FELICE SERINO

POESIE

TRASMIGRA IL GIORNO 2

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SOGNAI ATLANTIDE

vaghi e ondosi pensieri risucchiati in nero gorgo si fecero sogno-incubo e il sangue gridò sugli orizzonti perduti mentre la mostruosa mano dell'oceano ghermì in un baleno intere terre sommergendole e l'antica città sparì

solo un gabbiano planato sulla bianca cresta laggiù sembrava farmi il verso

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CON GLI OCCHI DELL'OLTRE

con gli occhi dell' Oltre ci guardano i morti

e tu avvolto nel sudario delle convenzioni tu che ti pieghi nello specchio nel dirti quali ombre il tuo cielo offuscano e

quale trave ri-cresce nel tuo occhio

con lo sguardo dell' Oltre ci vedono i morti

se stessi e i vivi gli è dato perdonare

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LA MANO DELL'ANGELO

(leggendo una poesia datata)

-ma è mia questa poesia?-

avviene che il sangue dirami il suo flusso e il cuore sia per un attimo terra di nessuno

le immagini tornate alla luce poco a poco si fanno riconoscere

come rispolverate dalla mano dell' angelo

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UN RICCO NATALE

(essenza in fuga è il cuore a disperdersi tra luminarie ed epifanie del nulla)

mi sovviene quel Natale che l' angelo si staccò da me per chinarsi benevolo sul derelitto sotto i portici all'addiaccio

fu il calore in quel giorno santo a farlo sentire ancora persona

[“epifanie del nulla”: espressione presa in prestito da un amico poeta]

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DALL'INERZIA

scuotersi dall'inerzia: vegliare con le lampade accese nel turbinio del mondo

olio non manchi della saggezza mentre come acqua di fiume scorre il tempo

a riva non cali densa tenebra

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LO SPIRITO DELLE COSE

quell' essere consanguineo con lo spirito delle cose – non sai a volte che smarrimento ti prende

vivi in una bolla di vaga luminosità e ti si confonde il sangue con l'indaco del cielo

l'inerzia ti tende la mano ma senti che tutto può ancora accadere

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NO MAN'S LAND

ti lasci scivolare addosso le avversità o le mille e una fake news nonché le tragiche morti per acqua

il movimento eludono gli occhi di un volo sotto una luna bislacca

sei terra di nessuno dove non battono i tamburi del sangue

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NEL MISTERO LUCENTE

non vedrai più per speculum in aenigmate assorbirà la tua essenza il Tutto

nel suo mistero lucente sarai nella danza la danza sarai sull'arcobaleno del cielo

sarà come abitare una casa sul mare

con lo stridio dei gabbiani e nel sangue vivrà per sempre il fiore della passione

ti sorprenderai di aver contribuito a dare al mondo la bellezza

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RELATIVO IL TEMPO

relativo elastico il tempo -sovvengono gli orologi molli- i tuoi busillis

aleggiano sul vuoto annegano nel sangue della clessidra

annaspi nella spirale del tempo uroborico – idolo del nulla il tuo io si frange negli specchi

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COME NELLA PRIMA LUCE 2

diciamo che non sai da dove è venuta l'origine di tutto

solo che sei orfano di Dio

dai voce alla notte sognando di uccelli che volano in fondo agli specchi

e ti avvolge la bolla di un tempo non-tempo

come nella prima luce

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CADERE DAI CIELI DEL SOGNO

cadere dai cieli del sogno fino allo stato di coscienza -che ha occhi per riconoscere il frutto proibito

avanzare su filo teso acrobati tra nuovi barbari votati all'arrivismo in un battesimo di deliri

cala il sole ingoiando i sogni la concupiscenza va di fiore in fiore

la bellezza è sfigurata e la poesia annaspa

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DIMENTICA

[mi giunge voce in sogno del Glorioso]

tutto dimentica come Io ho dimenticato

nelle tue preghiere mi supplichi di liberarti dalle catene della carne mentre urla il sangue le “piaghe” in questo scorcio d'anni

e come può non accoglierti la luce se tu da questa hai origine?

