FELICE SERINO
POESIE
ASSONANZE (2021)
223
PIETRA DI SOLE
scintilla il sogno sopra la vita ondivaga
luce affebrata accompagna questo scorcio d' anni
nel meriggiare ti accoglie una pietra calda di sole
224
NEL SUO SEGRETO
non senti il grido della terra? la natura si rivolta araba fenice la sacralità della vita violata è intatta
non è la notte del mondo
la rosa ha in sé nel suo segreto la bellezza
225
SECONDA VITA
all'alba svaniscono i sogni? o sono parte di noi insediati nell' intime fibre come una seconda vita disincarnata?
attori-spettatori secondo la “via regia” trovarsi alla stazione o in riva a un mare cristallino -déjà-vu che ricorrono in placida naturalezza
via regia: definizione di Freud del sogno
226
I POTENTI
“beato chi pratica la giustizia”: i potenti voltano la faccia i potenti operano al buio non sopportano la luce che li acceca ogni opera buona di chi è troppo “umano” è sasso d' inciampo i potenti dileggiano chi osa parlare d' amor fraterno al grido del povero prostituito alla vita oppongono un ghigno feroce
227
LE PAROLE
imbastire dei versi e renderli appetibili? suvvia non cercarli attendi che vengano a te come in sogno propiziatorie parole neo-nate dal sangue emerse in luce
228
L' APPAGAMENTO
(visione)
ti accoglie un mare di luce e sei come appagato di tutto tu essendo tutto nel Tutto ti si apre lo sguardo su infinite dolcezze mai sognate nemmeno in alveo materno la trasparenza del cuore ecco librarsi sulle corde del fanciullo luminoso
229
NATALE PRAGHESE
(da una omelia)
la maestra imprigionata la verità bendata -macché! tutte fantasie! -Gesù bambino non esiste!
di qui il tumultuare in crescendo di quei piccoli cuori:
e a quelli -i miscredenti- sarà stato negato l' abbaglio di luce che avvolgeva
le anime innocenti
quando esse chiamarono all' unisono il Verbo incarnato
230
LA VITA SI GUARDA
la vita si guarda vivere specchiata essendo dell' Oltre il suo rovescio
solo apparire – geme la natura: non senti le doglie del parto?
231
INCANTAMENTO
sorprendete sempre voi palpiti mutati in versi se il cuore ha un balzo per una metafora felice
come quando il bambino gli occhi ridenti spalanca per la novità delle ciliege appese alle orecchie
232
FEMMINICIDIO
tempo di ribollir del sangue e cielo e terra si tingono di rosso l'abbaglio della lama tra la folla impossibile sfuggire ai fendenti ciechi
l' attimo dopo lui è rivoltato in sé -non più lo stesso- nel proprio tragico buio
233
SENTO QUALCOSA IN ME
sento qualcosa in me che non è di questo mondo mi trapassano gli strali delle convenzioni ma nella curva degli occhi tremano frammenti di stelle – stimolo la mia innocua follia nel segreto degli specchi dove ali d' angeli leniscono l' ebrietà del sangue
234
L' INGANNO
-che vuoi da noi? -sei venuto a rovinarci?
vedono i loro progetti mondani contrastati da quest' uomo che si dice dio
le sottigliezze dello spirito maligno si attivano dal primo uomo e continuano a infierire con danni irreparabili
-che vuoi da noi?
