FELICE SERINO

POESIE

ASIMMETRICI VOLI (2016-2017)

337 HITCHCOCK

mi ha squarciato la carotide un solitario uccello nero sparito poi alla vista nel cielo di cobalto

distratti mi oltrepassavano i passanti mentre mi dissanguavo

sul marciapiede il sangue disegnava arabeschi del sogno -degni del genio di dalì

338 QUEL SUSSULTO DEL SANGUE

come non trattenere il muto grido che sale fin dal midollo delle ossa per te Nina ora come stella del cielo come quel sussulto del sangue a non espandersi in vasti echi contro muri di cristallo in questa solitudine che artiglia

morta in me l'attesa e il giorno azzurro e il vento e l'odore di te oggi che del sangue sei grumo raccolto negli occhi

339 L'ANGELO

(conversione di San Paolo)

l'angelo sognai sulla via di Damasco aprirmi l'altra faccia del giorno caddi bocconi in estasi vedevo gli alberi camminare tutto il mare in una brocca

340 IN SOGNO

si amalgama il sangue con alfabeti d'acqua se inattesi risalgono dal mare i miei morti nell'alone di luna

341 CHISSA' FORSE UNA NOTA

un rebus di parole frammenti di nonsense emersi dal sogno non del tutto svaniti tentare di farne una poesia?

ma è come volere estrarre sangue dalle pietre

quel gabbiano che ora vedi danzare sulla spuma dell'onda -non certo uscito dal tuo sogno- chissà non ti porti nel becco una felice nota

342 COME OSTIA DI LUCE

[Ai martiri della cristianità, che hanno combattuto la buona battaglia.]

irta di rovi la “parete” inclinata del cielo

vi lasciaste brandelli d'anima e pelle ora il sangue a fiorire come ostia di luce

343 ULISSIDE

ordito del tempo-maya isso la vela per terre in sogno intraviste risillabando palpiti di soli miraggi d'eldoradi -la prua che fende le onde esce dalla coda dell'occhio

344 LA GRANDE AVVENTURA LA VITA

impastato di sole tu senza paese di terra e cielo sei ricorda ti veste dignità

ancor giovane hai braccia forti per capovolgerla la vita esci dall'inedia solleva sulle larghe spalle i tuoi figli fagli scoprire gli orizzonti dove grida la luce

345 DELL'EDEN

proiezione sei e lamento come d'animale disperso

a trapassarti una spada di luce

riflesso di Vita vera se dell'eden ti abita solo quella vaghezza come in sogno

346 LA SVOLTA

impalpabile mistero è a volte la vita come il sogno coi suoi criptati messaggi da decifrare

ti senti pedina sulla scacchiera in un magico sincronismo

ed è la svolta che poi ti rivolta la vita

347 QUI DA DOVE GUARDI

gratifichi la stima di te con un éclair insieme le ingoi quelle morti per acqua tutto già visto già ingerito

pure cos'è che d'irreale aleggia nell'aria vitrea qui da dove guardi giro piatto d'orizzonte

348 NELLA PIENEZZA

asessuato angelo dall'immarcescibile aureola so chi sei ti riconosco venendomi in sogno angelo mio specchio io di te riflesso nient'altro anelo che riunificarmi a te nella pienezza

349 LEVANTE

[leggendo David Maria Turoldo]

quanta pena -Cristo- per togliere il pungiglione alla morte

quando si apriranno i cieli

e l'alba per noi sarà luce frontale?

350 NULLA SI PERDE

se di sé fu a innamorarti una melodia ora smarrita nel tempo

vedrai tornerà - sì tornerà all'orecchio del cuore viva come allora valicando gli anni alle spalle

pure ogni essenza potrai ritrovare che ti appartiene varcato che avrai il muro del tempo

