FELICE SERINO
POESIE
COORDINATE DELL'ANIMA (2023-2024)
1
NELLA STAGIONE CHE TI SPOGLIA
braccia frondose hai piene d'uccelli levate al cielo come inno alla vita
il forte abbraccio è il mio grazie di esistere
nella stagione che ti spoglia il fuggire dei canti mi fa triste il cuore
2
POESIA E' NEGLI OCCHI
poesia è negli occhi profondi di una donna è la leggerezza della piccola danza del passero sul davanzale è la fogliolina che spunta dalla terra poesia è il neonato attaccato al seno o l'attesa della mamma sull'uscio è l'interrogativo nello sguardo di meraviglia del bambino poesia è chiedere scusa è l'abbraccio sospeso nell'immobile luce
3
SPLEEN
irrazionale la vita a tradire in modo inatteso l'impulso del sangue
macera come foglie kronos giorni anodini a ridosso di ombre stampate
squarcerà una nube il sogno fatto carne? – forse qualcosa può ancora accadere
4
SENZA TITOLO
primavera ha le braccia piene di fiori canta con la voce degli uccelli
l'albero in germoglio ti è grato sentendosi abbracciato ti ricambia col suo ombrello di foglie
5
IN UN LEVITARE DI ANGELI
immaginazione pura spalmata nella Mente universale fatta palpito e sangue
sogno di Dio
un succedersi di miriadi di mondi in perfetta armonia
musica delle sfere inudibile all'orecchio in un levitare di angeli
6
IL COMMIATO
morire in buona salute ciò a cui l'anima tende mentre al capezzale accorrono compunti i congiunti
-poi al commiato vien da dire ad andarsene son sempre i migliori
7
FORGIO FONEMI SUONI
l'alba è una fucina: forgio fonemi suoni usciti dalla bocca della notte
mi sfiora il cuore che trepida un dio o un angelo
8
MADRE CELESTE
nel palpito di luce alta ti levi tu orifiamma tu stargate Madre dei derelitti – Avvocata
fa rivivere delacroix palpabile il Tuo implorare ai piedi della Croce
9
VISIONE
(ispirandomi a Borges)
una sequenza di figure ti sfila davanti tu ne afferri per la coda una quella che hai da sempre sognato
e proprio per averla scelta unica e irripetibile ti si fa sangue e respiro
sfociando nella luce
è l'aleph che cantò il poeta cieco
10
L'INSONDABILE
le pareidolie e l'occhieggiare del sole tra nuvole pigre
al crepuscolo degli anni la solita panchina ancora calda t'accoglie
insondabile il chi-siamo balenio saettante nella mente
11
PREGHIERA
(a Simone Weil)
nel sentire celeste – ginocchia piegate – il cuore vola alto
12
Deus absonditus
la vita è bella ed ogni nascita è dono e poesia ma il mondo è in mano al maligno che in efferatezze ha superato se stesso
da quando il Supremo gli ha dato carta bianca rientrando in sé
tu dici Dio ce ne scampi da patimenti e morte d'anima ma irreversibile la storia fa il suo corso prima che il fiume sfoci in mare aperto
prima che il Deus absonditus a noi si sveli in tutta la sua Gloria
13
Il mare ha tante voci
il mare ha tante voci di annegati di gabbiani sirene ha scatole nere sepolte
il mare è nel cuore di odisseo itaca è ancora lontana e
vi è chi ha mal di terra e narra ai nipitini di mostri marini e miti o realtà chissà dove vissute
forse in un'altra vita rimaste nella mente grumi di sogni
14
Rammendi
un'opera buona o una poesia rammendano gli strappi del cuore chiudendo antri di buio
l'abito logorato dagli anni abbisogna di attenzione e rattoppi
è una rete che più non trattiene i lucenti guizzi
15
Divagazioni sullo zero e sulla o
il nucleo l'anello l'uroboro due zeri abbracciati ti danno il simbolo dell'infinito puoi notare la vocale o di rimbaud gli ovali dell'ottocento la bocca spalancata nell'urlo di munch le bolle di sapone immagina gli occhielli delle forbici gli oblò simili allo zero o alla o
16
Il cuore senza voce
(di bimba sepolta da macerie)
sei parte di un cielo d'occhi
il cuore senza voce – bambola murata
a sognare librarsi d'ali
17
Se tendi oltre l'orizzonte
riserva novità la mattina se tendi oltre l'orizzonte lo sguardo assuefatto ai naufragi
18
Angelo della volta
benevolo mi eri novenne o giù di lì ché dalla volta mi dettavi parole di luce per poesie rimaste nell'aria
indicibili voci erano d'un oltretempo ove si schiude tremulo il fiore che porto in me d'eterno
19
In veste d'angelo
l'atto dello scrivere è stato di trance: esci dal soma e ti cali nell'immaginario
che in veste d'angelo una lanterna ti presta per i fonemi
20
