FELICE SERINO

POESIE

NELL’INFINITO DI NOI (2015-2016)

LO SGUARDO VELATO

196

LO SGUARDO VELATO

dò i miei “occhi” a quel che passa in questo scorcio di tempo che mi resta d'intenerimento

la stessa luce la losanga sul letto la goccia pendente dal ciglio lo sguardo velato

ora come allora

quando “morte ti colse fior di giovinezza” scrivevo ventenne o giù di lì

-ah ridicolaggini

197

COME SBUFFO DI FUMO

riconoscilo l'hai tirata per i piedi non un'immagine viva che susciti un tuffo al cuore né metafore o enjambements

se spazi nel tuo mondo trovi

-anche un batter d'ali a ispirarti

invece buttata lì

lei dal fondo del bianco grida la immeritata striminzita vita

198

VAGHEZZA D'IMMAGINI

non un appiglio neppure l'aggancio da un sogno

vaghezza d'immagini preavvertite quasi a scivolare di sguincio nella immensità dei silenzi senza il tempo di rubargli l'ultimo fiato

-complice una quasi misterica luce

boccheggia l'anima nell'eco d'un grido come di un frantumarsi di cristalli

199

COLUI CHE INTINGE CON ME

Gesù aveva i suoi “followers” ma per nessuno vorresti la sua fine (in)gloriosa

quale fuoco ti attraversa la carne giuda-di-turno

nel laccio dell'inganno il mondo

la croce è la porta stretta che ha chiavi d'aria

200

QUANTE PICCOLE VITE

(a Iqbal)

tra trame di tappeti e catene lasciò a terra la sua ombra e s'involò

quante piccole vite su di sé per farne una

-indivisa-

la sua firma di sangue su un Sogno immenso

201

SPLEEN 2

brusio di voci

galleggiare di volti su indefiniti fiati

si sta come staccati da sé

golfi di mestizia mappe segnate dietro gli occhi

vi si piega il cuore nella sanguigna luce

202

TROMP-L'OEIL

(l'ispirazione)

nella mezzaluce t'invita l'occhieggiare del trompe-l'oeil

la visione centrata nell'intime corde ti sale da un remoto di ancestrali lidi

IL TUO SPLENDERE

su un remoto di assonnate rive -spiumata di luce l'anima- torna

a far breccia il Tuo splendere

settanta volte sette ho conficcato i chiodi altrettante non basteranno lacrime da versare

sulle Tue luminose piaghe

204

IL PENSIERO VOLA

il pensiero vola

quindi volo

anche se zavorra giù mi trattiene

le invidio tuttavia per quegli ossicini cavi le creature del cielo

noi -peso di terra- ossa come vetro a sbriciolarsi con gli anni

205

NUDITA'

(di un sogno ricorrente)

labirintici corridoi

ti vedi venire contro traversandoti una moltitudine

ti fa strano che non fan caso che giri nudo

poi come un ladro ti trovi a spiare dentro stanze ottocentesche aspettandoti semmai un incontro piccante

206

CHIMERA

vaghezza di nuvole a stracci

tu nella mezza luce mi chiami poesia chimera

mi conforta la tua ala vellutata d'angelo

quando come in sogno visiti le vuote stanze di quest'anima vagante

207

I PASSI ALL'INDIETRO

nell'ora dolente Ti consegno i passi all'indietro le volte che ho svoltato l'angolo davanti all'ingiustizia

al cuore sperso dona corazza di verità senz'alibi

rivestimi Signore con veste di fuoco

208

AUSCHWITZ

il velo della memoria in luce di sangue si ravviva

è fiore che s'apre nell'urlo

209

FAMMI LUCE

ti prego fammi luce in questo pauroso dedalo dell'io assalito dai mostri della mente avvolto nella camicia di nesso degl'istinti

sono cieco fiume senza foce da me diviso arreso

fammi luce

e sarà giorno quando ti saprò riconoscere staccato dalla mia ombra mortale

210

CUL-DE-SAC

dritto ti c'infili se pensi che la fine è sempre in atto e il mondo è un addio dopo l'altro è maschera invece per chi finge di non accorgersi

