FELICE SERINO
POESIE
AFFLATI (2020)
111
NOI DUE
chi resta avrà dall’altro da lassù lo sguardo o dai recessi dell’essere dove si presume risieda l’anima
chi resta alzerà gli occhi al cielo in un atipico silenzio rassegnato
un’altra primavera e nuovamente guarderà il glicine fiorire si domanderà dove stanno i ricordi vissuti pezzetti di cuore
sa che tutto è un eterno presente
112
NOTTE LIQUIDA
orfanezza del cuore su sfiorite rive occhi come laghi in fremiti di vita
dove distorto volto d’angelo traspare
lanciarsi anima e corpo nell’ebbrezza della notte liquida
113
OCCHI DI PARADISO
quel giorno che ci hai lasciati parlava il tuo sguardo muto -occhi di paradiso
quel giorno l’angelo ha colto il tuo dolore e lo ha appeso ad una stella
ora tra arcobaleni e vento il tuo aquilone
sparito nell’infinito
è come volesse cercare lì il tuo cuore
114
PAROLE 2
parole sulla bocca dell’alba in dormiveglia mentre inizi l’interiore viaggio
cavare sangue da neo- nate parole in seno a un dio non visto
dove sale la luce
115
PIU' D'UNA VITA 2
convivere con gli umori di un corpo di morte
dall’animalità all’angelo: questa l’impervia salita
più d’una vita se dal sangue fioritura sia d’ali levate:
ogni passo ne perdi una piuma
116 PRIMAVERA 2
capita che il bosco mi parli ogni volta che abbraccio il “mio” albero
-risale a un rito atavico l’abbraccio: patto di luce- amore-
mi parla -il bosco- tendendo le mille sue braccia nell’espandersi in canti che allargano il cielo
la casa degli uccelli si fa allora santuario del cuore
empatia che mi congiunge all’esplosione della fioritura
come fossi io nell’albero
117
PROFUMI NINNOLI
credi non sarà così per sempre non come qui a guardare per speculum in aenigmate
quel non riuscire a focalizzare il profilo di lei come quando la vedevi sbucare da dietro la curva della strada al ritorno dal footing
tra le altre suppellettili ora a prendere polvere sulla specchiera stile ottocento profumi pinzette ninnoli
la collana orfana del collo esile
il guardarti in tralice nelle sere vuote lei da una foto sfocata
118 PROVE DI VOLO
anneghi nell’effimero d’una vita marginale
tenti nell’indaco prove di volo -fino a che dura il sogno
da quale parte è la verità ti chiedi nei momenti lucidi
119
QUALCOSA VERRA'
qualcosa verrà in quest’ora anodina a farsi sangue e presenza il bianco a violare ricamandolo di fonèmi e voci
da sirena ecco si veste la musa su onde a sognare -incoronata di nuvole vaghe
come un’eco quel melodioso canto
che si negò odisseo
120 QUALE IL TUO NOME
quale il tuo nome nel registro della Luce quale la tua figura inespressa
questo non aversi come morire sognarsi in seno a cieli di cui non è memoria
caduto il velo un ri- trovarsi moltiplicato
121
QUELLO SQUARCIO DI CIELO
in grazia creativa mi sento oggi che mi è clemente il tempo -nuoto nel mio immaginario
nell’approssimarmi agli ottanta non mi fermo a fare bilanci o scongiuri né mi guardo indietro
solo il giorno predestinato aspetto e tanto più inimmaginabile
sarà quello squarcio di cielo -ad attirarmi a sé
122
REPERTI
lui -il “cornuto” che continua a lavorarci contro- lo vedemmo nelle case della morte col fumo della carne bruciata
lo riconoscemmo nella “bestia” umana
dopo gli anni orrendi oggi un museo: in mostra scarpe valigie occhiali e una montagna di capelli
i reperti della vergogna
non sogni o finzioni quelle “nuvole” ma
dalle fumate si sa che a levarsi erano ali d’angeli
123
RICORDI
confondersi del sangue col colore dei papaveri nel sole
ampie distese a perdersi mentre all’orecchio del cuore a far capolino una melodia nel tempo andata
ricordi
ci si appiattiva scalzi col fiatone nell’erba alta dopo una volata e
in levità d’angeli quasi non si toccava terra
124
RISILLABARE PALPITI
risillabare palpiti di soli e generare amore dove il cuore mette ali
elevarsi come aquila negli’ infiniti cieli
annullarsi del pensiero guru in stato di levitazione
125
ROSA IL TUO FIATO
rosa il tuo fiato fragranza di bosco la tua pelle ambrata
apparivi sirena distesa s’uno scoglio
allucinazione forse
mi facevi un cenno mentre il cielo s’apriva in una luce aurorale