Sogni
ti sei visto ancor giovane più d'una volta esibirti in acrobazie per i soli suoi occhi (lei sull'amaca capelli di grano) o le volte prendere treni in corsa o librarti contro il soffitto o disfarsi la carne fino allo scheletro
-è la sola mente che crea un oltretempo
gioco iperbolico quella volta che nel “luogo accanto” Ungà ti fece un cenno per dirti questa poesia la puoi migliorare
21
Memento
bau e miao la parola gliela leggi negli occhi ma come tutto il regno animale essi non si affacciano sulla loro morte a cogliere il proprio limite
(forse nel dopo si è quel che si fa e si pensa - e dunque rispettiamo le creature viventi inconsapevoli – occhi di stelle)
22
Di là
“di là un qualcosa ci sarà” - “qualcosa” dici? non basterebbe lo elevassi all'infinito o meglio: è un infinito dilatarsi – immagina
quel che si dice Assoluto: non vi sono porte da aprire né privacy né pass da nascondere non tracce da seguire – impossibile perdersi
e ancora: è un compenetrarsi di eterei corpi – dove il virtuale/appendice dell'uomo è un sogno senza coda
23
In te l'immenso
quest'allumare d'anima che senti come vastità di rifiorite rive
questo accogliere in te l'immenso
oltre l'esilio di carne franta
24
Dietro il velario
che siamo -
un fremito – come quello che avvertì il primo uomo – in questo volteggiare d'anime erranti
maschere in una pantomima -
dietro il velario dove s'apre il grido della bellezza ferita
riconoscersi
25
Penso dunque sono
sono pensiero: ché pensare non è soggetto al soma non un organo altro è la mente
lei è ariosa bramosa di voli in quella sequenza di figure quando la nuvola scherza col vento
26
Gli ultimi giorni
essere di pietra – per sopprimere quell' urlo chiuso nelle ossa
“lasciare che i morti seppelliscano i morti”
no non ci sarà più tempo per piangere:
già vedi come funereo lenzuolo penzolare il male dall'alto ramo
27
Kermesse
marzo le strade ammantate di coriandoli -magia per i bimbi si è un po' bambini anche noi sbizzarrirsi in maschere da folletto il gattino col fiocchetto la ottantenne con un palmo di belletto l'apparenza è sovrana il gusto è g(i)usto truccarsi in bruttezza è bello
28
Solitudine
livido cielo è l'ora del crepuscolo il vecchio spalle curve bavero alzato col suo dolore imbavagliato lascia la panchina – se lo farà un bilancio tornando verso casa? sguardo svuotato ha lasciato pezzi di cielo: solo con l'affetto dei gatti (ci divide la cena) le frequenti notti bianche conta le ombre sul soffitto che assumono sembianze strane
29
L'essere e il nulla
“credo nella resurrezione della carne”
pensa all'essere impermanente ma anche che l' “essere” non cade nel nulla
l'esistere è da sempre
pensi: ed è già essere per sempre
l'essere può frangersi in un gioco di specchi ma non cadere nel nulla
il nulla non esiste
30
Visione
neanche il tempo di pensarlo e ti ritrovi immerso in fondo all'oceano lotte sanguinose avvengono tra pesci di grandi dimensioni quelli minuti sembrano sorriderti la triglia ti fa l'occhiolino la supremazia è la regola negli abissi dell'oceano come avviene in superficie con gli umani tra pesci piccoli e grandi
31
D'empiti
di fonemi indiarsi
d'empiti
a capriolare nell'aria presenze
ancora in fieri in ondivago sogno
32
Mentori
ledi armonia se nel voltarti chiedi vaticini agli iperurani
mentori della volta celeste dal volto rasserenante
33
Quasi estate
sole ad asciugare le ossa e i panni in un'ora
il vecchio sofferente aspetta il sole della morte
giocano bambini alle giostre sotto l'occhio vigile
non si può morire in giorni come questi: non ti aspetti
che il criminale si svegli al mattino e inneschi la bomba nel nome di un dio
34
La ferita
si è assuefatti impermeabili ad ogni evento il più cruento asettica aria asseconda un vuoto di umori non fosse per il grido della pianta alla radice la sua ferita bianca
35
Da quando la mano
tra fiammate d'odio disumanante aggriccia il cuore del mondo
da quando la mano di caino si levò e fu un rovinio di cieli continua a splendere il sole su acroteri del nulla e l'uomo a vestire simulacri
si grida alla giustizia mentre il piatto della bilancia pende per la vergogna dell'homo sapiens
36
Fogli-aquiloni