negli occhi ti restano saltabeccanti sui resti di una festa colombi a frotte

211

E SARAI RAGGIO

sei disceso angelo per vivere in carne la morte

non sguardo dal ponte: vieppiù ti lega trama di dolore e rara gioia

le spoglie deporrai e sarai raggio di quel Sole che non puoi vedere

212

OCCHI SECCHI

clessidre di sangue emotivo a sovrastarti stillicidio nella mezzaluce

a chi chiedere di questo ginepraio di pena e l'oro del mattino fatto piombo

occhi secchi a perdere pezzi di cielo

nel sangue degli echi

213

CIELO AMORE

manto d'azzurro palpito capovolto abisso

misericorde ben conosci il fondo delle pene

di noi mendichi d'infinito specchio sei

dove invertigina il cuore nell'abbraccio delle stelle

214

VELE STANCHE

leggi scavi ché nasca -ne va del creare affossato- linfa nuova a diradare quella nebbia della mente

dal grembo della notte esca la tua barca

vi spiri augurante il buon vento a gonfiare le tue vele stanche per nuova ventura nel mare blu d'inchiostro

dove è bello finanche morire

215

DOPPIO CELESTE

rigenerarsi in linfa a disperdere grumi

dove si china l'anima a contemplare

nel profondo di te ecco il cielo farsi d'un “azzurro” misterico e tu da un suo lembo a spiare

un te senza morte -specchiato

216

DA UN DOVE

i repentini voltafaccia del tempo alle soglie dell'autunno le foglie già morenti

invita due corpi il tepore delle lenzuola nella bocca dell'alba

sai il momento migliore per il dono dell'ispirazione è quando ti giungono ovattati i rumori e tu in un tuo mondo col sonno di un eterno respiro

più tardi poi sul lungomare sulla pelle la fresca brezza forse un gabbiano avrà per te nel becco un verso prezioso

217

LA PAROLA

la parola è nostra madre

che genera la danza e la gioia nuda

la parola dice di sé del tempo del primo stupore

t'apre il terzo occhio

parla all'orecchio del cuore

218

NAVI DI NUVOLE

(visione)

raggio verde balena nel tramonto

su navi di nuvole vedere apparire angeli udirne i celesti canti

rassicuranti presenze ondeggianti lievi tra i pensieri orfanezze d'amore a consolare

messaggeri di luce ondeggianti nel sogno ad ascendere dove s'inalba il cuore

219

SOTTO PORTICATI

sotto porticati cartoni e cappotti lisi hanno respiri

a un passo vetrine ridono in abbagli di sole

più in là privati paradisi

un rombo testarossa è strappo d'anima a dividere la terra tra i “morti” e i vivi

il mondo ha denti aguzzi

220

ALTERIGIA

[Ispirandomi al verso di Vincenzo Cardarelli: “vorrei coprirti di fiori e d'insulti”]

m'appiglio alla tua fredda grazia come ad un corrimano: sto su inclinato piano mentre t'offri a una vertigine di distanze

ancor più ora ti fai preziosa

221

UNA CERTA LUCE A FLETTERSI

di buon'ora bisticci con la lampo t'insegue tiranno il tempo

una certa luce a flettersi nel cuore fa strada a un dove che non trovi

perdurasse quel lampo che viene va prima che lo fermi su carta ma

se non torna non ha “dignità”

raduni pezzi di un puzzle scombinato nello sperdimento d'una stagione andata

222

IL CARRO DELL'ORO

sotto cielo aperto una ad una cadute le teste

a calcificarsi sorrisi ebeti sul trasfigurato carro dell'oro

223

L'OLTRAGGIO

perso nelle forme strane delle nuvole mi sento lontano da un mondo estraneo

assisto all'oltraggio della rosa che si perpetua

sono esposto alla vita

224

NEL VASTO MARE DEL SOGNO

nel vasto mare del sogno galleggia l'immagine di te esile scricciolo a sussurrare all'orecchio del cuore edulcorate parole

ritrovarci nel nostro giardino d'infanzia mano nella mano impastati di sole a rincorrere saltabeccanti piccioni riandare alle incoscienti acrobazie per i soli tuoi occhi

interrotte dall'acuto richiamo di tua madre per la merenda

smosse le acque del sogno ora a svanire da un oltre ti sento

225

COME ASESSUATO ANGELO

sospesa nel vuoto m'appari asessuato angelo mentre in dormiveglia mi rigiro

giungerà mi dici squarciando le nubi lui l'Atteso ci sorprenderà come un ladro a strapparci alla morte carne della sua carne

e ruggine allora sarà l'oro

226

IL LIMITE

(ad un materialista)

devi ammetterlo come nave incagliata ti senti bravo al più nel leggere fondi di caffè

non certo alla tua portata della poesia il rinnovato sangue i frammenti di stelle la lucente coda di cometa a cui s'attaccano in sogno i bimbi

non certo quei misteri insondabili che impregnano i muri di casa con le anime dei morti che abitano il tuo vuoto

non alla tua portata quella profondità del gran mare del sogno che è vita che si lascia vivere