come l'odore della salsedine del legno bagnato

o -sublimati- quello della pelle dell'amore

351 L'ESSENZA

inadeguati noi gettati nel mare-mondo legati ad una stella di sangue

noi siamo l'alfabeto del corpo che grida il suo esserci

noi essenza degli elementi

appendici della terra

labbra del cielo

352 NON DOMANDIAMO

non svegliamo le lune di vetro assopite nella valigia dei nostri spostamenti

da dietro il velario esse non sanno dirci se siamo assoluti

non domandiamo

tantomeno alle stelle a sbiadire nella prim' alba

e noi nomadi d'amore non si sa dove poggiare il capo

353 SPALLIERA D'ARIA

s'adagia ad una spalliera d'aria l'anima monca

in occhi di verdecielo una luce analfabeta

invertigina l'essere in questo slontanare

ma il nome è da sempre nel seno di Dio

354 CHI PUO' DIRE

[a un ragazzo degli anni 60]

non certo beata gioventù -chi può dire cosa s'agita in un profondo fitto di grovigli freudiani

volevi uscire da te ti attrasse il salto nel vuoto

“non entrambi i polsi legati un'intera nottata a fissare il soffitto no non faccio del male ora neanche a me stesso”

poi il fiotto di luce a investirti e le venti candeline -simboliche- da spegnere non era l'ora che partissi dal mondo quel mondo che ancora ti chiamava nel suo grembo di cenere e oro

355 DELTA

dove è grido rappreso la voce del deserto

si dirama l'essere aprendo di solitudine le braccia rotte

356 A SPECCHIO DI CIELO

fraternizzo con Campana se anelo al silenzio in un gran porto chiuso ai mali del mondo

dove a specchio di cielo sia riflessa unicamente la bellezza

[Dino Campana, “Canti orfici”.]

357 I SOGNI ALLA DERIVA

insieme a questo corpo vedrò staccarsi i sogni -quelli mondani su vascelli di nuvole- andare alla deriva sopra un mare che più non m'appartiene

358 UN'ALA D'ANGELO

propedeutico è l'abbraccio bellezza nell'umano che schiude mondi ignoti

un'ala d'angelo vibra sulle schiuse labbra a sigillare nuova vita

359 ESTASI

[gli ultimi giorni di Paolo (Saulo) di Tarso]

ovunque mi seguivano i tuoi occhi buoni

l'anima affacciata sul Tuo sangue lucente ha danzato per il tempo che restava

360 DIETRO IL VIOLA

non hai un appiglio mentre a superarti è una luce blanda anneghi in un mare vasto di ossimori come un film sfocato questa vita in controsenso quasi una finzione o solo apparenza dietro il viola della memoria affondano nel nulla i tanti io

361 L'IMPRONTA

ricominciare da qui: dove l'occhio del cuore segue la curva della luce

dove si schiude la rosa tra cristalli di gelo -mentre lasci l'impronta del “fare” anima

ti fondi nell'azzurro rapito dal canto di Silesius

[Angelus Silesius – 1624-1677 –; poeta e mistico tedesco.]

362 LA SLAVINA

perla nel cuore del Gran Sasso il “quattro stelle” non esiste più ghermito dalla mostruosa mano di ghiaccio

meglio la sorte dei sopravvissuti ti dici e ancora sperare sotto la neve una voce udire pensi ai familiari perduti deglutendo caffelatte e lacrime

[tragedia del 18 gennaio 2017]

363 SILLABE

(visione)

mettere ordine nei cassetti della mente non trovare una pagina volata chissà vedi rotolano giù dall'emisfero destro parole ubriache mentre sul bordo delle orbite piccioni piluccano sillabe s-cadute

364 CAVALLI DI NUVOLE

i primi smarrimenti: quando ti sembrava dovesse cascare il mondo -disegnavi angosce o voli pindarici nell'aria

da una feritoia ti guardava un pezzo di cielo -tu ragazzino -ricordi- rifugiato in una baracca a smaltire l' “onta” di una derisione non sapendola costellata di prove la tua stella

intanto cavalli di nuvole a sequenza dicevano la vita leggera

365 NEL SANGUE DELLA PAROLA

ti fai strada nel sangue della parola al primo chiaro con la luna che spiove sui tuoi fogli

d'indicibili fonemi s'imbeve ora la nuova fragile tua creatura

366 IN MAGICO DEFLUIRE

peschi un verso dal fondo del tempo tuo non più tuo come una matrioska altri ne nascono in magico defluire

non sai mai dove ti porta poesia

altri ne scaturiscono che da dentro premono spingendo contro il costato grembo dove sosta un dio minore

e devi gestirne l'impeto di sangue e luce

367 PALPITI

la parola graffiante ferita viva lascia nel bianco

l'anima in luce di sangue si china sulla bellezza mentre rossi palpiti annoda un navigar di vele sull'aperto mare del sogno

368 DA UN ALTROVE

a volte la tua vita la pensi come fosse in mano a un vento che t'avvolga in un mantello di luce

tu che in azzurre volte ti perdi: dimmi cosa senti da un altrove?

forse lontananza che richiama un altro Sé?

