vita chi non si dà muore mangia se stesso- sentenzia il “saggio” in degenza
la nuvola di vapore dalla cucina offre un che di magico un familiare tepore
là fuori un mondo che vive la recrudescenza dell'inverno – gli alberi orfani di foglie e canti .