il male lo credono il bene in quella loro cecità
235
DI LUCE E SOMMESSI GRIDI
è quasi fatta tutta in dormiveglia come nella testa una musica – poi da eliminare i nonsense o addomesticarli vestirli ché diano colore
emergono i fonèmi dal fondo tu li prendi di slancio e sono gonfi di luce e sommessi gridi
236
CHISSA' DOVE SEI
abbracci avvolgono il cuscino gioca un raggio di luna tra i tuoi capelli ti guardo dormire – penso chissà “dove” sei ora
tu che ami i viaggi interstellari tu immersa in un senzatempo d' esagoni e sfere
(ultimo verso: ispirato a J. L. Borges)
237
L'ISPIRATRICE
dopo forse più d' un migliaio dettate dall'alto o dal profondo di te ti chiedi se a crearle non sia stato un altro e non tu: specie delle più datate non riconosci la mano
l'ispiratrice vagheggia nella testa in auto per strada o si nasconde tra le pieghe del divano e nei momenti più inattesi ti dà la mano
stornando uno scialbo esistere
238
DAMMI CUORE (PREGHIERA)
dammi ancora tempo tempo per sognare altre vite tempo per arcobaleni e luce e voli
e che io fedele sia alla verità
alla fine dei giorni che non debba vergognarmi di me
dammi altro tempo – dammi dolore per gli ultimi dammi cuore per gli ultimi
239
L'ALBERO
l'abbraccio è scala al cielo l'albero che si sente abbracciato ti è grato con la sua ombra nel rinvigorire nell'incipiente primavera
è casa degli uccelli che sentono anch'essi il fraterno “contatto” -sei nella natura tutta che freme di vita
240
DIVAGANDO
senza pentimento strappai le poesie giovanili -sarà capitato a tanti- altre poi ripudiate
pezzetti di versi continuano a svolazzare farfalle nell' aria nuove poesie germogliano come alberi o fiori
241
NELL'ARMADIO 2
l'altro giorno nell'armadio non trovai uno scheletro ma in una giacca appesa da anni un foglietto con alcuni versi scritti in grafia minuta
li avevo nelle stanze della mente dapprima cullati poi un po' persi un po' ripresi
vi vedevo le vele del sogno andare su mari aperti ulissidi cotti dal sole legati a canti di sirene mogli a tessere tele all' infinito
e molto altro: visioni dissolte nel nulla
chissà quei versi avessero preso forma ne sarebbe uscita una piccola perla
no – diciamo una cosa decente ad essere onesti
242
NELL'INCERTA LUCE
nel sangue degli echi i tuoi franti aneliti le cicatrici di luna e il rosso grido delle estati che non vogliono morire
le pieghe dei ricordi a vestire sorrisi di sole
ora galleggi in questo brusio di vita mentre una vecchia pietra ti accoglie ancora calda di quel sole che lento annega
e ti attardi nell' incerta luce
243
RELATIVO
dall'apparire dello 'strisciante' inganno convenzioni lussuria i pilastri del mondo
relativo il tempo come il soma come la morte (il morire: una scrematura)
non del mondo l'Assoluto -che è vita nascosta
244
VISIONE
siamo mare aperto espandersi dei sensi in onde di luce
la nostra stella custodisce i vergini sogni
245
SIESTA
(barlume di ispirazione)
quel che resta nella mente dopo il dormiveglia non è che balenìo o nulla
tale presentire ha l' accortezza di non immediato svelarsi: resta nel limbo
sgusciante si cela tra pieghe del divano la voce della tivù rimasta accesa lo disorienta
246
UN GIORNO SENZA TEMPO
quando stavo per “andarmene” sentii tirarmi per i piedi
io nel sogno io sogno criptato
un giorno senza tempo nella meridiana di sole
ero tra gli angeli e i morti
247
CENERI E KRONOS
ti parrebbe certo fuori luogo durante un lauto pranzo se ascoltassi di morte e di ceneri
-io le custodisco in un' urna -no guarda preferisco le disperdano in mare o nell'aria
pensa: siamo niente – a divorarci kronos -occhi di vento e pulviscolo nell'aria
tra un boccone e l'altro guardando oltre questa morte che ci attraversa
248
IL FIORE DEL SEMPRE
(ispirandomi a una conferenza di Rudolf Steiner)
vivessi pure cent' anni non saprei mai chi sono laddove l'umano m' inibisce la memoria dell'origine
pure urge in me un essere superiore – il fiore-del-sempre – che mi sarà rivelato quando si aprirà all' eterno il trasfigurato corpo
249
LE PAROLE TI FANNO VOLARE
quell' immaginoso come in un sogno ad occhi aperti è un ondivagare di due versi nella mente domani forse se ne aggiungerà qualche altro le parole ti fanno volare ma la concisione vuole sia detto “tanto con poco”
empito che sale come una piccola marea da attentamente vegliare
250
RITORNARE
ri-tornare? per ancora sanguinare?