ti dico dimentica i bianchi deliri della solitudine i voltafaccia dei giorni perduti

dimentica come io ho dimenticato sulla croce

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PER STUPIRSI

per stupirsi bisogna fermarsi

l'impossibile si fa possibile

riconoscere ciò che sembra umanamente assurdo:

l'anziana rimase gravida – la vergine partorì

stupirti - come sentirti

scricciolo sul palmo della Sua mano

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ETERNO PRESENTE

Lui il Giusto l' ha in tasca la morte

dunque niente paura: quel che diciamo il nulla non esiste

di terra e sangue anelito e cielo siamo

oggi è il sempre eterno presente

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LA ROSA DI SANGUE

in sogno spio se riesce a passare “qualcuno” per la cruna Dio non è stanco mai dell'uomo

gl' insulti gli sputi gli scivolano addosso Lui perdona sempre perché “non sanno”

sempre viva è la rosa di sangue
e splende di bellezza

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LE ISOLE DEL SOGNO

un certo alone di magia ti avvolge ed è quello stato di grazia che ti fa veleggiare su navi di nuvole verso le isole del sogno

a risillabare fonèmi e palpiti t' invita la musa dai generosi seni

sotto una luna ammiccante

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CHI CI DIRA'

chi ci dice dove sarà la nostra essenza

non lo sapremo che di là

forse spogliata dell' io convoglierà nella memoria cosmica

dove arde il sangue col palpitare degli astri in un continuum di vita

cosa saremo chi ci dirà?

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IN UN TEMPO SOSPESO

in un tempo sospeso resta appesa la sillaba a una goccia d' inchiostro

quella che non sai dire

che si avvita nei gorghi dell' immaginario e si dibatte per uscire da sé

il nudo respiro lo avviluppa un lenzuolo di sogni

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FRAMMENTO DI STELLA

da altro sangue a convergere i nostri destini e tu dicevi “trentaquattro all'alba” di giorni da sgranare

poi Nina frammento di stella a renderci lieta la vita

e a reggerla tutt'oggi siamo noi i bastoni in un mondo dagli orizzonti incupiti

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NELLA TUA CONTINUIRA'

ci stai ancora bene nel tuo soma malgrado la spada di damocle degli anni spiace un giorno lasciare i cari libri e l' “abitudine” alla scrittura

ma nella tua continuità la mente espansa avrà infiniti collegamenti e sarai tu il motore di ricerca

sarai nel Tutto e tutto è te -cos' altro più-

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C'E' DEL BUONO

sempre ci si trova a scalzare la morte noi umani o la foglia la rosa damascena

si riveste ad ogni ciclo la natura – ingiallito grida il cespuglio il verde nuovo

c'è del buono che ci salva: trovi allo sportello chi un sorriso ancora dona

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COME MONNALISA 2

simile alla monnalisa che il tuo sguardo segue se ti sposti

è musa risvegliata l'idea latente che in modo misterioso ti prende corpo e anima

allora dallo stato di grazia ti lasci portare al guinzaglio

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DUE NOTE 2

due note insistono nella mente risalendo da un altrove in sogno

inducono a una mestizia che non sai dire

come quando intenerisce il cuore abbeverandosi a un filo di pietà

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PER NASCERE FARFALLA

rivolti convenzioni ti affidi all'inaspettato che abita ogni tua cellula e sangue

rovesci il senso del mondo: strato su strato risali cieli

per nascere farfalla

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UN CANTO NELLE VENE

scompariremo

sì – la verità ci attende

spariremo alla vista per essere altro: forse vaghezza di nuvola o sorriso di fiori

saremo volti che galleggiano sulla superficie del sogno

e avremo nelle vene un canto

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Il BELLO CHE HAI DENTRO

(a una madre)

sarai o già sei musica e luce se vivi per il bello che ti fa vibrare le intime corde

pensi è un miracolo questo fagottino che ti trovi in braccio che dorme come un angioletto

nessuno potrà strapparti il bello che hai già dentro

che ti supera

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FIORE DEL SOGNO

fiore del sogno ricamato di nonsensi su sbavature di ossimori

sequenze di figure daliniane uscite dalla bocca della notte

fiore del sogno che apre oblò sul bello o sulla follia

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SAPREMO

sapremo – io di te tu di me dei nostri scheletri nell'armadio di ciò che non ci siamo detti delle ammutolite coscienze nell'ora alta delle scelte dove si curva l'orizzonte dei pensieri

sapremo – non per speculum in aenigmate: trasparenti saremo

71

E OGGI CHE MI RITROVO UOMO FATTO

padre che sei rimasto di me più giovane consumato anzitempo una vita sul mare e le brevi soste col mal di terra

avevi la salsedine nel sangue

così presenti mi restano le rare passeggiate mattutine e mai che mi avessi preso per la strada in discesa a cavalcioni sulle spalle

di carezze non eri capace

e oggi che mi ritrovi uomo fatto sai: mi fa male quel distacco

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CONOSCERO'