227

NELL'ORA SOSPESA

quel giorno ti sbarberanno t'infileranno il vestito buono ma non serve prodigarsi più di tanto non restano che spoglie l'anima è già via

nell'ora sospesa fisseranno compunti quel viso di marmo mentre il tuo presente ha chiuso la porta

il pugno o la palata di terra con la benedizione dell'officiante poi a tavola com'è uso per dire la vita continua

qualcuno forse già alticcio leggerà con deferenza alcuni tuoi versi trovati in tasca

restano in rete briciole di te

228 GIA' GRANDE TI VEDO

dai che ti porto alle giostre finiti i compiti promettimi che prima di dormire stasera dirai una preghierina per quei bambini saltati in aria

-la larga macchia rossa sull'asfalto nella liquida luce degli occhi penetrare in quell'abbaglio fino al sogno-incubo

su da bravo che ti porto alle giostre ci perderemo nella fantasmagoria di luci

ecco: già grande ti vedo

a risvegliarti domani convitato di pietra il Tempo

229 ANELITI D'INFINITO

è la vela rossa della Passione a prendere vita nel tuo sangue spanto nella luce

ti dai d'amore in aneliti d'infinito anima persa per rive sfiorite negli occhi

230 SFIORITE RIVE

sfiorite rive in cadenza d'anni l'azzurra vastità di te solo

si svenano in caducità di foglie i giorni accartocciati sul viale della dimenticanza

231 VICOLO

dolore antico di donne in nero a segnarsi se dal profondo si levano i morti a dare infausti presagi

vicolo inghiottito da un grappolo di case appese a strapiombo

ricettacolo d'umori ancestrali in un tempo cristallizzato sospeso

232 DAMMI L'ABBRIVIO

dammi l'abbrivio musa nel dormiveglia o nel profondo fa che s'accenda la mia casa di nuvole in verdi cieli e alfabeti

sostieni quella neo-nata struttura arco di parole e suoni che si parte dal cuore a navigare il più bello dei mari

[ultimo verso: da Hikmet]

233 A BOCCA PIENA

trucidata vita dai lenzuoli di sangue nei telegiornali un dire assuefatto freddo che ti sorprende non più di tanto a bocca piena che non arriva al cuore

-per quei bambini occhi rovesciati a galleggiare su un mare di speranza la cui patria è ora il cielo

violata la sacralità vita che non è più vita vilipesa resa quale fiore a uno strappo feroce di vento

234 IN UNA PIEGA DEL VENTO

luce obliqua sui tuoi anni andati sui tuoi fogli nell'aria sparsi

quale data incideranno sulla tua lapide un giorno non ti è dato sapere

ma sono degli uomini le convenzioni e scomodare kronos è eresia

rinascere in una piega del vento senza guerre né odi per la rotta del cielo

pindarici voli che ti lasciano le ali spezzate

235 NAUFRAGI

il viso un libro le pagine gli io indefiniti maschere che indosso se non mi trovo

poi s'apre il corpo -occhi lapidati- nell'emergere dai tanti me

236 FANTASIA 2

dipingono il mio sonno i morti veleggiando al chiaro d'una luna complice sul filo d'orizzonte ricreando gl'incantesimi del bambino in me mai perduto

veleggiano discreti sul filo del respiro entrandomi su dalle narici con la barca di cristallo dei sogni le vele al vento per l'ignoto

237 FANTASIA 3

la barca trasparente del sogno dove ti porta? palpiti seguono la scia uscendo dalla camera della mente

immagini icastiche gli argini rompono del trasognato sguardo

238 ULISSIDI

ulissidi e la vela della passione su perigliosi flutti

intrisi di mistica luce a sbraitare di gioia il cuore sull'orizzonte la terra promessa

239 UN OCCHIO DI RIGUARDO

un occhio di riguardo per quei tralci che non secchino anzitempo

-noi protendimento dell'Albero che nei secoli affonda le sue radici

un occhio di riguardo ché a prezzo di sangue fu il riscatto

240 ANAMORFOSI

del sognato ricordi a brani mentre l'io è anamorfosi nella “valvola” del sogno

ti svegli e ti ritrovi davanti a un te dagli enigmi irrisolti un circolo vizioso il tuo uroboro

ti appare anamorfosi a volte anche questa vita che imita sempre più il sogno nell'avvicendarsi degli anni i treni persi alle stazioni