a sfiorarci una felicità effimera a trapassarci gli strali del destino
quando la gioia piena?
giunta l' ora risparmiaci la “ruota” se fosse nei Tuoi piani – e che la morte sia una
accoglici per sempre nell'alveo Tuo d' amore
(la ruota si riferisce al samsara)
251
NAUFRAGO DI SOGNI
cosa incresciosa
quel periodo no
dell'aridità d' ispirazione
-capita a tutti- e ti vedi
impoverito
annientato come
disteso bocconi sull'arenile
naufrago di sogni
252
STATO DI GRAZIA
non lui che scrive non volute le parole emergono dai recessi di un dove viscerale e in quel mentre si ritrae la morte - è lo stato di grazia per chi viene detto poeta o costruttore di sogni
253
QUESTO AVVICENDARSI DEGLI ANNI
le volte che ti coglie sonnolenza frammisti brevi tratti allucinati la testa reclina sulle braccia
lento meriggiare assolato il ronzio d' una mosca e voci indistinte dal cortile
e questo avvicendarsi degli anni come una marea che ti porta
ma ancora t' accora -inno alla vita- un non raro cinguettio sul davanzale
254
VAN GOGH
certo si può dire di lui che fu uno toccato dalla grazia se il senso del tempo spalmava la follia sulla tela col giallo a invadere visioni allucinate
255
ETERNO PRESENTE
ho sognato una piazza la sua circolarità senza confini forse dava nell'altra dimensione
chiamava il mio sangue l'aleph di borges il suo eterno presente – dove sei tutto e il Tutto è te – dove il Figlio rinnova le sue lucenti piaghe cogliendo i perduti
256
AFA
vene esplose di questo giorno d'afa
me ne sto seduto s'una pietra ancora calda di sole rimuginando pensieri
come nuvole vaganti
-nell'immaginario ora capre ora angeli-
257
I LIBRI
le tue creature hanno un respiro una voce mai che si annoino sebbene in ombra vivono nel cuore della luce i loro sguardi attraversano muri i dorsi nelle vetrine hanno occhi sempre vigili ristà il sangue delle sillabe in una malcelata calma
258
CERTO E' L'ETA'
se oggi ti senti in buona parte appagato è il caso di chiederti dove sarà finita quella spericolata baldanza esibita per i soli suoi occhi -lei distesa sull'amaca lo sguardo intinto nell'azzurra luce
certo è l'età che avanza e forse nei sogni t'incontrerà quell'io dal tempo ormai divorato
259
IL POSSESSO
-guarda: tutto questo sarà tuo
-ah padre padre che non ci hai saputo amare
mi trapassano gli strali della tua freddezza
le cose? non danno sicurezza schiavo ti fanno
non hai considerato la grande apertura alare che dà la libertà di amare
260
COME ANGELO
è un soffio la vita e già ti vedi nella dimensione nuova dove tra le “beatitudini” non c'è moneta né caffè né vino cui non sai fare a meno e neppure ha effetto la farina del diavolo non esiste l'amplesso come lo si pratica essendo tu come quell' asessuato angelo che pare strizzarti l'occhio dalla volta
261
OCCHI PULITI
questo stupido mondo da cui ti fai condizionare - non ti sentirai del mondo se levando lo sguardo in sù vedrai l'immenso specchiato nei tuoi occhi l'azzurro penetrarti quell'azzurro che è nel tuo nome
in te stupito d'essere come quel bimbo occhi-puliti che vuol toccare la luna
262
MAYA 2
la sera viola inghiotte tra le anime e le pietre apparenze di te di me
si leverà un grido dalla cenere che siamo a chiedere dov'è la vita quella vera
263
IL VERSO
sai per ore mi sono arrovellato chiedendomi se dovevo lasciare o eliminare un articolo in un verso
ridicolo? mania di perfezione? no – ti dico - il verso perché tenga deve dire armonia respirare lungo come il mare scorrere come sangue vivo nelle vene del cielo