impregnati dell'humus dell'estro del vasto respiro di cielo svolazzano s'impennano appena liberati dall'artefice dei versi -suoi non più suoi- a volerli divulgare per il mondo
37
Assonanza
dov'è resettata da ogni ammennicolo la mente lì è itaca del cuore
vi è assonanza coi tuoi morti risaliti dal mare a custodirti
38
Fuori dall'ordinario
la realtà non è da sé è la mente che la crea asseriscono alcuni illuminati
va da sé che ti stimolano pensieri fuori dall'ordinario
mentre un gabbiano ti fa il verso sorvolando l'immaginario orizzonte
39
Dei miei detrattori
(Diocleziano, uno dei più odiati della storia)
lasciai alla terra il corpo-zavorra da cui forse con sollievo mi trassi
se sia ala d'angelo a coprirmi il disonore -si dirà- ora che s'una misera tomba s'accanisce dei miei detrattori il ghigno feroce e lo sputo
40
In questo giorno chiaro
(25 aprile)
s'estende a macchia di leopardo il tuo palpito rosso su campi a maggese a perdita d'occhio
libertà è un'apertura di vento in questo giorno chiaro senza sconti
41
Incanto
i dolci animali d'acqua terra e cielo a volte evanescenti prendono forma nelle nuvole nel mare del cielo un tonno guizzante assume sembianze sull'onda lucente il bimbo sogna guardando estasiato ippogrifi e delfini in lenta sequenza pende dalle labbra del nonno che gli parla di quando noè trasse in salvo dal diluvio tutte le specie
42
Dal nightmare
uscire di forza dal nightmare bucando l'aria -
la riuscita se in parte è già tanto: trovarsi
nel letto della vecchia casa d'infanzia
sogno dentro il sogno
43
Che luce
che luce bagnerà i nostri morti – che amore – se l'uno nell'altro si specchieranno – se si sogneranno: ti chiedi
se con l'orecchio del cuore la provvida Madre 'udranno':
“mangiate di me e non avrete più fame”
44
Chi eravamo
enigma la vita siamo non siamo
chi eravamo: dimenticato – solo
incarnata nostalgia restiamo
della bellezza sulla fronte del giorno
l'urlo del fiore immarcescibile nella luce
45
L'indicibile parte di cielo
indicibile la parte di cielo ch'è in te e ignori
basta che solo un verso o poche note ti richiamino a una strana forza interiore:
e cessi di sentirti mortale
46
Alberi che camminano
il cieco della parabola vide quel giorno allucinate figure uomini a forma d'alberi che camminano
(anche se oggi quasi nessuno li “vede”: santi di questo tempo)
47
Per poca fede
vertigine dei giorni vuoti - ci si trova appesi ad una fune se apriamo la cerniera della notte
il tempo ci volgerà le spalle per non esserci fidati abbastanza
e la luce non ci conoscerà
48
Riflesso
(il soma: “appendice” del cielo)
siamo solo pensiero non espanso
frammento della Mente che crea universi-mondi
(riflesso questa vita che si guarda vivere:
un mondo in un altro)
49
Fantasie (ipotesi dell'impossibile)
la vita
un giorno puoi sentirti come un marinaio col mal di terra
e il giorno dopo trovarti ad annegare in mezzo metro d'acqua
50
Lavavo la veste
trovai ch'erano fastidiose mosche ronzanti nella luce della preghiera
a non dar peso imparai dopo lacrime e sangue
lavavo la veste invischiata nelle panie della notte
51
Anime ferite
(è boomerang nell'ordine cosmico il male e il bene che si fa)
raccoglie il Signore le anime ferite col mestolo della compassione *
laddove non si smorzano striduli echi a insanguinare il vento
- rifacendomi a un verso di Gregory Corso
52
Anime che si cercano
(ispirandomi a Borges e Pessoa)
anime che si cercano vestite di apparenza siamo: forme passeggere
giriamo in tondo senza mai trovare il centro
lontani da noi siamo
sulla pagina del cielo una mano d'aria scrive di noi e delle nuvole
53
L'infinito di noi
dentro di noi siamo un infinito ma confuso: una “finita infinità” per dirla con la dickinson
percepiamo a tratti andiamo come ciechi – vediamo
“per speculum in aenigmate”
e ci sogniamo
54
Intatto lo spirito
ho ripreso in mano le poesie giovanili alcune rifatte altre modificate con severi tagli senza rimpianti
ispirazioni bucoliche vestite di primavera o di autunnali malinconie
vi è rimasto intatto lo spirito degli alberi e del vento
la resina la radice linfa da cui vita rinasce
55
Con l'anima nuda
con l'anima nuda o corpo etereo lei mi vedrà
mi attraverserà l'aria
senza scheletri nell'armadio nella nudità che siamo di me altra “visione” avrà?
e io di lei?
ci ritroveremo asessuati angeli? ci accoglierà pienezza?