come il tuo sorriso
126 SAREMO
il sangue starà circumnavigando il periplo dei mondi quando l’io non esisterà più
cosa saremo nessuno può dire
saremo nel Tutto dove tutto ha nome armonia
forse non aureolati – fioriti nelle braccia di Dio
come nella prima luce
127
SCAMPOLI
rimanere in essere incapsulati in una vita ch’è copia sfocata dell’Originale
dimezzata vita: scampoli
pure zampillo d’acqua viva dall’Io subliminale
la difficile luce
128
SCHEGGE DI PENSIERO
sai d’ essere schegge di pensiero per unificarti alla Mente- madre
dove sei già stato vuoi tornare ma non ricordi il “dove”
tornare da dove ti sei staccato
come la foglia che riprenderà ad abbeverarsi di luce dopo essere macerata nella terra
129
SCRIVERE SULLA SABBIA
scrivere con la luce la vita la morte vestire di primavera i gigli
non così l’uomo dal suo primo apparire
preso nel vortice delle cose egli scrive su sabbia l’avere
-nel cuore la paura del bambino
130 SCRIVO SULL'ARCOBALENO
scrivo sull’arcobaleno dove il mio angelo è assiso in veste di musa
egli mi suggerisce parole macerate nel sangue che mi si nascondono
alla “vista”
a volte dall’arco- baleno cade una sillaba ed io la recupero
riprende vigore
all’angelo traspare un sorriso che si fonde col mio fiato
131
SE AVRANNO VOCE
ed è pleonastico il tuo dire i tempi son cambiati e alle piante seccano i timidi germogli
i pesci son gonfi di plastica e i cieli di cenere e i mari piangono coi miei occhi
lasciare parlino i fatti se voce avranno in una -lesta?– inversione di tendenza
132
SE INDIETRO TI VOLTI
era solo un sogno – sarai come la moglie di Lot mi disse se indietro ti volti
accondiscesi sebbene controvoglia: ribellione mi corse nel sangue
altri vedevo passare per la via della “prova”
ora tramutati in statue – che prima di me ridevano
133
SENZA TITOLO 5
le cose mi chiamano e la morte è lontana
vastità contemplo
l’anima è il verso del gabbiano nel lambire l’ onda
134
SENZA TITOLO 6
un’alba cadmio apre spazi inusitati nel cuore
usciti dal sogno beccano sillabe gli uccelli di Maeterlinck in un cielo di vetro
da un luogo non- luogo le uve dei tuoi occhi chiamano il mio nome genuflesso nella luce
135
SIESTA
di sé t’innamora il perfetto endecasillabo “meriggiare pallido e assorto” - rilassante quasi a conciliare il sonno
di qua dove sei la pineta – di là il mare - chiudi il libro di Montale e gli occhi
contro l’ obliqua luce fra i rami
in te mezzo assopito ora perdura il dondolio delle altalene e dei teneri corpi
quasi fatti d’aria
136 SOLITUDINE
si è al punto che ogni giorno è uno in più a dar scacco alla morte
-finché ci siamo- la candida filosofia dell’anziano
il consueto giro pomeridiano per godere un po’ di sole
non si muove foglia ma voglia il cielo risparmiargli una solitudine feroce che scava come goccia nella roccia
137
SOPRA IL SENSO DELLE COSE
chi può conoscere meglio della terra i morti
l’inverno col suo bianco manto il silenzio copre e il loro cuore
oltre orizzonti di palpiti vegliando aleggia il mistero sopra il respiro dei vivi
sopra il senso delle cose come un sole freddo
138 SPAMPINA LA ROSA
turbine avanza in un batter di ciglia – deserta la piazza solo una gatta sotto un’auto acciambellata
han lasciato i vecchi il loro gioco di carte
più in là la bellezza deturpata
al crocevia del grido la rosa spampinata
139
SPLEEN 3
lo scoglio e tu come un tutt’uno quasi sul ciglio del mondo avvolto in una strana luce
labbra di cielo questo contatto di sole
vedi nell’aria marina un gabbiano planare su una solitudine che ti lacera all’infinito
140 SPLEEN 4
brusio di voci
galleggiare di volti su indefiniti fiati
si sta come staccati da sé
golfi di mestizia mappe segnate dietro gli occhi
vi si piega il cuore nella sanguigna luce
141
SUL FILO TESO
camminando su filo teso se la mente vacilla e s’affaccia su orrido abisso
Tu lo sai - è l’altro me a cui ho dichiarato guerra per onorarti
son diviso e ogni pensiero contrasto se emerge non da sangue
e come potrebbe la pianta ripudiare la radice? e la corolla che s’apre alla luce odiare la luce?