inebriarsi morire rinascere in una smemorante dolcezza
264
FRAMMENTI DI UNA VISIONE
ali di luce s'invaghisce dell'angelo il cuore senza voce sordo ad ogni mieloso canto di sirene
itaca è negli occhi il ritorno l'approdo per l'indicibile altro da sé
265
SUI SESSANTA CREDENDOMI UN RAGAZZINO
sui sessanta credendomi un ragazzino saltai in malo modo una staccionata e mi ruppi il setto nasale
riandando addietro mi vedo smaniare per tom sawyer quando mi esibivo in acrobazie sconsiderate per i soli occhi di una graziosa becky thatcher
266
SU MARI APERTI
l'anima una finestra sull'immaginario in espansione dei sensi
azzurrità di cieli a invadere gli occhi
è senza tempo il viaggio su mari aperti
267
LA CONCA DEL CUORE
mani a giumella ad accogliere umori del numinoso
giammai siano infangati dalle cloache del mondo
268
INGREDIENTI PER UNA POESIA
prendiamo una manciata di metafore alcuni ossimori degli appropriati enjambements togliamo qualche fronzolo che stona il tutto condito con spicchi di luna
ingredienti per fare una poesia ma che nasca dal sangue come un fiore panacea sia per gli occhi dell'anima nuda e sola
269
RICUCIRE LE ALI
espandere la parte divina quella detta anima bistrattata non di rado quaggiù
ricucire le ali per contagiarsi di bellezza
270
LA MEMORIA E' UN GRIDO
(Auschwitz – Birkenau – Mauthausen)
non è dei morti ricordare: la memoria è svanita col fumo della carne bruciata
ai vivi le notti spaccatesi alla volta del cuore
la memoria è un grido inesausto che corre nell'aria su prati di sangue
271
ARBORESCENZE
scrivere su fogli d'aria ai piedi della notte dove evanescenti veleggiano i sogni
arborescenze dell'anima
umori sospesi sulla bocca di un dio minore
272
RESTARE IN BILICO
restare in bilico tra quel po' d'intontimento e una giusta lucidità il discorso del capotavola la cui lungaggine è latte alle ginocchia la gimkana dei camerieri -ascelle sudate e sorrisi smorti- che si aggirano tra vacue presenze il quadro infine è una recita smodata
273
IL GIOCO
averlo nel sangue sin dallo stato fetale scrivere “lettere” sulla sabbia come nostro Signore truccarsi con barba di nerofumo emulando un improbabile sandokan da adulti i giochi del sesso per stuzzicare l' “appetito”
intanto nella fantasia edonistica
vaghezze di nuvole fanno la vita leggera
274
YIN YANG
sei la mano destra che non sa della sinistra il buio la luce cerchi in un alone di mistero il tuo nome alle origini nomini la bellezza della rosa colta sul ciglio del mondo
275
LA PORTA
il cammello inginocchiato passa per la porta stretta
vi si passerà se spogliati di tutto
gli altri: “voi non vi conosco”
276
SIAMO OLTRE
siamo oltre: una parte di noi già nell'oltre senza saperlo – intangibili come nei sogni
qui in-consistenza d'ossa e sangue non si traduce nella “persona”: di lei è l'intaccabile: la sbiadita copia
277
NIGHTMARE
preso nel vortice sentirti cadere dalle nuvole vaganti su l'empire state building muri di carta ad avvolgerti strati e strati togliendoti l'aria nel cervello versi criptati come da profondità inviolabili da ogni lato nonsense a lacerarti come strali di luce
278
L'ABBRACCIO
sopra il letto piove luce di stelle mi giro sulla destra per stampare un bacio sulla gota dell'amata lei mi corrisponde con un abbraccio e dire ne sono passati tanti di anni ed è come fosse ieri
un gallo canta in lontananza ed è l'alba