369 DOVE NASCE UNA POESIA

non puoi sapere come e dove nasce una poesia – arco teso dell'essere che

sulle ali del vento corteggia il sogno e pentagrammi disegna

mentre la Musa come una Venere esce da un bagno di liquida luce

370 SCRIVI SUL VENTO

non vedi di là del tuo naso se ridimensioni la trave nell'occhio dove l'ego veleggia per terre di conquista

corri sul filo di abissi di vanagloria

il tuo sogno cattedrali di nulla

girasoli accesi ed arco- baleni pare t'invitino stolto che te depredi del bello

metti in tavola pane e rancore

disamore scrivi sul vento

371 VERITA'

non scritte sull'acqua le mie parole

pure mi nascondo come l'inchiostro simpatico mi paleso a chi mi sa leggere tra le righe

sarebbe dare perle ai porci uno sbandierarmi ai quattro venti per chi è sordo alla stregua dei potenti

372 L'ACCUMULO

ti preoccupi per il vestito? e per l'oro nei forzieri dove urlerà la ruggine?

la so quella certa malattia contagiosa serpeggiarti nel sangue

guarda i gigli del campo – Lui dice

e ti senti come chiuso all'angolo

Lui: ti fidi?

mai hai visto un sì benigno Cielo accoglierti

373 PER VOLARE

pensa: sono appena passato “di là” eppure non me ne sono accorto

vi si sta d'un bene ed è come in un sogno tanto ma tanto più vivido

ora aspetto soltanto di vestire un corpo fatto d'aria

per poter volare

374 PAROLE

parole sulla bocca dell'alba in dormiveglia mentre inizi l'interiore viaggio

cavare sangue da neo-nate parole in seno a un dio non visto

dove sale la luce

375 VELE DI NUVOLE

escono fonemi dal ventre della notte quasi ectoplasmi nell'alone di luna

saltabeccanti passeri sbocconcellano interpunzioni vaganti con vele di nuvole

376 VELARIO

amare è fatica

caduta delle braccia

ma dal peso mortale un cielo ci nasce

strappa dunque il velario volgi lo sguardo sul monte al Cristo trasfigurato

agli ultimi della terra

377 DISTACCO

ti fai fragile foglia appoggiata ad una spalliera di brezza

378 FANTASIA

entravano nella cruna del sogno salendo su per il naso vele e gabbiani danzanti sulle creste nei mari di Melville

era voce d'acque a lenire giorni feriti nell'anima a perdere

379 ARCO D'AMORE

noi siamo proiezione di Dio e come angeli incarnati del nostro Sé similmente di noi i nostri figli

-frecce scoccate oltre il corpo dall'arco teso dell'amore

380 ACQUA E MEMORIA

in cadenza di respiro acqua e memoria siamo scafi a solcare oceani del periglioso esistere

su un vento salato s'invola la sacralità della parola

381 DIETRO IL VELO

splende rosacea luce sulla bocca dell'alba

miriadi di stelle nascoste alla vista

come la vita dietro il velo della morte -a cogliere aneliti d'infinito

382 LE VOCI REMOTE

un'accoppiata di parole o una frase sentita o letta risuonano e sono una fitta nella mente che inizia a elaborare

il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto la luna menomante di Seferis

Ghiorgos Seferis, poeta greco – 1900-1971

383 LIQUIDA

è striscia di luce verde la mente mentre la forma assumi dell'involucro-status quo

alchimie del sangue nel vestire la vita

il chi-sei serpeggia si morde la coda

384 PRIMAVERA

si posano le uve dei suoi occhi su silenzi sospesi teneri corpi come giunchi dondolano nella luce sognando la vita altra