FELICE SERINO
POESIE
PROSPETTIVE
2024
1 Mare aperto
parvenza: “luogo” altro: il sogno che muove ondivaghi sensi
gesti evanescenti volteggi – voli
l'anima è un mare aperto
2 Il mare era una favola
“non vorrei più uscire da questa dimensione eppure basterebbe come altre volte stringere forte gli occhi e...”
ma voglia non ne avevo – poi giocoforza mi ritrovai quasi deluso nel mio letto
avevo lasciato un mare che era una favola un'immensa tavola imbandita per i gabbiani a frotte
3 Amo l'idea
più che amarla amo l'idea di lei
stato d'essere: che s'impregna di bellezza interiore
si ammanta di una luce affebrata mentre mi poggia la testa nell'incavo della spalla
e se combacia col mio pensiero mi chiedo
dove saremo domani
quando il mondo per noi sarà sparito
4 Il poeta
cavalli d'aria – virgola di fuoco il pensiero saettante: vederti un sansebastiano trafitto da strali della parola
5 Vita sommersa
in onde dell'inconscio si sdipana l'illusione ipnagogica e
nel gioco sempre inedito delle immagini emerge vita sommersa
come ombra che si rompe nell'acqua mossa
6 L'intima essenza
rifarti gli occhi davanti a foto che rispolverano anni di cui puoi dirti contento a voler fare un bilancio onesto
-non vasi di pandora-
ma per contraddizione stornare la realtà con l'immaginario ti sembra più congeniale: per lasciarti sfiorare
dal difficilmente percepibile
7 Delle vanità
I non hai mica visto la Madonna – se sei andato in estasi per uno scalmanato che si agita sul palco
-emulo sei sbavi per il successo
II “vedi tutto questo? sarà tuo se...” cogli l'intenso e breve l'offerta allettante – il “se” ti eccita lo temi
ah inganno del mondo che nasconde una mano nel sangue dei papaveri
8 I tuoi santi
corda tesa tra la bestia e l'angelo
scala al cielo per l'Assoluto
c'è sempre l'iconoclasta che
lascia osceni echi nel sangue
dileggiando i santi che tu Nina preghi incessante
9 Dismesso l'abito
(visione)
dismesso l'abito mi accompagnarono i cari estinti portatori di umiltà
non parole la bocca colma di luce
percorrendo la via per l'eliso non si toccava terra
10 Se tendi oltre l'orizzonte
luce letale per distrofici una grazia per altri e i gatti acciambellati nel sole
riserva novità la mattina se tendi oltre l'orizzonte lo sguardo assuefatto ai naufragi
Nota: chi è affetto da distrofia corneale ha problemi a vedere la luce.
11 Quale limite
(parla un intellettuale)
[a tutti gli oppressi dai regimi]
aveva appena letto che subito arricciarono il naso quelli che si conformano
all'ultimo verso uni sbieco incrociare di sguardi
aveva superato il limite? quale
forse della paura
candidamente parlava di libertà
quella che accende le stelle sopra un oceano d'amore sconfinato
12 Vite alternative
(s'affaccia la notte su vite alternative freudiana “via regia”)
nel balzo lucente della tigre trema la bellezza immaginata
(“La tigre” è una famosa poesia di William Blake)
13 La vergogna
serpeggia sinistra eco in un cielo stravolto mentre nel mondo esplodono sogni
dalle emittenti: scoperti nuovi orrori
la vergogna si è nascosta dietro i morti
14 La colpa
sono io quel ragazzo che scappò da casa con poche lire in tasca e un quaderno d'improbabili versi?
lo sono sì ma dopo sei decenni
non mi riconosco in lui se non nel sogno ricorrente che al mattino mi lascia il cuore stretto dall'angoscia
sarà un residuo di “colpa da espiare” per aver procurato un veleno sottile a chi bene mi voleva
15 Elucubrazioni
(l'anima ha le stimmate della vita)
la morte è un artiglio sulla pelle del cielo
la sperimenta questo corpo che ci è dato
(corpo dall'invisibile aura ravvolto nella bolla-anima)
16 Viaggi psichici
sospeso alle attese in dolci smarrimenti
hai dimestichezza con la morte
con la stessa naturalezza del tuo saperti eterno
17 Belle penne
“non sono poeta” -da altri già affermato- sì che belle penne hai visto superarti con tua ammirazione vera
graffiavi fogli riempiendoli di zampe di gallina
tanto meno eri poeta quando t'isolavi e all'ombra d'una quercia t'ispiravi seguendo alti voli
ah quelle velleità custodite nello scrigno del cuore
18 Essere
(ti vien detto di là nell'oltre ma è molto più vicino intimo)
farti nell'aria stretta virgola di cielo
essere che scalzi la morte
diminuirti - per espanderti
19 L'avversario
al principio fu l'inganno – da allora i cieli capovolti e la morte
chi ci rubò dal cuore la bellezza originaria?
nella cattedrale del sangue l'avversario gioca a scacchi dall'inizio del mondo
20 L'ultima parola
gli furono strappati tutti i figli come pezzi di carne -si è provati secondo il grado di sopportazione pungolati dappresso dallo strale del maligno- Giobbe il giusto lo fu allo stremo privato dei suoi beni ridotto a solo guscio grumo di dolore fino a che non implorò basta hai vinto è tua l'ultima parola Dio del cielo e degli abissi
21 Quanto amore
giunto il momento cosa ti porterai non suppellettili o libri ma l'amore che hai saputo dare
non quel lasciarsi vivere nell'approssimato sogno di un pesce rosso nell'acquario
22 Oltre stravolti cieli
(ecologica)
sconsolata la fauna s'aggira in cerca d'erba buona
chi dirà alla rondine smarrita non ci sono più primavere e alla cernia quello che ingozzi è rifiuto dell'uomo sconsiderato
questi cercherà oltre cieli stravolti nuove terre da violentare
23 L'anima tendeva
l'anima tendeva alle stelle quando tu Nina apparivi rosavestita stagliata contro un lembo di cielo
ti fermavi nella piazzetta e ti facevano festa i colombi planando sul mangime che spargevi
allora il tuo sorriso era una pasqua mentre il tempo aveva una sosta
24 Lazzaro
mi addormenterò in Te finché non mi chiamerai per nome
ora qui mi trovo un Lazzaro risvegliato da cento morti
sempre dalle crepe dei muri spunta un fiore
25 Nascita
più a nascere che a morire pensiero capovolto dal profondo in dormiveglia il girasole ebbro di luce dice vita e tu languida sul divano mi chiami per accostare il mio orecchio al tuo ventre rotondo
come un mondo
26 L'angelo
qui sei terra poca cosa carne e sangue in bilico sul ciglio della morte ti porti un anchise sulle spalle
“di là” l'angelo di luce che ti percorre silenzioso i precordi
verrà a unificartisi quel giorno che sentirai cantare le tue ossa
27 Un verso
un verso che mi arrivi solo uno dei tanti gettati nel cestino da un po' che non vengo illuminato sono anziano e ancora affamato di sogni (più non si dice vecchio)
i migliori versi vengono nella veneranda età – un esempio è ungà col suo “taccuino del vecchio” - quando la mente ancor giovane vibra sul pentagramma dei sogni