142 TEMPO-SOSPENSIONE
tempo elastico gli orologi molli di dalì tempo- sospensione l’aprirsi del fiore tempo di blake sospeso nel balzo lucente della tigre tempo diluito non- tempo onirico tempo dilatato che scandisce deliri di luce in una tela di van gogh tempo sospeso immobile indolore felicità animale
143
TRIPUDIO DI LUCE
aspetto l’ ineluttabile disfacimento della veste
come l’ albero delle foglie
quelle macerano l’ albero è albero
il suo sangue in letargo attende
un nuovo tripudio della luce
144
TU MADRE DEL MIO SILENZIO
tu madre del mio silenzio tu cattedrale del sangue indiato
-poesia- apri lunghe sospensioni e varchi e archi di luce ricrei tra ciglia d’amanti
tu fai spuntare fiori tra le pietre preservi un raggio di sole
per gli occhi persi del povero cristo nei giorni anodini
145
TU REGINA DELLA NOTTE
sei nelle mie corde e metti ali a sorvolare questo male oscuro d’un mondo fatto a pezzi tu regina della notte
poesia che ti sveli al lume d’una luna menomante
l’anima è inclinata nella luce
ci salverà la bellezza?
146
ULISSIDE 4
occhi di terra e di cielo e oceani occhi ove vive noetica luce a sognare procelle e bompressi
e un’ itaca lontana
esce dalla coda dell’occhio il tuo vascello a circumnavigare terre di mistero
ed è casa di mare aperto l’anima del viaggio
147
UN CIELO DI PALPITI
si punterà verso il non- luogo dell’ Inconoscibile intrisa la vela del sogno del sangue della passione uscendo dalla bocca della notte
-e siamo grumo e infinito
vivo di palpiti sarà quel cielo tenerezza di madre ad accoglierci
148
UN NOME UNA VOCE
un alone di mistero emana dai lampioni sul lungopò la sera ectoplasmi o perdute identità pare s’aggirino sui viali battuti solo da qualche meretrice
pensi possa ispirarti qualche verso quest’atmosfera impalpabile e attendi riconoscibili un nome una voce che ti salgano da dentro
149
UN SORRISO
vedi l’allodola planare il suo volo un immaginario arco lascia nel cielo
“l’albero lo riconosci dal frutto”
pensi come curiosamente ti sorprenda quel detto dei Vangeli
e come il dimenticato aspetti solo come pane un sorriso
-ti vedrebbe come un angelo qui sulla terra che gli allevii la ferita viva
il sorriso è l’inizio -lo sai
150
UN VENTO DI OSSIMORI
posizione fetale: ideale per lasciarti abbracciare da morfeo – in una sospensione lucente – la mente
assediata da iperboli grandi come case e da un vento di ossimori
151 UNA POESIA TIPO QUELLA
fa sorridere una poesia tipo quella di Neruda “ode alla cipolla”?