[ispirandomi a David Maria Turoldo]

non oso toccare il Tuo amore: rendimi bianco come neve

per quel giorno che mi si schiuderà la porta che mi tiene nella morte

invadendomi la luce

allora conoscerò come sono conosciuto

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DIRE DEL SOGNO

dire del sogno di orologi molli e di allucinate visioni dell'inconscio che s'apre a ventaglio portandoti a guinzaglio lungo corridoi asettici senza interruzione di porte

sentirti avvitare nella vertigine capriolare nell'orbita di stato ipnagogico

risalire al grembo-casa di mare

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LO SPAZIO DI UN VOLO

ahi i ponti sgretolati o pure considera quelli detti collanti di carne e di sangue

e il desiderio che si fa arco d'amore filo teso d'acrobata

all'altro capo sei Nina

e mi vedi adesso varcare fra nuvole in sogno lo spazio di un volo fino alle tue braccia

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DEJA'-VU

a perforare il bianco silenzio l' eco d' un gemito lungo corridoi e alle volte di camere d' albergo dei suicidi

v' è un qualcosa d' ancestrale che torna per condurti dove sei già stato

nel tuo profondo il pendolo oscilla dì una vita trasversale

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PER STUPIRTI

in extrema ratio ti aggrappi a curve di sguardi per poterti ancora stupire

conoscenza è dall'alba dell'uomo il primo anelito

in un cielo di silenzi il tuo richiamo si spezza

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SE AMORE SCRIVI

salverà il mondo la poesia? no di certo non è cosa immanente: il suo grembo è di celesti aneliti ed è voce di conchiglie che fa eco nei sogni

è la smorfia del clown il bacio condito di lacrime in un addio l'ala d'angelo che perde una piuma se senza il cuore “amore” scrivi

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L'ENIGMA

il bambino col nasino all'insù lo sguardo è un punto interrogativo -i suoi perché

vagano nello spazio -alati- e cristallizzano

altro l'Enigma -racchiuso in una bolla- altro i perché dall'antichissima voce alveo di siderali lontananze

-è il sogno il nostro specchio?

-dietro il velario di carne chi siamo?

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L’ IMMAGINARIO

[Leggendo “Finzioni” di J. L. Borges]

l’ immaginario apre al volo e a squarci di vite trasversali

realtà sfumanti nel mistero: parvenze a rapirti in insondabili cieli d’ esagoni e sfere

porte spalancate a risucchiarti in innumerevoli stanze

fino agl’ inaccessibili meandri del sogno

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UN VAGO SCANDIRE DI NOTE

ti stringe il cuore un vago scandire di note legate a quel ricordo di lei reciso dalle forbici del tempo

con l'imbarazzo del ragazzo imberbe le lasciasti due versi d'addio

chissà non sia nell'aria la risposta e la porti nel becco

il gabbiano che scorgi al mattino lambire le creste dell'onda

o solo plani a inalare respiri d'amanti dei fondali

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ONIRICA

altro il reale mi dico - a trapassarmi una lama di luce

mi sveglia un'accecante finestra-specchio

mi vive ancora una distesa di mare a riempirmi di serenità - vedevo venire dal largo i miei morti che mi sorridevano gentili

non mi sentivo carne ma solo sogno sapevo d'essere

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PROFUMI NINNOLI 2

[sindrome di Stendhal]

profumi pinzette ninnoli la collana sulla specchiera resta a dire il gesto dell'indossare

spesso nelle sere vuote una mano ti attira nella tela effigie di lei e il suo sudario

ma peschi solo sogni di ragno dentro la vertiginosa trama

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NELL'ULTIMO SANGUE

ora nell'ultimo sangue è il vuoto delle braccia

ma sai non è difficile far rivivere la tua figura dall'ali recise:

un po' mi consola la visione di te languida riversa sull'amaca

mentre gli uccelli ti cantano sulla testa

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UN NON SO CHE

a volte un nonsoche ti attira come lo scandire di versi armoniosi o la luce di uno sguardo

ci vedi un mare aperto e

pescatori cotti dal sole a prendere a morsi la vita sognare la morte

un bimbo che piange una donna che aspetta il suo uomo

tutto un mondo ci vedi

non sai spiegarlo questo incantamento che ti fa star bene

questo amare la vita

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LA VERGINE

se lo mangiava con gli occhi il suo bambino riscaldato dal fiato animale

dovrà -nel dolore della luce- bagnare di lacrime i piedi della croce

Mater dolorosa – et admirabilis

tu dal celeste manto

davanti agli ultimi ritocchi Raffaello insonne ti guarda rapito