se ne cogli la vera profondità penetrando fin nella radice della terra da cui è nata
sentirai l’ebbrezza del sangue che canta alla luce gemmante come una celeste musica
indorato dal caldo sole quel bulbo finirà sotto la mezzaluna con lacrime
-companatico dei poveri s’ usa dire
152
VAGHEZZA ERA O VISIONE
quell’attraversarti la mente da nonsense e surreali figure daliniane come uscite da un sogno
perdevi la percezione del tempo: davanti a te un lungo corridoio asettico senza interruzione di porte
era come entrare nella morte -
infine sfociare bagnato di luce
in altra vita – sogno nel sogno
153
VERTICALITA'
dolore non solo quello da carne- urlo animale ma sublimato negli assi della croce guardando in divenire là dove conduce Passione per la porta stretta
154
VIAGGI
“il più bello dei mari” quello ancora da navigare o solo sognato
così la poesia più bella si dice sia quella ancora da scrivere
viaggi da odisseo viaggi mentali
apertura a ventaglio dei sensi in una immersione nel sé
[I° verso da Hikmet]
155
VISIONE
su di te vedi piegato il cielo dalle leggiadre braccia ti sale su per le narici la barca di cristallo della passione veleggiando sul filo del respiro
nella camera della mente non è detto non t’appaia l’angelo dell’ affresco che ti rapì quand’ eri bambino
156
VITA CENTUPLICATA
tu nelle braccia di Dio rapita nel sole piccola Margot
tu rosa vestita per la vita
quella vita che non ti fu dato vivere
ora centuplicata
credimi immergermi vorrei in quel Sole che nel sogno in barlumi ora intravedo
157
VITA CHE TI SVELI
assisa sul bordo della luce vita che abbracci infiniti orizzonti vita riflessa che non sai dire se vivi o sogni vita in esilio finché abiti nel corpo vita genuflessa a adorare il sole- maja di luce che apri la fronte del giorno vita- vuoto affamato
sii te stessa “vita fedele alla vita”
rigenerata dalla Croce Vita che ti compi che ti sveli
158
VITA NASCOSTA 2
il muro d’aria che divide luogo e non- luogo o solo quell’esistere sognato che torna come déjà vu
qui solo apparire: l’essere è vita parallela – nascosta
159
VITA VISSUTA
aria ferma
di pomeriggio quando le ore si dilatano e in una chiazza di sole un gatto acciambellato sembra sognare
i volti raggrinziti dei vecchi che giocano a carte dicono vita vissuta
ti distolgono dal sovrappensiero bianchi voli che si staccano dal tramonto
160
L'ETERNA LOTTA
in una bolla d' inganno è racchiuso il mondo c' è sempre un pugnale nascosto tra le pieghe della veste
appare come animale onirico il maligno o travolge come un maelstrom
ogni volta che il Cristo bagna le sue anime di luce
-tutto Egli dimentica sulla croce
161
SU SFIORITE RIVE DEL CUORE
mea culpa? – considera la pagliuzza non la trave
in bianchi cieli la sua anima s'impiglia tra certezze effimere e un nodo scorsoio l'ego si fa
mea culpa?
lungi da lui quell'animo candido che simpatizzerebbe con i morti
su sfiorite rive del cuore un gabbiano solitario plana
162
APRE ALL'ARIA LA ROSA
si leva il mattino azzurro carezza la riva della luce
sull' orlo dell' abisso la rosa apre all' aria i suoi petali
arco d' amore
lei la vita nel suo mettersi in gioco
163
COME NELLA PRIMA LUCE
figure – paesaggi -la voce nomina le cose come nella prima luce
vi assegna un'anima -gli oggetti si fondono ai corpi – familiarizzano coi gesti
giovane è la vita nel prodigio dei fiori
164
BUCO NERO
(ad una corrispondente immaginaria)
aspettando una risposta che non arriva -ma forse sei entrata in un buco nero dalle vicende del mondo assai lontana o posso immaginarti già di là a corteggiare le stelle
l'ultima poesia che forse non leggerai è infarcita di alcuni paroloni filosofeggianti
benché sappiamo sia vitale nel rivederla fare opportuni tagli
come fa con noi questa vita nel modellarci
165
LE VOCI REMOTE
il letto del fiume è un sudario che raccoglie le voci remote delle anime in sogno fermatesi lì sotto una luna menomante
166
CONSIDERAZIONI
che Egli sia nato in primavera non al freddo e al gelo -come alcuni studiosi ipotizzano- nessuno può dirlo
(convenzioni degli umani: il periodo i festeggiamenti per prima la pancia e il sacro viene poi banalizzato)
e che Egli sia nato di pelle scura è probabile
-ma perché fare distinzioni di colore